
di Vins Gallico
Newton Compton editori
C’è chi le dà ormai per spacciate, soffocate dalla titanica concorrenza di librerie online come Amazon o IBS. Eppure, le librerie resistono. Vins Gallico ci accompagna, in questo piacevolissimo saggio, tra le librerie storiche d’Italia, senza per questo dimenticare le moderne catene, come Feltrinelli, Libraccio e le ultime arrivate Librerie.Coop e Ubik, raccontandoci l’evoluzione della vendita dei libri nel nostro Paese. Come scrive Gallico: «Le librerie sono esercizi commerciali, ma non sono semplici negozi. Sono spazi simbolici, contenitori di sogni, deflagratori di idee, spesso emblema di resistenza e altrettanto spesso roccaforti di retorica. Sono rifugi e perdizioni, punti di partenza e labirinti.» D’altra parte, vi è anche chi (come l’Autore) in libreria ha trovato l’amore della sua vita.
Un mestiere romantico, penserebbe chi, senza consapevolezza, amando i libri, sogna di trascorrervi le proprie giornate. Invece, quello del libraio, è un mestiere faticoso. Gallico, che di librerie ne ha dirette due, ben ne conosce fatiche e difficoltà: «Lo studio certosino per costruire l’impianto, la concentrazione davanti alle tabelle Excel per far quadrare i conti, la fatica quando si svuotano gli scatoloni delle ultime uscite e devi riallestire l’esposizione, l’imbarazzo della resa quando non hai altra scelta se non restituire i libri e smantellare il catalogo per ottenere una nota di credito dai distributori, la noia di certi pomeriggi estivi, il freddo di alcuni banchetti all’aperto, il dolore alla schiena a furia di caricare e scaricare colli per presentazioni in posti dimenticati da Dio, la dipendenza dagli antistaminici a causa della polvere, la disciplina marziale nell’impari lotta contro la muffa e l’umidità, l’adrenalina mentre insegui il ladro professionale che ha rubato un volume Adelphi da 75 euro»…
L’Italia, si sa, è un Paese nel quale si legge poco, ma ciò non ha impedito alle librerie storiche di resistere giungendo sino a noi. È il caso di librerie di fine Settecento-primo Ottocento come Bozzi a Genova, Nanni a Bologna, Gozzini a Firenze, e dei fratelli Bocca, primo esempio di libreria di catena, con sedi a Milano, Roma, Firenze, Torino e Parigi. Fanno così capolino, nelle pagine del pregevole volume, luoghi come la Libreria Malavasi, oggi – grazie al sito Maremagnum – parte di una rete che raccoglie 600 librerie professionali, o la Libreria Cortina, gestita da Raffaello, figlio del fondatore Aldo Cortina, primo libraio scientifico italiano, entrambe a Milano. O ancora, la Libreria Internazionale Hoepli, una delle più importanti e fornite librerie d’Europa, un punto di riferimento per la città di Milano, con oltre 175.000 titoli presenti. Insomma, veri e propri santuari per bibliofili e amanti della lettura, portate avanti, di padre in figlio, da stirpi di librai.
Le catene rappresentano ora una scelta obbligata per molte piccole librerie, grazie anche alla formula del franchising, proposta ad esempio da Ubik, retail di Emmelibri – Gruppo Messaggerie – società che coordina le attività distributive e commerciali nell’ambito librario, con oltre 120 punti vendita in Italia.
Date queste premesse, il libro si conferma niente affatto ordinario: «è il racconto della passione di una comunità formata da tanti singoli, che nel nostro Paese, e anche fuori confine, hanno deciso di lanciarsi nell’impresa, di credere di poter vivere con i libri e grazie ai libri». Molto più che un semplice mestiere.