
Quali vicende la condussero a diventare la prima donna inquadrata nelle forze armate di Sua Maestà britannica?
Florence fu nominata sovrintendente del personale infermieristico femminile in Oriente ai tempi della guerra di Crimea, una posizione che di fatto la inquadrò nelle forze armate stesse, prima donna in assoluto a ricoprire una posizione di qualsiasi tipo nell’esercito. Fu la precarietà delle condizioni in cui versavano i soldati britannici sui campi di battaglia, ampiamente denunciate dai giornali dell’epoca, a scuotere le coscienze in Gran Bretagna. Un tempo i soldati morivano in silenzio: ora, invece, c’erano gli inviati di guerra, i giornali e il telegrafo a denunciare ciò che stava succedendo in quella remota penisola che ai giorni nostri è drammaticamente tornata al centro delle cronache. Florence, come tutti, apprese ciò che stava accadendo sui campi di battaglia dai giornali e così, sfruttando le conoscenze personali e mettendo a frutto la sua esperienza maturata in una casa di riposo per gentildonne a Londra, mise in moto una macchina che l’avrebbe condotta a quella nomina. Un altro fattore che contribuì alla drammatica situazione in Crimea – e quindi, indirettamente, alla nomina di Flo – fu lo stato di impreparazione delle forze armate di Sua Maestà. Siccome l’esercito si era disabituato a combattere, non essendo stato impegnato in operazioni belliche significative dai tempi di Waterloo, esso concorse con le sue inefficienze alla precarietà della situazione, esacerbando il tutto. L’esercito era logisticamente poco preparato, così non era assolutamente attrezzato per curare i feriti: si limitava a caricarli agonizzanti su navi per portarli in condizioni disumane a Scùtari (Istanbul), dove si trovavano i principali ospedali militari inglesi e alleati, a diversi giorni di navigazione dai teatri di guerra. Inutile dire che molti morivano durante il tragitto e che chi non moriva andava incontro a sofferenze indicibili. Tutto ciò era troppo per una persona sensibile e cristiana come Florence Nightingale, così come anche per molte altre figure progressiste nel Regno Unito. Flo non era una di quelle persone fataliste, pronte ad accettare in modo pedissequo ogni cosa così com’era: al contrario riteneva che l’azione umana potesse e dovesse cambiare le cose in meglio. Solo agendo così, dandosi da fare e imparando dall’esperienza e dalle evidenze della scienza, si sarebbe giunti a quel “regno di Dio” che lei auspicava tanto: un mondo che forse non sarebbe stato mai perfetto, ma che doveva tendere alla perfezione per migliorarsi sempre, senza soluzione di continuità.
Quale rivoluzione introdusse nell’assistenza infermieristica sul campo?
A Scùtari, durante i due anni di permanenza, curò migliaia di feriti insieme alle sue infermiere. È in questa fase che nacque il mito di Florence Nightingale, grazie ai reportage dei cronisti del tempo e alle illustrazioni dei giornali che la ritraevano mentre fendeva il buio della caserma-ospedale in cui lavorava con la sua lanterna. Per dovere di onestà intellettuale, gli indici di mortalità non scesero solo grazie all’opera di queste donne coraggiose guidate da “Flo”, ma anche e soprattutto grazie al lavoro di una commissione che risolse alcune criticità di tipo tecnico-ingegneristico che limitavano lo smaltimento dei germi e dei rifiuti organici presenti nella struttura di Scùtari. Ciò detto, la donna salvò inequivocabilmente molte vite e contribuì al benessere dei soldati e anche a quello delle loro famiglie in patria, visto che introdusse un sistema di raccolta delle paghe che spesso venivano sperperate dai soldati stessi in alcolici o nel gioco. Inoltre organizzò lavanderie, migliorò la dieta dei militari, si adoperò affinché la ventilazione degli ambienti fosse efficiente, fece svuotare le latrine con grande frequenza e via discorrendo: tutti accorgimenti di grandissima importanza. Insomma, era una visionaria a tutto tondo. Nel complesso credo che il suo merito maggiore – durante e dopo la Crimea – sia stato quello di spronare i “decision maker” in patria (sensibilizzandoli in materia di sanità, profilassi, costruzioni ospedaliere), funzionari e ministri che lei “bombardava” con lettere e dati che lei stessa raccoglieva in modo certosino, che rielaborava in modo accattivante anche dal punto di vista grafico. Fu sempre abile a mettere le persone nella condizione di lavorare sodo per migliorare la vita di chi non aveva le capacità e il peso per farsi sentire. Negli ultimi decenni della sua vita, per esempio, “Flo” si batté per i diritti degli indiani, i quali morivano periodicamente a causa di micidiali carestie che la politica coloniale britannica non aiutava affatto ad arginare. Ecco, “Flo” non si preoccupava di denunciare nemmeno le persone più influenti del Paese pur di scoperchiare i vasi che dovevano essere scoperchiati. Era una donna sensibile, ma aveva una tempra che la portava a non guardare in faccia a nessuno nel momento di un’emergenza e si sentiva forte perché sapeva di essere nel giusto.
Qual è l’eredità di Florence Nightingale?
“Flo” era decenni avanti rispetto all’epoca in cui ha vissuto e questo è un fatto incontrovertibile. Ciò detto, su certe cose si sbagliava: per esempio, non credeva alla teoria dei germi poiché aderiva a quella dei miasmi, allora predominante nel mondo medico-scientifico. Quando la teoria della generazione spontanea, che è strettamente legata a quella dei miasmi, fu definitivamente confutata da Pasteur, “Flo” non ebbe alcun problema a ricredersi. Secondo molti detrattori, e ce ne sono ancora tanti in giro, Florence Nightingale è una figura complessivamente sopravvalutata e per questo ha fatto e fa ancora arricciare il naso a molti, soprattutto ad “accademici del senno del poi” e a sedicenti storici in cerca di notorietà, convinti che la storia debba essere riscritta a ogni costo, perché se non lo fai non porti nulla di nuovo alla disciplina. I detrattori di “Flo” li assimilo un po’ a quelli di Colombo, che criticano il genovese perché ignorava l’esistenza delle Americhe. Così come Colombo era convinto che si potesse raggiungere l’Estremo Oriente navigando verso occidente, così Florence aveva compreso l’importanza della profilassi, dell’architettura a padiglioni degli ospedali, l’importanza delle opere boschive per la prevenzione delle inondazioni in India, della ventilazione e via discorrendo. Inoltre era abile nell’elaborare e nell’interpretare i dati e non per caso è stata la prima esponente del gentil sesso a diventare membro della Royal Statistical Society. Per fortuna molti hanno compreso la grandezza di “Flo”: Henry Dunant, il fondatore della Croce Rossa, fu tra questi. Ribadisco il concetto: Florence Nightingale era decenni avanti e chi non capisce o sminuisce l’importanza che ha avuto non si rende conto di chi sia stata questa donna che ha segnato la via con la sua celebre lanterna a soffietto. A tutto ciò si aggiunga una cosa: Florence veniva da una famiglia agiata, ma ha vissuto in un’epoca e in una società in cui a nessuna donna era permesso di frequentare l’università, di intestarsi alcun bene materiale né di lavorare. Le stesse infermiere, prima che Florence ne “sdoganasse” la figura, erano assimilate alle collaboratrici domestiche ed erano spesso individui dediti a vizi di vara natura. Vi sembra poco quello che ha fatto in simili condizioni?
Bruno Cianci è nato a Parigi nel 1970 e vive dal 2008 a Istanbul, dove si occupa di comunicazione per conto del Museo Rahmi M. Koç. Giornalista professionista, si è laureato in Scienze politiche all’Università degli studi di Milano ed è dottorando in Scienze e tecnologie del mare presso l’Università degli studi di Genova. È autore di molti libri di storia e di nautica e ha collaborato con più di centocinquanta testate, per le quali ha scritto articoli che sono stati tradotti in dodici lingue. Nel 2021 il presidente della Repubblica Mattarella gli ha concesso l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia per il suo contributo ai rapporti bilaterali Italia-Turchia.