
Trama
Jude, Gwen, Carlo, Chiara e Giada sono amici da sempre e fanno parte di una comitiva di liceali spensierati. Una mattina, mentre si trovano sul bus che li sta portando a scuola, avvertono qualcosa di strano nell’aria. Fuori dai finestrini, le strade sembrano fin troppo tranquille. Non appena arrivati, scoprono che un’improvvisa epidemia di zombie si sta diffondendo e che l’evacuazione della città è cominciata.
Dopo essersi uniti alla prof. Veronica, trovano un modo per mettersi in salvo: un vecchio rifugio nucleare costruito dal padre di uno dei ragazzi riesce a metterli per un po’ al riparo. Dopo qualche anno però, il bunker viene scovato dai non-morti e per loro tutto sembra essere finito.
Gli zombie tuttavia non li uccidono realmente. I ragazzi, in compagnia della prof., si risvegliano in una nuova realtà, intuendo il mistero che li imprigiona: sono intrappolati in un loop, un labirinto onirico in cui ogni volta è necessario affrontare prove diverse, di mondi paralleli, per poterne uscire.
Recensione
In un certo senso, Storie nel sonno si propone come un’opera anomala, originale nel panorama editoriale. L’architettura del romanzo si basa prevalentemente su una concatenazione di racconti, con vicende che toccano generi molto distanti tra loro, come il poliziesco o l’apocalittico e che condividono quindi pochi e ben congegnati capisaldi. Il sortilegio che costringe a viaggiare di incubo in incubo, ovvero l’innesco narrativo, e la coralità della vicenda, che per l’appunto coinvolge senza esclusione tutti i protagonisti, sono gli aspetti fondamentali che tengono in piedi l’intera storia.
Come si è detto, a ciascun personaggio viene dato un ruolo primario in almeno due racconti. Questo permette al lettore di avere una panoramica dettagliata su tutte le personalità che arricchiscono la storia, senza quindi marginalizzare nessuno ed evitando così il rischio di relegare uno dei protagonisti al ruolo di mera comparsa. Pertanto, tra gli aspetti meritevoli di considerazione, c’è la capacità dell’autore di intrecciare le singole questioni alla macro-vicenda, tenendo d’occhio la coerenza narrativa e l’equilibrio complessivo del romanzo.
Per quanto i racconti presentino sempre questa patina onirica, dove il surreale non fatica a fare capolino, ciascuno conserva un certo realismo e riesce a convincere il lettore, senza momenti di sgomento o incredulità. Non è certo banale quest’aspetto, dato il costante cambio di tenore delle vicende e di ruolo dei personaggi, che si vedono investiti da problemi sempre più complessi: in un caso sulle tracce di un serial killer, in un altro alle prese con la dura vita di un mondo apocalittico, sull’orlo del collasso.
La prosa di Marco Del Basso è lineare e scorrevole, sempre focalizzata sull’azione, pur presentando qualche naturale tratto di acerbità. Notevole spazio è lasciato ai dialoghi che, tutto sommato, reggono alla prova della messinscena e fungono da catalizzatore nella lettura, in più preservando la regola dello show don’t tell.
Complessivamente, oltre allo sviluppo dei personaggi, la trama è l’elemento di maggior forza di questo esordio, riuscendo a essere efficace e avvincente, per quanto un po’ contorta. D’altronde, per l’architettura e l’approccio narrativo adottato, non si può che lodare la capacità di Del Basso di mantenere il focus sia sulle micro-storie che su quella complessiva, essendo dietro l’angolo la possibilità di confondere il lettore, o peggio, di perdere la sua attenzione.
Tra l’altro nella vicenda è presente più di una sfumatura rosa, poiché quasi tutti i ragazzi sono alle prese con un inconfessabile amore, o con una forma di tenerezza che da amicizia si tramuta in qualcosa di più profondo e passionale. È forse questo uno degli aspetti meno riusciti del romanzo: se sul lato romantico l’autore riesce a creare intrecci amorosi appassionanti e ricchi di sfaccettature, dall’altro cede con troppa frequenza a momenti erotici e che poco hanno a che fare con il tenore degli incubi, adrenalinico e non proprio in linea con gli wet dreams. È pur vero che questa scelta si confà a un pubblico adolescenziale, target principale del romanzo, e di conseguenza al gusto e al giudizio di ciascuna tipologia di lettore.
In ogni caso, Storie nel sonno si presenta come un’opera solida, capace di emozionare e di creare realtà parallele entusiasmanti, frutto di un intreccio ingegnoso e che riesce a non perdersi nel labirinto onirico dei racconti.
Fernando Masaquilla