Amatissima dai lettori, Vanina è un’investigatrice acuta e pragmatica, scontrosa, testarda, appassionata di vecchi film in bianco e nero, amante della buona tavola anche se non è in grado di cucinare, tormentata dalla morte del padre ucciso dalla mafia e dalla fine di un amore difficile e doloroso con il pm antimafia Paolo Malfitano.
La serie di libri composta da Sabbia nera, La logica della lampara, La Salita dei Saponari, L’uomo del porto, Il talento del cappellano, La carrozza della Santa e Il Re del gelato, non sono solo semplici racconti gialli basati su storie di crimini, indagini e risoluzioni. Affrontano tematiche attuali come l’emancipazione femminile e la parità di genere, rompendo tutti gli stereotipi.
Le indagini portano la protagonista in giro per la Sicilia. I paesaggi, le storie, i vicoli, il popolo mettono in evidenza una realtà isolana viva, contemporanea, ricca di bellezza e, al tempo stesso, piena di contraddizioni, la stessa che ha ispirato la Palomar, in collaborazione con la Sicilia Film Commission, a realizzare una serie per la tv, dove il potere di indagare è esclusivo delle donne come Lolita Lobosco, Teresa Battaglia e Imma Tataranni. Distribuita sui canali Mediaset nel 2024, la fiction prevede quattro episodi della durata di circa 100 minuti ciascuno. Sarà l’ex Miss Italia Giusy Buscemi ad impersonare il vicequestore Guarrasi.
La serie di Vanina Guarrasi: trama
Vanina (diminutivo di Giovanna) Guarrasi è la protagonista femminile di una nuova serie di romanzi gialli creata dalla penna della scrittrice siciliana Cristina Cassar Scalia. Nata a Noto e catanese d’adozione, l’autrice ha in comune con il britannico Sir Arthur Conan Doyle, padre del celebre investigatore Sherlock Holmes, la passione per il crime e la professione di medico. Altro punto di contatto riguarda i personaggi principali: entrambi sono in grado di risolvere un caso complesso partendo dall’osservazione, dalla messa a fuoco di alcuni particolari apparentemente insignificanti e di solito trascurati. «Di scenari raccapriccianti, nella sua carriera, il vicequestore Giovanna Guarrasi ne aveva visti assai: uomini incaprettati e bruciati vivi, cadaveri cementati dentro un pilastro, gente sparata, accoltellata, strangolata e via dicendo. Ma l’immagine che le apparve quella sera si poteva descrivere solo con un termine: Macabra».
Comparsa tra le pagine di Sabbia Nera, primo volume della serie pubblicato nel 2018 nonché romanzo vincitore del Premio Sciascia Racalmare 2019, Vanina è un vicequestore di 39 anni originaria di Palermo ma residente a Catania per lavoro. Dal curriculum solido, vanta sei anni nell’antimafia nella capitale siciliana e tre a Milano come commissario capo. Nella città dell’elefante, invece, guida la Squadra Mobile, della sezione Reati contro la persona. Il lavoro rappresenta una sorta di valvola di sfogo per allontanare i fantasmi che riaffiorano dal suo passato: il padre (anch’egli poliziotto) ucciso dalla mafia e il pm antimafia Paolo Malfitano con cui intratteneva una relazione amorosa assai complicata e dolorosa. L’omicidio di Esteban Torres, affrontato tra le pagine de La Salita dei Saponari, è pane per i suoi denti. Vanina si troverà a ricomporre una vicenda caratterizzata da antichi rancori e traffici non sempre leciti.
Vanina Guarrasi, la serie: recensione
Il vicequestore Vanina Guarrasi non è una donna come tante. Scontrosa, testarda, pragmatica e acuta, è molto amata dai lettori pur non essendo un’eroina. Appassionata di film vecchio stampo, in bianco e nero, e della buona cucina pur non essendo capace di preparare un piatto semplice, è una poliziotta attenta ai dettagli e alle fragilità umane. Insomma, è uno di quei personaggi che difficilmente si dimenticano.
Il ritorno nell’amata Sicilia costituisce per Vanina l’occasione per riscoprire diversi luoghi, ampiamente descritti tra le pagine dei libri della Cassar Scalia (Santo Stefano, Noto, Taormina, Acitrezza, Acicastello e molti altri). L’Etna è una costante in tutti i volumi, così come Piazza Duomo con la Cattedrale di Sant’Agata e Porta Uzeda. Sono ricorrenti anche il Palazzo degli Elefanti, il Castello Ursino, la Villa Bellini, piazza Università.
Nel sesto romanzo, La carrozza della Santa, l’autrice illustra nei dettagli la carrozza protagonista della festa di Sant’Agata: su questo scenario si apre una nuova avventura per Vanina. Nel libro L’uomo del porto, invece, si parla spesso del fiume Amenano, un corso d’acqua che scorre nel ventre della città, nella monumentale fontana di piazza Duomo. Lo stesso fiume diventerà protagonista durante l’indagine per risolvere un caso di omicidio.
Lo stile di scrittura accomuna i volumi della serie: semplice, lineare e scorrevole si caratterizza per la presenza di alcune espressioni in lingua siciliana nei punti giusti del romanzo, solo nei dialoghi e senza che si innesti nel tessuto della narrazione. In più, il cibo è molto presente in tutti i romanzi: la scelta dell’autrice di narrare le debolezze culinarie dei personaggi è utile per umanizzarli e per dare loro un carattere. A tal proposito, la golosità di Vanina stride con le abitudini e i gusti di Marta, la collega, assolutamente vegana. Insomma, ne deriva una lettura avvincente ma gradevole.