
In quale contesto nasce il film?
Nel contesto di un’epoca – gli anni novanta – dove alcune case di produzione, la Miramax ne è appunto un esempio, mettono in atto strategie aggressive di promozione di un cinema controverso nei contenuti e nei toni, destinato a non lasciare indifferente lo spettatore, e quindi inevitabilmente a far parlare di sé.
Quale rappresentazione offre, il film, della violenza?
Una rappresentazione articolata. In alcuni momenti il film ricorre all’ironia e al grottesco, così da straniare e spiazzare lo spettatore; in altri invece della violenza viene conservata la componente di brutalità e dirompenza, come ad esempio nella sequenza in cui Vincent e Jules fanno irruzione nell’appartamento dei ragazzi. Questa varietà nella rappresentazione della violenza lascia interdetto il pubblico, disattendendo le sue aspettative al riguardo.
Quali sono le ragioni che lo hanno trasformato in un fenomeno di culto?
Le ragioni sono molteplici. Le principali riguardano da una parte la curiosità verso un film che, reduce dal premio a Cannes, si presenta come una sorta di punto d’incontro tra cinema d’autore e cinema di genere; dall’altra la scelta di caratterizzare i personaggi attraverso la loro passione per la cultura popolare li rende prossimi ad una generazione di giovani spettatori a sua volta attenta ai fenomeni della pop culture, siano questi musicali o cinematografici, gastronomici o televisivi. Il fatto che il film esca poi nello stesso anno della nascita del web contribuisce in modo decisivo alla sua popolarità, considerato che la Rete diventerà rapidamente il terreno prediletto di diffusione e scambio di quella stessa cultura.
Leonardo Gandini insegna Storia del cinema ed Estetica del cinema all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Iconografia del cinema all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna