
Quali vicende ne segnarono l’esistenza?
A dar retta al testo di Filostrato, un unicum difficilmente classificabile pieno di excursus di vario genere, biografia-agiografia al tempo stesso storica e romanzata di un superuomo, inestricabile mix di vero e inventato, Apollonio viaggia ovunque, come un Marco Polo o meglio un Gulliver, dalla Grecia all’India, da Roma all’Etiopia, compie miracoli, guarigioni, esorcismi, addirittura resuscita una fanciulla morta, supera le leggi dello spazio e del tempo, si fa beffe di Nerone e Domiziano, consiglia Vespasiano e Nerva… Ma comunque ribadiamolo: impossibile distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è… Meglio seguire gli sviluppi, questi sì verificabili, della sua leggenda. La leggenda di Apollonio nasce e si sviluppa in Oriente, per poi venire importata in Occidente sotto i Severi e poi, di nuovo, nella seconda metà del IV secolo. Luciano lo tratta malissimo, lo dipinge come uno dei tanti ciarlatani che popolano quella che è stata magistralmente definita da E.R. Dodds come “un’epoca d’angoscia”. Per Dione Cassio è uno stregone, per quanto di alto livello. Poi il giudizio cambia totalmente grazie all’opera di Filostrato, tanto che già Alessandro Severo lo venera accanto a Cristo. L’accostamento è epocale e Apollonio diventa un sapiente da trattare quasi come un dio. Con Porfirio si trasforma in un’arma contro le credenze cristiane e per Ierocle la sua superiorità nei confronti di Gesù è indiscutibile. Da qui mille polemiche tra pagani e cristiani…
Quale seguito ebbe Apollonio nel mondo antico?
Vastissimo, da vivo era molto più noto di Gesù, oscuro predicatore di un territorio alla periferia dell’Impero. Apollonio discuteva da pari a pari con gli imperatori, era venerato dalle varie poleis, aveva tanti discepoli, seguaci e ammiratori, rapporti solidi con le oligarchie… Poi qualcosa è andato storto. Scherzando, si può affermare che come capo ufficio stampa San Paolo è stato molto più in gamba di Filostrato… Il resto lo ha fatto la vittoria del cristianesimo e la conseguente damnatio memoriae di chi, a torto o a ragione, veniva visto come un alter Christus o un Anticristo. Eppure, persino nei momenti più bui, di lui non ci si dimentica mai. È una presenza costante, magari carsica, nei secoli.
In quale contesto venne redatta la sua biografia?
La scrive Flavio Filostrato, il secondo Filostrato (se ne conoscono quattro, tutti originari dell’isola di Lemno e vissuti tra I e III secolo d.C.), un autore alla moda, un vero professionista delle lettere, esponente della Seconda Sofistica (un’espressione che peraltro si deve proprio a lui), elemento chiave dell’entourage di Giulia Domna, nativa di Emesa di Siria e dotta moglie di Settimio Severo. A commissionargliela è proprio l’imperatrice, che era venuta in possesso delle memorie del più fedele tra i discepoli di Apollonio, Damis di Ninive, e si era innamorata di quella stravagante figura. L’obiettivo sarebbe illustrare Apollonio, non mago ma sapiente divino. Tuttavia, l’eruditissimo autore, che utilizza una miriade di fonti diverse, si perde in mille divagazioni (naturalistiche, scientifiche, geografiche, etnografiche, antiquarie, artistiche, storiche, letterarie, mitologiche…), impegnato a intrattenere il suo ampio e colto pubblico e anche a risollevarne l’orgoglio di appartenenza alla libera cultura ellenica. Forse il paragone più calzante è con la Ciropedia di Senofonte.
La polemica da parte cristiana giunse ad affermare che il racconto della vita e dei prodigi di Apollonio fosse ricalcato su quelli di Gesù: che ruolo svolse, in funzione anticristiana, il filosofo e taumaturgo neopitagorico?
Qualcosa ho già detto prima. I cristiani vedono Apollonio come un mago le cui doti taumaturgiche si basano su un potere impuro. I fanatici non mancano, ma in genere, almeno inizialmente, i cristiani subiscono il fascino del Tianeo. Quando Eusebio replica a Ierocle, ha nel mirino più le fantasie di Filostrato che le azioni di Apollonio. Negli uomini di Chiesa la dicotomia dei giudizi – pagano sì ma eticamente da ammirare – è netta. Persino nel IV secolo l’altezza morale di Apollonio turba spiriti intransigenti come Giovanni Crisostomo. Per Agostino, Apollonio è sempre meglio dell’adultero e stupratore Giove. Ma ormai sono venuti meno i presupposti per un vero scontro: il cristianesimo ha vinto e si può permettere di essere generoso con i vinti. Poi però, nella letteratura protobizantina, l’accusa di magia torna a essere un topos: l’esclusiva dei miracoli va riservata a Gesù e ai santi. Tuttavia, eliminare la fede nei poteri soprannaturali di Apollonio è impossibile. I suoi talismani, istallati in varie città dell’Oriente, per allontanare le calamità e proteggere dalle malattie, funzionano e nessuno li mette in discussione, anche se magari li considera demoniaci. Nei lunghi secoli di Costantinopoli i giudizi oscillano tra mago bianco e mago nero, ma in linea generale prevale il primo, fino alla trovata di Giorgio Sincello che lo trasforma addirittura in profeta del cristianesimo…
Quale fortuna ha avuto la figura di Apollonio nella letteratura dei secoli successivi?
Tralasciando il filone esoterico, nel quale ha una fortuna immensa, da Eliphas Lévi alla Blavatsky, dalla massoneria alla New Age, e anche le interpretazioni “storiche” dell’Occidente dal Rinascimento a oggi – discorso troppo ampio in questa sede – possiamo dire che Apollonio è ben presente nella letteratura degli ultimi quattro secoli, in autori immensi (Keats, Flaubert, Lovecraft, Kavafis, Pound ecc.). Inoltre, è il protagonista principale, o quasi, della Breve storia dell’Anticristo (1900) del mistico russo Soloviev, sorta di commentario storico-filosofico all’Apocalisse di Giovanni. Qui riunisce in sé la scienza occidentale e il misticismo orientale, sa guidare l’elettricità dell’atmosfera e regala all’umanità la pace universale, la generale sazietà e il divertimento, con prodigi e apparizioni. Diventa addirittura Papa, concedendo indulgenze plenarie senza condizioni per tutti i peccati passati, presenti e futuri. Fino all’intervento della Provvidenza, la discesa dal cielo di Cristo e i torrenti di fuoco che inghiottono Apollonio. Ma per farlo definitivamente fuori ci vuole ben altro. Tanto che nel Novecento lo ritroviamo anche nel cinema, in televisione, nella musica e nei fumetti.
Chiudo con una chicca trash, rintracciabile su Internet: Il quarto sesso, fiction del 2006 con Luca Argentero e Claudio Santamaria, in cui va in scena un incredibile duello tra Gesù e Apollonio…
Miska Ruggeri (L’Aquila 1972), laureato alla Sapienza prima in Lettere Classiche e poi in Filosofia, giornalista dal 1997, ha scritto per varie testate di cultura, viaggi e sport. Dal 2019 lavora al Tg2, dove ha curato numerosi “Tg2 Dossier”. Tra i suoi libri: Posidonio e i Celti, Alla conquista del web (con Marco Montemagno), il pamphlet Giù le mani dal Liceo Classico. Ha curato un’edizione dei Frammenti etnografici di Posidonio e testi di G.R.S. Mead e Raimondo Franchetti.