“Storia dei confini d’Italia. Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Nizza e la Savoia” di Alessio Anceschi

Avv. Alessio Anceschi, Lei è autore del libro Storia dei confini d’Italia. Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Nizza e la Savoia pubblicato dalle Edizioni del Capricorno: quale importanza ha avuto, nella storia del nostro Paese, il suo confine occidentale?
Storia dei confini d'Italia. Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Nizza e la Savoia, Alessio AnceschiI rapporti con la Francia sono sempre stati determinanti nella storia del nostro Paese, anche nel periodo del Risorgimento quando la Francia ha favorito l’unità d’Italia al fine di orientare gli interessi del regno di Sardegna verso l’Italia più che verso il territorio francese, consentendogli di annettere la Savoia ed il Nizzardo proprio nel momento in cui veniva creato il Regno d’Italia.

Le annessioni conseguenti alla seconda guerra d’indipendenza non si sarebbero mai verificate senza l’appoggio francese. Lo stesso dicasi per l’annessione del Veneto a seguito della terza guerra d’indipendenza ed indirettamente, anche dello Stato pontificio, che risulta essere stato favorito proprio dal ritiro dell’appoggio francese a quest’ultimo. Il sacrificio dei territori della Savoia e di Nizza per l’unità d’Italia fu quindi un prezzo necessario per il nostro Paese, pur riguardando il territorio di origine della nostra casa regnante e quello dell’eroe dell’unificazione d’Italia, ovvero Giuseppe Garibaldi, che, come noto, era originario di Nizza.

La cessione di quei territori, avvenuta oramai 160 anni fa, è sempre passata in secondo piano nella storiografia italiana, tesa ad esaltare maggiormente le conquiste territoriali che hanno dato origine all’unità del territorio italiano.

Nella storia più recente (secondo conflitto mondiale) il confine occidentale ha avuto senz’altro meno rilevanza per il nostro Paese (se non per le popolazioni interessate da quelle cessioni) rispetto a quelle avvenute sul fronte orientale, che furono certamente molto più rilevanti sia sotto il profilo territoriale che sotto il profilo geopolitico che, ancor più, sotto quello umano.

In ogni caso, il mio libro, così come tutti gli altri della stessa collana (che usciranno nel corso del 2021) non affronta, se non marginalmente, le questioni politiche che diedero origine al mutamento dei nostri confini, poiché su tali argomenti esistono già molte pubblicazioni approfondite.

Il mio libro sul “confine occidentale”, come tutti gli altri della stessa collana, affronta invece in modo specifico la tematica degli aspetti storici e geografici correlati alle singole attività di confinazione del nostro Paese approfondendo gli aspetti legati agli accordi che diedero origine alle varie linee di confine ed i personaggi “minori” che si occuparono delle singole demarcazioni confinarie. Questo volume tende ad analizzare nel dettaglio i luoghi fisici in cui tali confini passavano e tutte le peculiarità geografiche legate ai confini, antichi e moderni del nostro territorio, compresi quelli regionali e provinciali, con particolare riguardo alle peculiarità della toponomastica e ad altre peculiarità geografiche come l’esistenza di enclave ed exclave dei veri territori ed alla loro origine.

Si tratta quindi di un’indagine, inedita ed innovativa, di carattere “storico geografico” più che “storico politico” che riguarda tutti gli antichi confini del nostro Paese, partendo dal periodo preunitario fino ai giorni nostri. Sotto il profilo storico, la mia indagine parte prevalentemente dal XVIII secolo, ovvero dall’epoca delle grandi confinazioni moderne che furono favorite dalla stabilizzazione dei rapporti politici conseguenti al trattato di Aquisgrana del 1748 ma anche dai progressi cartografici e topografici che diedero origine alla formazione dei catasti moderni, senza escludere tuttavia ampi richiami ai periodi antecedenti, laddove utili a ricostruire la storia geografica dei singoli territori.

Quando avvenne la cessione della Savoia e di Nizza?
La cessione di Nizza e della Savoia venne concordata nel corso dei noti “accordi segreti di Plombieres” del 21 luglio 1858, a seguito dei quali Napoleone III pretese dal conte di Cavour la cessione di tali territorio in cambio dell’appoggio francese al regno di Sardegna contro gli austriaci.

Al termine della seconda guerra d’indipendenza la cessione di tali territori venne formalizzata dal trattato di Torino del 24 marzo 1860 a seguito dei quali vennero realizzati i plebisciti di annessione di Nizza e della Savoia al regno di Francia.

Nel complesso, mentre le popolazioni della Savoia accettarono tutto sommato di buon grado l’annessione alla Francia, avendo maggiori legami linguistici e culturali con i francesi, la popolazione del nizzardo risultò molto più riluttante all’annessione francese, avendo mantenuto maggiori legami storici, culturali e linguistici con il nostro Paese.

È ancora poco noto in Italia l’esodo delle popolazioni nizzarde che si verificò verso il nostro Paese dopo il 1860, il quale coinvolse circa un quarto della popolazione di quella regione, che optò per la cittadinanza italiana preferendo esodare verso il nostro Paese, soprattutto in Liguria e Piemonte, piuttosto che entrare a far parte di uno Stato straniero.

Se la Savoia fosse ancora Italiana, oggi potremmo ancora giungere alle soglie di Ginevra oppure fino alle rive del lago omonimo (lago Lemano) senza transitare per frontiere straniere.

Lungo il confine tra la Francia e Ginevra sono tuttora presenti numerosi termini confinari riportanti l’aquila sabauda ed il simbolo dei Savoia. Potremmo inoltre ancora oggi godere delle immense ricchezze culturali e naturalistiche di quella regione.

Lo stesso dicasi per il nizzardo. Oltre alla Val Roja, che appartiene geograficamente al territorio italiano, tutta la Costa Azzurra fino alla foce del fiume Varo sarebbe ancora italiana.

L’Italia avrebbe inoltre conservato i suoi secolari rapporti con il Principato di Monaco, che fino alla metà del XIX secolo è sempre stato considerato un “micro Stato” dell’area italiana piuttosto che francese, come oggi è diventato.

Tra le più recenti concessioni territoriali del nostro Paese vi è quella di Briga e Tenda. Quali vicende la segnarono?
La cessione di Briga e Tenda e delle altre porzioni di territorio limitrofe, costituisce la cessione territoriale più rilevante conseguente alla seconda guerra mondiale sul fronte occidentale.

La Francia possedeva già una parte della Val Roja prima della seconda guerra mondiale in quanto l’antica via regia che l’attraversava, congiungendo il passo Tenda a Ventimiglia risultava già interrotta da una doppia frontiera francese. Tali cessioni, come le altre che si verificarono sul confine occidentale ebbero il fine di sottrarre all’Italia degli importanti punti strategici che l’Italia era riuscita a conservare a seguito della cessione della Savoia e del Nizzardo e di cui il regno d’Italia si era avvalso per invadere la Francia nel 1940.

Poco nota è la vicenda del tentativo di annessione della Val d’Aosta alla Francia. Come si articolò il progetto del generale De Gaulle?
Quello di De Gaulle non fu un tentativo di annessione ma bensì unicamente un progetto irrealizzato, portato avanti anche in seno alla conferenza di pace di Parigi del 1947. Per tale motivo non ne parlo nel mio libro, nel quale tuttavia approfondisco (benché più nei libri successivi), alcuni interessanti progetti di annessione di territori esteri al nostro Paese ed ai suoi domini coloniali, poco noti e sconosciuti alla maggior parte degli italiani.

Nel libro vi sono invece alcuni riferimenti alla temporanea occupazione della costa di Ventimiglia (che effettivamente venne realizzata, al contrario di quella della Val d’Aosta) da parte delle truppe francesi, con la precisa indicazione del luogo in cui venne fissata la frontiera temporanea tra i due Paesi prima che i francesi ripiegassero entro i loro confini nazionali.

Ugualmente, vi sono ampi accenni all’occupazione del territorio francese da parte delle truppe italiane nel periodo bellico. Anche in questo caso tuttavia, non ho tentato di approfondire gli aspetti politici e militari ma unicamente quelli prettamente geografici.

Oltre che ai confini “esterni” il mio libro approfondisce anche quelli “interni” del nostro Paese.

Nel libro sul confine occidentale si parla anche dell’evoluzione dei confini del regno di Sardegna con il ducato di Milano (confine tra Piemonte e Lombardia) e con il ducato di Parma (confine tra Oltrepò pavese ed Emilia) nonché di quello tra la repubblica di Genova ed il Piemonte con particolare riguardo ai vari territori di confine di quell’area come il Monferrato oppure l’Oltregiogo ligure (che si trova in Piemonte!).

Questi libri sono il frutto di un’intensa ricerca non solo d’archivio ma anche “sul campo”, alla scoperta di un’Italia “minore”, da sempre posta ai margini dei grandi itinerari escursionistici, che merita di essere conosciuta, apprezzata ed esplorata.

I prossimi libri (la cui pubblicazione è prevista nel mese di aprile 2021) si concentreranno sui territori del “Lombardo veneto” (Lombardia e Veneto) e sul “confine orientale” (Trentino A. A., Friuli V. G., Istria e Dalmazia) con numerosi aneddoti ed approfondimenti molto interessanti.

Seguiranno poi i libri dedicati all’Emilia – Romagna e l‘alta Toscana (lucchese e massese), poi quello dedicato al centro Italia (Toscana, Marche, Umbria e Lazio) ed infine quello dedicato al meridione ed alle colonie, con una “chicca” conclusiva molto interessante sull’italianità nel mondo.

Anceschi Alessio è nato a Sassuolo nel 1976, dove risiede, svolgendo la professione di avvocato dal 2003. Dal 2004 è autore di numerose pubblicazioni in materia giuridica, prevalentemente in tema di diritto di famiglia, violenza familiare, diritto privato internazionale e responsabilità professionale. Tra le sue recenti pubblicazioni in ambito giuridico possono citarsi Il compenso dell’avvocato (Giuffrè, 2017), Il diritto comunitario ed internazionale di famiglia (Giuffrè, 2015), Rapporti tra genitori e figli (Giuffrè, 2013), Illeciti penali nei rapporti di famiglia e responsabilità civili (Maggioli, 2012) ed altri. È stato presidente della locale sezione A.N.C. nell’ambito della quale ha fondato il nucleo provinciale di protezione civile nel 2004. Dal 2015 ha iniziato le sue ricerche sugli antichi confini degli Stati preunitari italiani pubblicando alcuni volumi sugli antichi confini dell’area emiliana (Geografia degli antichi Stati emiliani, Incontri ed., 2018).

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