
Il libro è molto più che semplice “merce”: «è un veicolo deputato a diffondere e conservare il sapere e forse la verità». Una specie, dunque, che tuttavia «non è mai stata così viva come oggi».
Il libro contiene la trascrizione di una lezione tenuta da Lottman, corrispondente per l’estero del Publishers Weekly, alla Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri.
«Spesso, in Francia o in Spagna o in Italia, guardando i risultati di un’indagine sulla lettura, si scopre che il 50 o il 60% della popolazione non legge (o non compra) mai un libro, che il 60 o il 70% legge solo un libro all’anno, ecc. – e questo dovrebbe scioccarci. Ma ciò presupporrebbe che noi sapessimo in che percentuale la popolazione leggeva o comprava libri 25 o 50 o 100 anni fa. Se lo sapessimo veramente, ci sentiremmo meglio, perché scopriremmo che le statistiche di oggi sono le più favorevoli che si possano avere. I libri non sono mai stati distribuiti così diffusamente e non sono mai costati meno: sicuramente ci sono più lettori e consumatori di libri oggi che in passato.»
Il problema, semmai, è la sovrapproduzione libraria: oggi «si vendono più libri e si fanno più soldi che mai» e questo attira investimenti da parte di «gruppi troppo grandi per il loro mercato che cercano di aumentare le loro quote attraverso la sovrapproduzione, pagando prezzi altissimi per bestseller sicuri».
Quella di Lottman si presenta come una vera e propria lezione di economia dell’industria editoriale, analizzando i trend economici mondiali del libro e offrendone una lucida interpretazione.
Ce n’è anche per le librerie: come possono le librerie indipendenti sopravvivere dinanzi all’offensiva delle catene di librerie? Il libraio indipendente deve specializzarsi: «qualunque sia il campo, i librai specializzati attirano clienti che richiedono i loro libri.»
Un testo di agilissima lettura ma davvero utile per chi si occupa di libri perché capace di abbattere pregiudizi irrealistici.