“Il Dizionarietto di greco. Le parole dei nostri pensieri” di Paolo Cesaretti e Edi Minguzzi

Il Dizionarietto di greco. Le parole dei nostri pensieri, Paolo Cesaretti, Edi MinguzziIl Dizionarietto di greco. Le parole dei nostri pensieri
di Paolo Cesaretti e Edi Minguzzi
Scholé

«Il nostro Dizionarietto vuole sottolineare, e avvalorare su base storica e critica, la portata innovativa della lingua greca: come una radice viva e rigogliosa che produce sempre nuovi germogli, il greco antico dà forma e sostanza linguistica a tutto ciò che la civiltà volta a volta produce di nuovo.

Accadde dapprima con le vertiginose elaborazioni degli autori greci sul mito e sulla storia, sulla natura e sull’uomo con i suoi mondi interiori. Poi, quando il Cristianesimo si diffuse al di là della sua provincia di origine, fu il greco di san Paolo lo «strumento eletto» che consentì all’euanghelion di penetrare nella cultura ellenofila dell’Impero romano. Il Rinascimento si nutrì delle fonti greche, salvate e interpretate dalla cultura bizantina, per affermare la ritrovata dignità dell’uomo. E le scienze sperimentali moderne prima, le scienze umane poi, sono state costruite su neologismi greci, dalla fisica alla meccanica all’astronautica alla cibernetica, dall’antropologia alla pedagogia all’economia alla psicoanalisi.

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Come nessun’altra lingua il greco è stata la “macchina per pensare” privilegiata dell’Occidente, in ogni sfera del sapere e dell’esperienza. E come nessun’altra lingua, anche dopo millenni, è vivente non solo per i milioni di parlanti attivi ma in tutte le lingue europee moderne: forse miliardi di persone, in ogni continente, anche per il tramite della globalizzazione culturale, ne pronunciano migliaia di parole al giorno, e non lo sanno. L’italiano ne è ricco persino più delle altre, perché ha assorbito la cultura greca fin dalle origini attraverso la mediazione latina.

Questo Dizionarietto si rivolge a chi desidera rendersi consapevole del senso e del perché delle parole che dice: per parlare, e non “essere parlati” dal linguaggio, per farlo proprio. Del resto ciò che è proprio è grecamente idioma ossia il termine che identifica la lingua. E «idioma greco» è esemplare nesso del giovane Leopardi nel Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, ben prima che il suo Zibaldone illustrasse il valore paradigmatico della lingua greca attraverso i millenni.

Le voci trattate sono circa 400, selezionate entro un arco cronologico che va dall’VIII secolo a.C. ai nostri anni, in un ambito spaziale che abbraccia quattro continenti, da contesti che comprendono le vette dell’espressione letteraria e filosofica antica, i lessici specialistici moderni, il gergo contemporaneo. E ciascuna voce è, è stata e sarà tessera nel mosaico in espansione – perciò mai davvero “compiuto” né tanto meno “completo” – della cultura occidentale; e ciò soprattutto (e giocoforza) perché radicato, direttamente o meno, nella lingua greca.

Per ciascun lemma si è seguita una tipologia espositiva costante, con brevi cenni etimologici seguìti da una panoramica sulla fortuna culturale del termine di volta in volta considerato, di cui si citano anche gli esiti (spesso paradossali) nella lingua d’uso comune. Brevi citazioni di passi greci opportunamente tradotti e anche trascritti (a vantaggio di chi, non conoscendo ancora la lingua, volesse almeno provarne tra sé il suono) ambiscono a fissare i contesti in cui il termine considerato assume una sua speciale pienezza espressiva. A volte compaiono riquadri con curiosità che possono stimolare nuove ricerche.»

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