
Lea racconta di come ad agosto abbia visto una stella cadente e, mentre seguiva la sua parabola, di aver desiderato di avere una novità nella sua vita. E la novità arriva con l’autunno: peccato che Lea avesse dimenticato di chiedere una novità positiva. Sotto la doccia, sentendo un dolore al seno, si spaventa e decide di effettuare una serie di esami. Purtroppo i risultati sono impietosi: Lea ha un cancro e deve non solo operarsi ma anche iniziare un doloroso ciclo di chemio. La reazione iniziale di Lea è ovviamente quella di stupore misto a dolore ma questo evento sconvolge la vita della donna e le dà modo di prendersi più tempo per sè. La malattia, infatti, sconvolge tutti i piani di Lea e della sua famiglia. Non è più possibile iniziare a pensare alle vacanze e andare in ansia per l’indecisione di dove e quando prenotare. L’unico programma che si può fare quando si ha un cancro è quello delle sedute di chemio che si devono fare. Da questo momento in poi la vita di Lea sarà scandita dalle cure alle quali si dovrà sottoporre. Quello che però è un evento sconvolgente nella vita di tutti, per Lea diventa momento di cambiamento. Un cancro, infatti, è un elemento imprevedibile che non si può controllare. Per quanto Lea non abbia una storia familiare caratterizzata da questa malattia, non fumi, non beva e abbia un’alimentazione corretta, è toccato proprio a lei combattere contro questa malattia. Durante le cure in ospedale Lea ha anche modo di conoscere nuove persone. Il medico che la prende un cura, la psicologa, le infermiere, tutto un mondo nuovo e persone molto lontane dalla sua routine che sono, però, fonte di arricchimento e di crescita personale. Durante la prima seduta di chemio Lea conosce Luca, un professore di inglese che combatte la stessa battaglia della donna. Vivere la stessa situazione ed entrare in sintonia è un attimo. Seduta dopo seduta, Lea si rende conto che la leggerezza e la spensieratezza di Luca la stanno conquistando e che soprattutto esiste un modo per vivere senza ansia. Mentre il rapporto con Luca si fa sempre più intenso e stretto, Lea compie un viaggio all’interno di se stessa e della sua storia. Non solo scopre i reali motivi per i quali la sua vita, fino ad ora, è sempre stata dominata dall’ansia (e ripercorre insieme la storia del suo rapporto con la madre e il padre) ma ha anche modo di rivedere il suo approccio al lavoro e a quelle che sono le reali priorità nella vita. Lea mette in discussione anche il suo matrimonio con Shlomo e, come dice lei stessa «la malattia ti fa uscire dalla ruota del criceto e vedere tutto con estrema chiarezza». C’è un’altra lezione però che Lea impara sulla sua pelle e che le ripete il suo medico in continuazione: «non si prendono decisioni in tempo di guerra». E mano a mano che l’ansia l’abbandona e che Lea impara a vivere giorno per giorno, si fa anche più chiarezza in quello che desidera e quello che è meglio per la sua vita.
Daria Bignardi ha scritto questo romanzo poco prima di diventare direttrice di Rai Tre e l’ha concluso subito dopo aver terminato questa esperienza. Storia della mia ansia è in parte un romanzo “personale” in quanto anche l’autrice ha vissuto l’esperienza della malattia e leggendo le sue pagine si capisce subito che sa bene di cosa parla. Lo si evince quando afferma che i malati e i sani si differenziano in una sola cosa, la voglia di vivere. Nel suo stile garbato, con la sua scrittura fluida e leggera, la Bignardi racconta non una storia di malattia e di tumore, quanto piuttosto la storia di un amore e della paura dell’abbandono. Lea poteva avere un incidente o una crisi mistica: la malattia è solo uno spartiacque e un momento di riflessione. È un libro consigliato a tutte quelle persone che si trovano a vivere un momento difficile della propria vita ed è facile immedesimarsi nella protagonista e nella sua travagliata decisione di essere una nuova persona.