
Il nome pi greco e il simbolo π sono recenti, ma che il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio sia una costante è una conoscenza molto antica. Ne erano a conoscenza anche le popolazioni che abitavano la Mesopotamia e gli Egiziano già 4.000 anni fa, all’incirca.
Come si è evoluto il concetto di pi greco?
Il concetto di π si è evoluto con la ricerca del suo valore esatto. E la prima grande svolta è stata, a mio avviso, a opera di Archimede. Che ha elaborato un metodo generale per conoscere le cifre decimali di questo numero. Un metodo che lo ha portato molto vicino al concetto di limite e di calcolo infinitesimale.
Qual è l’importanza del pi greco?
Ha un’importanza pratica: lo sanno bene tutti i geometri e gli ingegneri. Ma ha anche un’importanza concettuale. Intanto perché non c’è ambito della matematica ove non assolva a un ruolo importante. E poi perché è un numero trascendente: è, cioè, un numero illimitato non periodico (numero irrazionale) che anche quando è elevato al quadrato resta tale. Non è così, per esempio, per la radice di 2: che è illimitato non periodico (irrazionale, dunque), ma non trascendente, perché il suo quadrato è 2, ovvero un numero intero.
Quali peculiarità rendono il π un numero straordinario?
È il combinato disposto di quanto ho detto prima. Ha grande valore pratico e, nel medesimo tempo, grande valore concettuale.
Il pi greco è l’unico numero cui il mondo intero dedica una giornata di festa, il π day: quali applicazioni ha il π nella nostra vita quotidiana?
Questo numero è presente in ogni aspetto della nostra vita. Sono davvero poche le opere umane in cui non entra. Ma per capire la sua importanza, basta ricordare che nessun altro numero è stato cantato da una poesia, come quella della polacca Wisława Szymborska, Nobel per la letteratura. Pi greco è un numero che suscita emozioni, persino nei poeti e in quei grandissimi poeti che sono i bambini.