“Macbeth” di William Shakespeare: riassunto trama

Macbeth, William Shakespeare, riassunto, tramaMacbeth è una tragedia in cinque atti di William Shakespeare, scritta nel 1606-1607, che narra la l’ascesa di Macbeth e la sua successiva caduta, come risultato della sua cieca ambizione.

Macbeth e Banquo, generali al servizio del re Duncan di Scozia, sono reduci dalle battaglie in cui hanno sconfitto due eserciti invasori, uno dall’Irlanda, guidato dal ribelle Macdonwald, e uno dalla Norvegia. Rientrando in patria, mentre attraversano una brughiera, si imbattono in un trio di streghe. Queste profetizzano loro che Macbeth diventerà il signore di Cawdor e poi re di Scozia, e che Banquo genererà dei re, pur non diventando mai egli stesso re.

Macbeth fa visita al re Duncan e progettano di cenare insieme a Inverness, il castello di Macbeth, la sera stessa. Macbeth scrive in anticipo a sua moglie, Lady Macbeth, raccontandole dell’incontro con le streghe e della profezia, e la donna, accecata dall’ambizione, giura di aiutarlo a diventare re, facendo tutto ciò che sarà necessario.

I due decidono dunque di assassinare il re, approfittando proprio della sua visita a Inverness.

Prima di apprestarsi all’assassinio, Macbeth ha la visione di un pugnale che fluttua nell’aria davanti a lui, con il manico rivolto verso la sua mano e la punta verso Duncan; quando cerca di afferrare l’arma fallisce. “Non sei, visione fatale, sensibile / a sentirti come a vista? o sei solo /un pugnale della mente, una falsa creazione, che / procede dal cervello oppresso dal calore?”, si chiede Macbeth. Ma quando tutti si sono addormentati, il piano di uccidere il re prosegue: Lady Macbeth dà alle guardie del vino drogato premettendo così a Macbeth di assassinare re Duncan. Quando Macduff, signore di Fife, arriva al castello, scopre l’omicidio. Macbeth allora, accecato dalla rabbia, uccide le guardie ubriache.

I figli di Duncan, Malcolm e Donalbain, si danno alla fuga, temendo per la propria vita. Proprio la loro fuga precipitosa sembra implicarli nel crimine: sono dunque accusati di omicidio e Macbeth viene nominato re di Scozia.

Nonostante abbia raggiunto il suo traguardo, Macbeth è tormentato dall’insicurezza, perché ricorda bene la seconda parte della profezia secondo cui saranno i discendenti di Banquo, e non i suoi, a ereditare il trono. Decide dunque di organizzare la morte di Banquo e di suo figlio Fleance. Nell’oscurità, Banquo viene assassinato, ma suo figlio sfugge agli assassini. Quella notte, durante il banchetto, Macbeth vede il fantasma di Banquo: “Indietro! Vattene dalla mia vista! / Ti nasconda la terra! / Senza midollo sono le tue ossa, / il tuo sangue è gelato, non hai sguardo / negli occhi che mi tieni fissi addosso!”.

Lady Macbeth cerca, senza successo, di tranquillizzare il marito, che prosegue nel suo delirio: “Ci sarà sangue. Sangue chiama sangue, / si dice. Si son viste / pietre spostarsi e alberi parlare; / vaticini e concomitanze strane / hanno parlato agli uomini / con la voce di corvi, gazze, taccole, / a denunziar l’assassinio”.

Cercando di fare chiarezza sulla profezia, Macbeth si rivolge nuovamente alle streghe. Per rispondere alle sue domande, queste evocano orribili apparizioni: innanzitutto, una testa fluttuante lo avverte di stare attento a Macduff; quindi appare un bambino insanguinato e gli dice che “nessuno di donna nata / farà del male a Macbeth”. Poi, un bambino incoronato che tiene un albero gli assicura che sarà al sicuro fino a quando Birnam Wood non si trasferirà al castello di Dunsinane. Infine, passa un corteo di otto re incoronati, l’ultimo dei quali porta uno specchio; alla fine della fila cammina il fantasma di Banquo. Macbeth chiede di conoscere il significato di questa visione finale, ma le streghe eseguono una danza folle e poi svaniscono senza rispondergli.

Saputo che Macduff si sta unendo all’esercito di Malcolm per riconquistare il regno, Macbeth ordina il massacro di sua moglie e dei suoi figli. Tuttavia si sente ancora al sicuro nel suo remoto castello a Inverness, fino a che non gli viene comunicato che Birnam Wood si sta muovendo verso di lui. L’esercito di Malcom, infatti, sta marciando contro il castello di Dunsinane usando come camuffamento proprio i rami della foresta di Birnam.

Nel frattempo, Lady Macbeth è agitata; sonnambula, si aggira con una candela in mano, lamentandosi per gli omicidi di Lady Macduff e Banquo. Le sembra di vedere del sangue sulle sue mani, che mai potrà essere lavato: “Ah, saran mai pulite queste mani? […] Non varran tutti i balsami d’Arabia / a profumar questa piccola mano”. Il suo medico e una gentildonna, che per caso hanno assistito alla scena, capiscono che la regina ha raccontato più di quanto avrebbe dovuto, e temono che ormai abbia completamente perso la ragione.

Distrutta dai sensi di colpa, Lady Macbeth si toglie la vita. La notizia del suicidio della moglie raggiunge Macbeth all’inizio della battaglia finale, gettandolo nello sconforto: “La vita è solo un’ombra che cammina, / un povero attorello sussiegoso / che si dimena sopra un palcoscenico / per il tempo assegnato alla sua parte, / e poi di lui nessuno udrà più nulla: / è un racconto narrato da un idiota, / pieno di grida, strepiti, furori, / del tutto privi di significato”.

Fuori dal castello inizia la battaglia. Malcolm ordina ai soldati di gettare i rami con cui si erano camuffati e di sguainare le spade. Macbeth combatte vigorosamente, convinto che “nessuno nato da donna” possa fargli del male, ma quando infine si trova faccia a faccia con Macduff scopre che questi è venuto al mondo grazie a un parto cesareo. Capisce che è dunque di lui che parlavano le streghe dicendo “non nato da donna” e comprende di essere condannato.

Macduff trionfa, entra nel castello, che ora ha davvero conquistato, con la testa di Macbeth in mano e proclama Malcolm re di Scozia. Malcolm dichiara la pace e va a Scone per essere incoronato re.

Silvia Maina

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