“L’inganno della torta al cioccolato” di Marco Moretti

L'inganno della torta al cioccolato, Marco MorettiNon lasciamoci distrarre dal titolo, non siamo alle prese con la ricetta fraudolenta di un dolce gustoso: è la storia di una amicizia, raccontata da uno dei protagonisti. Il legame nato al liceo, grazie a uno stratagemma farcito di cacao, tra due giovani uomini dei favolosi anni ’80: affrontano la vita negli USA dall’edonismo ottimista alla caduta delle illusioni del secolo attuale. Come in un film, l’autore, tramite il detective John racconta la sua carriera e quella di Frank, profiler FBI; la vicenda prende le mosse in una città universitaria del Michigan, sconvolta dall’uccisione di sei giovani. L’ultimo caso di un percorso tra gioie e dolori, amori e lutti, vittorie e sconfitte.

John lo sbirro osserva Frank che interroga il sospetto al di là del vetro, nella stanza che chiamano «camera oscura, per le anime nere che ci passano, ammanettate al tavolo. Il buio dei loro cuori è assorbito dalla vernice come immagini sulle pellicole». La voce di John ci accompagna nell’inchiesta, i dettagli dell’arresto, l’interrogatorio da parte di Frank: è un gioco a tre con un killer brutale, la maschera che il profiler indossa per fare domande, il poliziotto che può solo osservare accanto allo psicologo forense. Ma le regole del gioco sono cambiate, possibile che un federale faccia coppia con uno sbirro? Quello che potrebbe sembrare un errore è la chiave di tutto: i due amici, messi alla prova in gioventù, resistono ai tranelli dei superiori, che non amano la loro collaborazione e affidano loro casi difficili per dei novellini.

L’altro caposaldo del rapporto è la tecnica che John usa per stilare i profili degli orchi: «…vedi le vittime come negativi delle proprie foto, non maschere insanguinate, ma ciò che hanno tolto loro. Come il killer, non chiederti cosa prende, ma cosa ha paura di perdere quando aggredisce…».

Attraverso le indagini e i profili, siamo guidati in un arco narrativo di crescita dei personaggi, descritti in tre dimensioni con un linguaggio da poliziotto: «…non parlo come un attore, sono sbirro, quindi scusate se la forma non è da teatro…». Le famiglie di origine del duo, i colleghi e l’ambiente del distretto di Polizia, i conflitti e le dinamiche affrontate non sono mai banali, né scontati: senza cadere nell’inverosimile seguiamo la trama con i dovuti colpi di scena, fino all’ultimo che svela la natura dell’inganno nell’ultima inchiesta e quello che fece nascere l’amicizia. Interessante anche l’inchiesta che John deve gestire in contemporanea al killer: arrestare la nemesi del padre sceriffo, sconfitto da un affarista locale, che rischia di sottrarre risorse mentali alla caccia del killer dei ragazzi.

Ancora due parole, ultime ma non peggiori, per i personaggi femminili: descritti senza cliché, donne forti o madri, sexy o timorose, intriganti e in preda alle emozioni. Iniziando dalla moglie di Frank, di cui l’amico John è innamorato da sempre per proseguire con le vittime, le madri dei due amici vere grandi assenti, le fidanzate del poliziotto inclusa l’ultima, che lascerà il segno. Di lei John dice: «…delle curve da urlo, ma ti ci puoi far male su quelle curve se non sai guidare.»

Concludendo, un romanzo che non delude gli amanti del genere noir poliziesco, ma che offre notevoli chiavi di lettura quali il romanzo di formazione, e ottima galleria di protagonisti, conditi dalla giusta ironia come è giusto sia per coloro che affrontano il male e la sera «…lavano l’anima con risate e un drink.» Da leggere tutto d’un fiato o decantando un capitolo per sera, con rimandi e quesiti in attesa del successivo.

Sinossi

La storia si svolge nei tempi odierni negli USA e narra la vicenda di uno dei due protagonisti, il detective John Monetti. Prendendo spunto da un sanguinoso fatto di cronaca, l’uccisione di sei giovani da parte di un killer seriale, John presenta l’amico di una vita: il profiler Frank Blackwood che divide con lui da trent’anni gioie e dolori, carriera e progetti. Frank interroga la presunta colpevole, una donna tanto attraente quanto gelida, John assiste oltre il vetro insieme allo psicologo forense.

Prendendo le mosse dalle domande del profiler, ripercorre la vita con lui dalla nascita dell’amicizia all’inchiesta in corso e il relativo interrogatorio finale; racconta come il loro lavoro sia svelare l’inganno del male, scoprire dietro quali maschere si nasconda un colpevole: il sodalizio nasce alle high school e si fonda sul fatto che i due sono complementari. Frank è nerd e cerebrale, John pratico e fisico; il primo empatico, il secondo a favore della giustizia cieca. Durante gli anni e attraverso inchieste difficili salderanno il legame, ma rovesceranno i ruoli: Frank soffrirà per la morte della moglie Ann, conosciuta per merito di John che la adora. Il profiler si trasforma in una macchina fredda da lavoro, John si laurea in sociologia e cerca di comprendere vittime e carnefici, senza giustificarli.

Il racconto alterna momenti del passato remoto e recente e il serrato interrogatorio, dal ritmo crescente: in questo Frank consuma energie emotive e fisiche con John che assiste impotente. Sullo sfondo conosceremo personaggi determinanti per la formazione dei due, maschili e femminili: i genitori di Frank, sua moglie, il padre sceriffo di John, J. Hampton, e il suo genitore. Quest’ultimo sembra essere la nemesi dello sceriffo e di John: affarista senza scrupoli che l’uomo di legge non riesce ad incastrare. John riserva lo stesso trattamento ad Hampton Junior, compagno di classe suo e Frank, reo dell’eredità paterna, ma l’amaro successo contro i due giungerà solo alla fine, insieme alla conclusione della vicenda del killer seriale.

Marco Moretti, nato a Carrara negli anni ’60, si è trasferito a Genova nel 1990. Nella sua valigia qualche straccio, il bisturi e la penna: l’inizio del matrimonio con il lavoro. Qualche anno dopo arriva l’amante, la scrittura: come convivono? Si conoscono e si tollerano, l’unico modo possibile. Oggi si definisce scrittore con l’hobby della medicina. Marco Moretti ha esordito con racconti nel web e una raccolta autoprodotta, Niente è come sembra; nel 2015 il romanzo Chi diventerai, nel 2018 Occhi dal passato e gli spin-off Il senso di Mario per i guai – reloaded (uno dei racconti finalista a Premio Michelangelo), nel 2020 ha collaborato alla raccolta Racconti DiVini, nel 2022 L’inganno della torta al cioccolato. Scrive su Sognaparole Magazine. Ha cercato di imparare qualcosa divorando libri, digerendoli lentamente, oltre a frequentare cosi di storytelling diretti da Sergio Badino a Genova.

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