“Sí vax. Dialogo tra un pragmatico e un non so” di Tito Boeri e Antonio Spilimbergo

Prof. Tito Boeri, Lei è autore con Antonio Spilimbergo del libro Sí vax. Dialogo tra un pragmatico e un non so edito da Einaudi: perché molte persone preferiscono non vaccinarsi?
Sí vax. Dialogo tra un pragmatico e un non so, Tito Boeri, Antonio SpilimbergoLa riluttanza a vaccinarsi ha diverse motivazioni. C’è paura a farsi iniettare farmaci (o anche solo si ha paura dell’ago) quando si sta bene. Si tende a procrastinare le scelte difficili. Si è male informati sui rischi associati alle diverse opzioni. Si ripone nella resistenza alla campagna di vaccinazione di massa un significato di opposizione all’establishment ritenuto reo della propria insoddisfazione per la condizione in cui ci si trova. Tra chi sceglie di non vaccinarsi si ritrovano quindi paure, miopia, disinformazione e rabbia in gradi diversi e talvolta sovrapposti fra di loro. Il nostro libro può aiutare nel gestire le paure e nel combattere la disinformazione. Può far poco di fronte alla rabbia.

Da cosa nasce la paura del vaccino?
La paura è un sentimento umano. Che tutti, anche chi si è vaccinato, prova in questo momento. Inutile esorcizzarla o trovarne motivazioni razionali. È paura e basta. Sbagliato anche attribuire un valore morale alla paura. È coraggioso chi dichiara di avere paura. Bisogna imparare a gestire la paura e, questo sì, avere paura non solo del vaccino, ma anche del rischio di contagio. Gestire la paura significa anche capire che non c’è scelta che non comporti dei rischi. Il problema è capire quale è la scelta che ti espone ai maggiori rischi di esiti particolarmente negativi per la tua salute. Non si possono evitare del tutto i rischi. I dati che riprendiamo nel libro dimostrano in modo incontrovertibile che la scelta di non vaccinarsi è molto, molto più rischiosa di quella di non vaccinarsi su tutti i piani: si corrono più rischi di essere contagiati, più rischi di finire in terapia intensiva, più rischi di morire.

C’è chi sostiene che non siamo ancora in grado di valutare i rischi del vaccinarsi perché non ci sarebbe stata abbastanza sperimentazione dei vaccini. Questo non è affatto vero. Ci sono più di tre miliardi di persone al mondo vaccinate. Alcune ormai da un anno. La storia delle vaccinazioni ci insegna che eventuali effetti collaterali negativi delle vaccinazioni si manifestano subito dopo la somministrazione dei vaccini. Quindi abbiamo moltissime informazioni sulle conseguenze del vaccino. Ne abbiamo meno sulle conseguenze di lungo periodo di contrarre il Covid. Sappiamo che esiste il long Covid, che in molte persone che hanno avuto il Covid rimangono cicatrici, senso di spossatezza, problemi di respirazione, disturbi gastrointestinali e anche neurologici (tipo perdita della memoria, difficoltà a concentrarsi) per lungo tempo.

Quali rischi si corrono nel non vaccinarsi?
Come ricordavo, si corrono più rischi di essere contagiati, più rischi di contrarre la malattia in forma grave e più rischi di morire. Molte persone credono di essere in controllo di questi rischi, ad esempio di poter evitare di essere contagiati minimizzando le interazioni sociali. Ma non è umanamente possibile annullarle del tutto e le varianti con cui abbiamo a che fare sono sempre più contagiose. Quindi è una pia illusione quella di poter controllare i rischi. Come coloro che si mettono in macchina, anziché prendere l’aereo o il treno perché pensano così di minimizzare il rischio di incidenti!

Può essere utile, a Suo avviso, l’introduzione dell’obbligo vaccinale?
Un obbligo generalizzato – anche al di fuori del mondo del lavoro – non sarebbe applicabile. Se sospendi il dipendente che non si vaccina e non gli paghi lo stipendio hai una leva forte per spingerlo a farlo. Ma come comportarsi con i lavoratori autonomi? E con chi non lavora? Si può forse mandare i carabinieri e gli infermieri a casa e vaccinarli immobilizzandoli? In Italia ci sono oggi più di 6 milioni di persone non vaccinate, tra no-vax, attendisti, paurosi e altri italiani sopra i 12 anni che non hanno ancora fatto almeno una dose di vaccino. Introdurre e applicare alla lettera l’obbligo assoluto al vaccino vorrebbe dire mettere in moto queste squadre di carabinieri e infermieri (che mancano negli ospedali) più di 12 milioni di volte (perché due sono generalmente le dosi del vaccino), ogni anno perché il Covid sarà con noi a lungo. Anche le sanzioni pecuniarie sono un’arma spuntata. I no-vax convinti non pagheranno: e l’amministrazione pubblica verrebbe subissata da milioni di procedimenti amministrativi e, tra qualche anno, di pignoramenti. Oppure si può pensare a conseguenze penali: un’arma ancora più spuntata in una giustizia con milioni di cause pendenti e con carceri sovraffollate. E comunque nessun giudice, quando tra anni si arriverà al terzo grado, manderà in galera un padre di famiglia perché qualche anno fa non ha voluto vaccinarsi.

In che modo un approccio pragmatico può aiutarci a comprendere come stanno le cose?
Il Covid ci pone di fronte a scelte difficili, in cui le libertà di ciascuno di noi sono strettamente intrecciate a quelle degli altri. C’è un conflitto latente fra ciò che uno vorrebbe fare e ciò che può fare senza danneggiare gli altri e, alla fine, anche sé stesso. In questo contesto non è possibile risolvere il conflitto appellandosi a principi assoluti o invocare la Costituzione. Bisogna trovare un equilibrio rispettando il più possibile le libertà individuali senza pregiudicare troppo quelle degli altri. Sono scelte difficili che possono essere fatte solo con sano pragmatismo. Lo stesso che ci ha condotto a non vietare di fumare all’aria aperta, ma solo in locali chiusi aperti al pubblico sebbene chi fuma abbia una probabilità più alta di ammalarsi e quindi possa gravare più degli altri sulle strutture sanitarie per malattie che potevano essere evitate rinunciando a fumare.

Tito Boeri è professore di Economia presso l’università Bocconi. È stato presidente dell’Inps e Centennial Professor alla London School of Economics. Tra i suoi libri: Populismo e stato sociale (Laterza 2017) e Riprendiamoci lo Stato (con S. Rizzo, Feltrinelli 2020).

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