“Vuoto. Per i bastardi di Pizzofalcone” di Maurizio De Giovanni: riassunto trama e recensione

Vuoto. Per i bastardi di Pizzofalcone, Maurizio De Giovanni, trama, recensioneLa trama del libro
Vuoto. Per i Bastardi di Pizzofalcone è il nuovo capitolo della serie ideata da Maurizio De Giovanni. In questo libro una professoressa di un Istituto Tecnico scompare e nessuno si chiede che fine abbia fatto. In questo clima di omertà è una sua collega a cercare delle risposte. La donna era sposata con un ricco industriale che inaspettatamente giustifica l’assenza della moglie con una banale scusa. Le indagini da parte degli uomini di Palma avvengono in maniera informale e quasi rallentata, la squadra dei Bastardi di Pizzofalcone è diventata una delle migliori in città, nonostante sia contornata da nemici e personaggi disposti a tutto pur di oscurare la loro attività. La squadra è orfana di Pisanelli, a causa dei lunghi tempi del suo recupero, ed è pronta a ospitare un nuovo membro: Elsa Martini, una donna giovane e dal grande talento ma decisamente poco collaborativa.
In questo nuovo clima, il lettore sarà spinto verso tutte le sfumature del vuoto perché anche la vita più perfetta può nascondere ombre e inquietudine.

I personaggi del libro
Luigi Palma è il conosciuto vicequestore della squadra.
Elsa Martini è la new entry della storia nel ruolo di vicecommissaria.
Giorgio Pisanelli è il sostituto commissario ancora in riabilitazione.
Giuseppe Lojacono, il “cinese”, è l’ispettore.
Francesco “Hulk” Romano è l’assistente capo.
Ottavia Calabrese, detta anche “mammina”, è la sovrintendente.
Francesco Serpico è l’agente scelto.
Alessandra di Nardo è l’agente assistente.
Gloria, professoressa di matematica e amica della professoressa scomparsa.
Marcello Baffi, marito della scomparsa.

Citazioni dal libro
«Il vento, pensa lei, costringe a tacere. Il vento impedisce le conversazioni. Il vento sottolinea la solitudine, come un errore da matita blu nell’eistenza. Benedetto il vento, pensa. Mentre la rabbia oscura non molla la presa sul cuore, mentre il fiato esce in piccoli sbuffi dalle labbra strette, mentre la mascella serrata guizza sulla guancia.»

«Tu lo sai bene quanto siano importanti le parole. Sulle parole ci si incontra, attraverso le parole si sviluppano le relazioni con le parole ci si lascia. E dopo, rimangono solo le parole a fare da rifugio, fino a un altro incontro. La meraviglia delle parole sono le concatenazioni. Come si mescolino, si raggruppino e cedano un po’ del loro significato, o lo cambino addirittura quando si incontrano.»

Recensione del libro
Per chi ha già letto i capitoli precedenti, ritrovare nuovamente la squadra dei Bastardi è un colpo al cuore. Questi agenti, così diversi ma accomunati dal senso di giustizia e da un coraggio ineguagliabile, sono riusciti a catalizzare l’attenzione dei lettori e Vuoto. Per i Bastardi di Pizzofalcone ne conferma l’attitudine. Rispetto ad altri capitoli c’è però un elemento che lega tutta la trama. La parola “Vuoto” che si ripete come un mantra e cerca di suggerire qualcosa al lettore, qualcosa che verrà svelato gradualmente e con delicatezza.

Tutti i protagonisti dimostrano infatti una mancanza nella propria vita. Luigi Palma si ritroverà ad essere vuoto di potere ovvero una persona con ben poco potere decisionale e che troverà notevoli ostacoli durante il suo cammino, allo stesso modo anche Giorgio Pisanelli sarà vuoto di forze a causa della sua riabilitazione, dei suoi problemi fisici e mentali, mentre invece Alessandra Di Nardo l’agente assistente dimostrerà in più riprese di non avere molto coraggio. Sta al lettore capire quali lacune gravano sui vari protagonisti mentre sul sottofondo si esplica la storia e le indagini sulla professoressa di Lettere. Lo stile narrativo, come sempre, è magnetico, riesce infatti a intrecciare diversi aspetti in modo che il lettore venga completamente immerso all’interno della narrazione. Rispetto ad altri capitoli della saga, Vuoto riesce a conquistare fin dalla prima pagina, rinunciando alle partenze lente e conoscitive. Alcuni lettori avranno sentito l’esigenza di innovazione per non scadere nella monotonia ed è per questo che lo scrittore ha adottato un nuovo modus operandi, riuscendo nell’intento e cambiando il format tradizionale. In primis grazie all’entrata in scena del nuovo personaggio di Elsa Martini.

Il modo di scrivere di Maurizio De Giovanni è molto scorrevole, empatico e avvincente. Lo scopo è quello di scatenare il lettore e la sua voglia di conoscenza, istigandolo a scorrere le pagine senza mai fermarsi. Lo stile è sicuramente molto elegante ma risulta comprensibile e versatile per un’ampia portata dei lettori. Al termine del libro c’è anche una piccola nota morale in quanto Maurizio De Giovanni sembra voler sottolineare il peso di un’assenza contrapposta alla silenziosa presenza. In poche parole, c’è la tendenza a dare scontato le cose già esistenti per poi rimpiangerle non appena vengono a mancare. Il lettore si ritroverà imparare una piccola lezione di vita che lo lascerà felice e pensieroso. Attraverso i colori la narrazione modula il percorso del lettore, approfondendo i personaggi e le loro vite in maniera vicina e sensibile. Ovviamente il finale del libro è aperto, la storia infatti non finirà mai e spingerà il lettore a farsi molteplici interrogativi che troveranno, forse, una risposta nel capitolo successivo.

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