
In poco più di cento pagine, Tabarrini – che in questo caso è anche narratore – mette in scena un dialogo introspettivo e immaginario con un curioso individuo, Zhenya, ragazzo tibetano di indubbia bellezza e custode delle montagne, il quale, a dispetto dei suoi venticinque anni, sembra portare con sé una «saggezza stratosferica». Dopo il loro primo incontro sulle vette dell’Himalaya, il narratore intraprenderà insieme a Zhenya un lungo viaggio interiore, alla scoperta di un modo nuovo di affrontare il mondo e le sue difficoltà, alla ricerca di una visione più profonda che gli permetta – e ci permetta – di comprendere non solo noi stessi, ma finanche il senso dell’esistenza stessa.
Come ogni viaggio che si rispetti, anche questo è fatto di tappe. In Zhenya le tappe coincidono con le domande, più o meno grandi, della nostra vita. E, esattamente come ogni viaggio che si rispetti, le risposte non sono mera rivelazione, ma arrivano sotto forma di ricompensa (la vista del mare piatto e scintillante dopo ore trascorse in macchina, il panorama mozzafiato che si presenta ai nostri occhi al termine di una faticosa escursione).
La scelta dello stile, infine, non è certo casuale. Con una prosa semplice e scarna, priva di inutili orpelli, Tabarrini aggancia il lettore, lo guida verso nuovi orizzonti, e gli lascia un ampio spazio entro cui riflettere. L’atmosfera, a tratti onirica, pare essere come slegata dal tempo, e tuttavia ben incastonata, anche grazie all’abilità descrittiva dell’autore, in una precisa e suggestiva dimensione spaziale: la montagna. Proprio quella montagna immaginaria che farà da cornice a tutto il romanzo, quella montagna di cui il giovane Zhenya custodisce segreti e bellezza. La montagna di Tabarrini, insomma: che ciascuno di noi è bene che legga.
L’Autore
Mi chiamo Marcello Tabarrini, sono nato a Bergamo il 30/10/1972, vivo e lavoro a Bergamo in un grande gruppo bancario, ho un diploma in informatica ed una laurea in Economia e Commercio. Sono diventato scrittore per puro caso, diciamo pure al culmine di un processo di crescita personale che è sfociato appunto nella raccolta di diverse storie tra loro collegate. È stato praticamente impossibile per me non mettere nero su bianco quelle immagini, sensazioni ed incontri immaginari che mano a mano venivano avanti, fino appunto da concretizzare un racconto che mi rappresentasse, in qualche modo, e riassumesse il mio vissuto. Ho scritto e pubblicato anche una raccolta di poesie, Segnali di fumo e un libro a sfondo ambientalista, La favola siamo noi, quest’ultimo oggetto di pubblicazione anche sullo speciale del TG5 “L’Arca di Noè”.