
La soluzione migliore sembrerebbe quella di affidare il caso a qualcuno di inesperto, magari proprio al suo primo incarico. Le prescelte sono le sorelle Berta e Marta Miralles, appena uscite dall’accademia, che si riusciranno certamente a manipolare e gestire con facilità.
Alicia Giménez-Bartlett, scrittrice resa celebre dalla serie di romanzi che raccontano le avventure di Petra Delicado, torna a raccontarci, nel libro La presidente, edito da Sellerio, gli intrighi della malavita spagnola attraverso gli occhi di due giovani ispettrici.
Berta e Marta posseggono l’idealismo di chi al mondo si sta appena affacciando; il corpo di polizia, per loro emblema di onestà e giustizia, si dimostrerà solo uno dei tanti ambienti in cui la corruzione è riuscita a infiltrarsi.
Sin dal primo momento si ritroveranno sole, a dover gestire un caso di cui nessuno vuole trovare il colpevole, intralciate continuamente da quelle gerarchie e quelle sacre regole che sono costrette a rispettare.
“Ma quando i tuoi responsabili sono i primi a non seguirle, devi dartele tu, delle regole.” Costrette a scegliere tra il rispetto delle istituzioni e la ribellione, Marta e Berta decidono di disobbedire, cominciando a indagare proprio nell’ombra in cui hanno tentato di relegarle. Tra alberghi di lusso, ville sul mare, interrogatori nei bar e case occupate, le due ispettrici imparano a sgomitare e a farsi strada in un mondo di uomini, dove il regime patriarcale regna sovrano. “Il solo fatto che fossero donne, ancora giovani e inesperte, bastava a far sì che le considerassero creature inferiori, meritevoli tutt’al più di comprensione”.
Giménez-Bartlett scardina la figura canonica dell’agente di polizia: le due ispettrici diventano due anti-detective, utilizzano metodi tutt’altro che professionali, trovano alleati improbabili, agiscono d’istinto, si lasciano guidare dalla propria inesperienza, cadono, tornano sui loro passi e sbagliano ancora.
Berta e Marta sono complementari, hanno bisogno l’una dell’altra per infondersi sicurezza, formando un nucleo coeso, un unico cervello. Litigano tra loro, gioiscono, si feriscono ma rimangono unite e insieme scelgono di andare avanti con la risoluzione del caso e tentare in tutti i modi di ottenere la propria rivalsa e scoprire la verità, più importante della gloria e di qualsiasi riconoscimento.
L’abilità dell’autrice non è tanto quella di creare trame complesse e intricate, ma disporre con chiarezza gli indizi che vengono sia raccolti sia scartati, lasciandoci in sospeso fino alle ultime pagine prima di svelarci il filo rosso che ne stabilisce i nessi.
Ed è proprio nel tessere i legami, sia nella risoluzione del caso sia nei rapporti umani, che Giménez-Bartlett rivela la sua originalità. Così come i suoi personaggi, ironici, leggeri ma ancor prima veri, mai impeccabili, caotici, pieni di errori.
Romanzo di un fermento vibrante, non annoia e trasporta con calore, lo stesso che si respira nell’aria delle strade di Valencia.
Sono chiassose come la loro città, Berta e Marta, fanno rumore, ma proprio in quello che potrebbe sembrare un difetto, si cela il loro punto di forza: “battere forte i piedi per terra, così se le lepri ci sono, si fanno vedere”.
Marta Aidala