“Sociologia delle emozioni. Autori, teorie, concetti” di Massimo Cerulo

Prof. Massimo Cerulo, Lei è autore del libro Sociologia delle emozioni. Autori, teorie, concetti edito dal Mulino: cosa studia la sociologia delle emozioni?
Sociologia delle emozioni. Autori, teorie, concetti, Massimo CeruloLa sociologia delle emozioni è una corrente di studi che utilizza gli stati emotivi come lente di ingrandimento per analizzare le interazioni tra gli individui e le tipologie di agire che prendono forma nelle dinamiche sociali. È caratterizzata da una natura ambivalente: da un lato, si configura come una consolidata corrente di studio, nata negli Stati Uniti negli anni Settanta in seguito alla cosiddetta «svolta emozionale» (emotional turn), con tanto di insegnamenti autonomi presenti oggi in gran parte delle università americane e con sezioni a essa dedicate nelle due principali associazioni mondiali di sociologia (International Sociological Association ed European Sociological Association); dall’altro, si tratta di un ambito di studi poroso, poiché le sue analisi si intersecano spesso con quelle inerenti alla sessualità e alla relazione intima o di coppia, ma anche con gli studi di genere.

Sociologicamente, le emozioni si configurano come doppi strumenti ermeneutici: necessari per studiare i comportamenti collettivi e individuali nella realtà sociale e fondamentali in quel processo di scoperta di sé, di approccio alla propria coscienza. Si crea un processo circolare tra emozioni e conoscenza: attraverso le espressioni emotive si riesce a entrare, agire e uscire dalle diverse situazioni sociali in cui è possibile trovarsi nel corso della vita quotidiana; attraverso una gestione di questi stati, un controllo e una manifestazione adeguata al contesto in cui ci si trova è possibile interagire con altri soggetti e, nello stesso tempo, immergersi in un processo autoriflessivo di scoperta del sé

Questo libro è il primo manuale disponibile sul mercato italiano che racconta la sociologia delle emozioni e, nello stesso tempo, la mette in pratica, attraverso la descrizione e l’analisi di concetti operativi interdisciplinari che svolgono un ruolo di supporto ai processi e alle azioni sociali caratterizzanti la vita quotidiana e professionale degli individui.

In che modo gli stati emotivi consentono di analizzare le interazioni fra gli individui e le tipologie di agire che prendono forma nelle dinamiche sociali?
Sociologicamente, è da sottolineare il rapporto che si crea tra le emozioni e i diversi ambiti o fenomeni sociali e culturali: rituali collettivi, potere, controllo, integrazione, stratificazione, capitalismo, globalizzazione, intimità, vita domestica, professioni ecc. L’emozione ha una visibilità e un peso non soltanto psicologico-interiore, ma anche esterno all’interiorità del soggetto. In quanto tale, oltre a essere studiata in modo sistematico e strutturato da prospettive sociologiche, può essere modellata, controllata e gestita in base alle regole culturali e del contesto in cui i soggetti si trovano di volta in volta ad agire. Gli elementi che fondano la sociologia delle emozioni, e che accomunano i differenti approcci utilizzati nello studio delle stesse, possono essere riassunti come segue: 1) le emozioni, come altri aspetti della condotta umana (atteggiamenti, idee, comportamenti), subiscono una determinante incidenza sociale nel loro costituirsi in espressioni e comportamenti; 2) le emozioni sono attivate direttamente dalle interazioni che prendono forma tra i soggetti; 3) esiste sempre una componente normativa delle emozioni, una loro regolamentazione, per cui ogni società ha le proprie regole su quali emozioni siano accettabili e su come esse debbano manifestarsi a seconda dei contesti e delle situazioni, pubblici o privati, in cui ci si trova. Queste norme prescrivono l’espressione e il controllo delle emozioni (coping) in modo che in ciascuna organizzazione sociale si arrivi a una certa uniformità nell’espressione delle emozioni; 4) le emozioni e la loro espressione cambiano nel corso della storia in riferimento a specifici contesti di vita quotidiana, così come cambiano le pratiche relazionali e le costruzioni mentali che le accompagnano; 5) le emozioni vanno sempre distinte dalle loro espressioni; 6) le emozioni hanno un’importante funzione cognitiva, perché permettono di “conoscere” gli altri e, di riflesso, se stessi.

Sociologicamente, le emozioni vengono considerate come un prodotto sociale: vengono definite e ridefinite all’interno delle interazioni che prendono forma nella società e del significato soggettivo che tali interazioni acquistano in base ai differenti soggetti partecipanti.

Chi sono i padri fondatori della disciplina?
Senza dubbio Gabriel Tarde e Georg Simmel sono coloro che si sono occupati maggiormente di emozioni da una prospettiva sociologica, “sdoganandoli” dall’alveo della filosofia in cui erano confinate fino ai primi anni del Novecento. Tuttavia, non bisogna dimenticare i lavori di Émile Durkheim – le emozioni nella creazione di rituale sociale – e Max Weber – il ruolo dell’angoscia nel comportamento del soggetto protestante, la funzione che specifiche emozioni svolgono nel capitalismo e nella politica di professione. Perfino Marx, pochissimo studiato e considerato da questo punto di vista, ha fornito una interpretazione interessante e profonda del concetto di “alienazione emotiva”.

Quale evoluzione ha subito negli anni l’analisi sociologica delle emozioni?
Dopo i padri fondatori, diversi altri classici della sociologia si sono dedicati a un approfondimento del ruolo svolto dalle emozioni nella creazione, distruzione o mantenimento del legame sociale. Da Vilfredo Pareto a Norbert Elias, da Erving Goffman a Talcott Parsons. È poi negli anni Settanta del Novecento che arriva una importante svolta per quel che concerne la legittimazione accademica della sociologia delle emozioni, grazie agli studi di un gruppo di sociologi statunitensi che evidenziano l’importanza della disciplina: in quegli anni, Arlie Hochschild scrive il primo articolo accademico sul tema che segnerà la strada della nuova corrente (1975), Thomas Scheff organizza a San Francisco il primo seminario sulla sociologia delle emozioni, Theodore Kemper dà alla luce la prima monografia sulle emozioni scritta da un sociologo (1978). Nel 1986 l’American Sociological Association dedica una specifica sezione alla sociologia delle emozioni.

Dagli anni Novanta la sociologia studia la società, i legami sociali e le forme di agire anche attraverso gli stati emotivi manifestati dai soggetti.

Quali sono i concetti chiave della disciplina?
Dal lavoro emotivo al lavoro emozionale, dalle regole del sentire a quelle di espressione, dalla devianza emozionale alle emozioni prese in carico, la sociologia delle emozioni fornisce una «cassetta degli attrezzi» cui attingere per interpretare la realtà sociale di cui è parte e, perché no, per risolvere problemi quotidiani che hanno a che fare con le emozioni. Da normali interazioni di vita quotidiani a episodi specifici che hanno a che fare con l’ambito lavorativo-professionale. Si pensi a quanto è importante manifestare le giuste emozioni in un campo come quello medico o paramedico, dove il rapporto con paziente e parenti dello stesso vive e si nutre di comportamenti emotivi. Non a caso, nel mio insegnamento di “Sociologia delle emozioni” che tengo presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Biomediche (in ospedale a Perugia) provo a simulare con gli studenti le interazioni e i comportamenti che possono verificarsi di fronte a un/a paziente, utilizzando appunto i concetti chiave sopradescritti.

Quali sono i principali problemi oggetto del dibattito sociologico contemporaneo?
Ve ne sono diversi. Ne sottolineo soltanto un paio: la “mercificazione” delle emozioni, alla luce delle dinamiche della globalizzazione e del capitalismo contemporaneo (Eva Illouz parla in tal senso di “capitalismo emotivo”); la trasformazione di problemi, una volta considerati di natura esistenziale, in nodi sociali contemporanei dalla forte carica emotiva – dalla procreazione medicalmente assistita al fine vita, dall’accoglienza delle persone migranti alla gestione di crisi sistemiche mondiali, ecc. In tal senso, alcuni studiosi come Danilo Martuccelli evidenziano come le emozioni caratterizzano qualsiasi tipo di interazione e di agire sociale, mentre altri come Helena Flam sottolineano quanto sia fuori calibro una distinzione tra homo oeconomicus et homo emotionalis poiché la contemporaneità impone un confronto quotidiano tra le due anime. Per mediare tra le diverse sfaccettature del soggetto nelle azioni quotidiane è dunque necessario ricorrere a quello che può apparire come un ossimoro: essere intelligenti nella gestione e manifestazione delle proprie emozioni.

Massimo Cerulo insegna Sociologia e Sociologia delle emozioni nel Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia.

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