“Umorismo e satira nell’Antico Egitto” di Silvio Curto

Umorismo e satira nell’Antico Egitto, Silvio CurtoUmorismo e satira nell’Antico Egitto
di Silvio Curto
Kemet Edizioni

È un’opera che unisce sapientemente rigore scientifico e capacità divulgativa quella di Silvio Curto, scomparso direttore del Museo Egizio di Torino per 20 anni e al quale è oggi intitolata l’annessa Biblioteca, dedicata a Umorismo e satira nell’Antico Egitto (arricchita da un’appendice di Mario Tosi sul papiro satirico-erotico n. 55001 conservato nel Museo Egizio della città sabauda) e pubblicata per i tipi di Kemet, casa editrice torinese specializzata in testi sull’Antico Egitto.

Scrive l’egittologo braidese: «Gli egiziani antichi inventarono parecchie cose importanti: la numerazione in base 10 e le potenze di 10, la medicina puramente empirica, l’uguaglianza tra uomo e donna e nel corpo sociale, lo Stato a struttura ministeriale, l’anno solare con scansione aritmetica […]. Inventarono pure la bonomia (i loro testi morali condannano ripetutamente l’iroso) e insieme con essa l’umorismo».

Della molteplice presenza di tale umorismo sulle rive del Nilo, egli offre un puntuale resoconto, sia nelle opere della letteratura egizia, come le Avventure di Sinuhe e il coevo L’Oasita eloquente, che nelle immagini tracciate su ostrakon, pezzi di vasi di coccio comunemente usati come pagine di taccuino.

Completa la pregevole opera un ricco apparato iconografico che presenta svariati di tali ostrakon raffiguranti scene comiche come quella di un gatto poliziotto e un topo giudice o un esercito di topi che «muove all’assalto di un forte presidiato da gatti che si arrendono». Tali raffigurazioni sono espressione della pratica di rappresentare un mondo alla rovescia: «riflesso giocoso di quelle reazioni dei meno contro i più abbienti che insorgono in ogni società umana» e che si riproporranno anche in epoche più vicine alla nostra, come nelle miniature medievali.

Tali soggetti non sembrano però del tutto innocenti: «appaiono infatti ricalcati su raffigurazioni realistiche solenni, estese sulle pareti di templi e di sepolcri dei grandi del regno» e derivanti in Egitto, alla lontana, da una realtà invece tragica: non per niente «l’Antico Regno finì travolto da una violenta rivolta di popolo».

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