“Segreti e tesori del Vaticano” di Massimo Polidoro

Dott. Massimo Polidoro, Lei è autore del libro Segreti e tesori del Vaticano edito da Piemme: come ricorda nel sottotitolo del libro, il Vaticano è l’unico Stato al mondo dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. A quando risalgono le origini del Vaticano?
Segreti e tesori del Vaticano, Massimo PolidoroIl Vaticano in origine era un territorio di campagna, l’Ager Vaticanus, che si estendeva sulla riva destra del Tevere, fuori dalle mura di Roma. Una zona pressoché deserta, deputata al pascolo e coltivata a orti e vigne. Il suo nome forse deriva da un antico insediamento etrusco, il Vaticum, o addirittura da Vagitano, nome del dio etrusco che proteggeva il “vagito” dei neonati. Ma secondo lo scrittore latino Aulo Gellio, il nome deriva da vaticinum, cioè l’arte della divinazione di cui gli etruschi erano maestri. Un’ipotesi che sembra confermata dal ritrovamento in zona di antichi altari dove si facevano sacrifici per la dea Cibele, a cui si chiedevano vaticini sul futuro. Qui, si trovava anche il Circo di Nerone dove, secondo la tradizione, morì durante le persecuzioni cristiane anche San Pietro. Quasi tre secoli dopo, sul luogo che si era tramandato come quello della sepoltura, l’imperatore Costantino, convertitosi al cristianesimo, volle che fosse costruita una basilica a lui dedicata. Quella fu l’originale basilica di San Pietro, che rimase in piedi dal 315 fino all’inizio del XVII secolo, quando fu definitivamente demolita per lasciare posto alla San Pietro che noi tutti oggi conosciamo.

Come si sviluppò nel corso della storia?
Oltre alla basilica, quasi subito si svilupparono nella zona luoghi di accoglienza per i pellegrini ed edifici riservati al clero. Fu però nel IX secolo che, dopo un’invasione saracena che aveva devastato i luoghi sacri, fu costruito un muro per proteggere la “cittadella vaticana”. Questo muro passerà nel corso dei secoli attraverso alcune trasformazioni fino ad arrivare, ai nostri giorni, con il perimetro che ora comprende lo Stato del Vaticano, il più piccolo stato sovrano del mondo e uno dei luoghi più ricchi di tesori storico-artistici del pianeta.

Quali sterminati tesori racchiude il Vaticano?
Nessun altro complesso museale può offrire una concentrazione d’arte più estesa nel tempo, più imponente nella quantità, più articolata nei generi. I soli Musei Vaticani non sono un solo museo, bensì tredici. Due di essi, la Pinacoteca e il Museo d’arte religiosa moderna, raccolgono la pittura, si potrebbe dire il meglio che l’uomo ha dipinto dai bizantini in poi, da Giotto a Francis Bacon, passando per Caravaggio e Van Gogh. Altri otto raccolgono tremila anni di scultura, dagli Egizi a Canova, dagli Etruschi a Manzù. Poi c’è il museo etnologico, il Lapidario, con una raccolta di migliaia di epigrafi antiche, e la Collezione delle Carrozze, oltre a quelle degli arazzi, di preziosi codici miniati, di oggetti sacri e profani dell’antica Roma, di icone, bronzi, avori, suppellettili, monete, francobolli, giocattoli, vasi… E non è che l’inizio del viaggio. Poi ci sono la Basilica di San Pietro, la Cappella Sistina, le Stanze e la Loggia di Raffaello, la cappella del Beato Angelico, l’appartamento Borgia, la Galleria delle Carte geografiche, il Palazzo Apostolico, le Necropoli, la Biblioteca Apostolica, l’Archivio Segreto, i Giardini Vaticani, le Ville Pontificie… Si è calcolato che per ammirare tutte le circa 120.000 opere delle collezioni, comprese quelle nei depositi, dedicando però solo un minuto a ciascuna, un attento visitatore impiegherebbe ben 88 giorni!

Il Vaticano racchiude anche angoli insoliti e misteriosi.
Tantissimi, e nel corso del viaggio che i lettori fanno insieme a me, li scopriamo uno dopo l’altro. Tra i più chiacchierati c’è naturalmente l’Archivio segreto del Vaticano, un’istituzione nata tra il 1611 e il 1614, dove si favoleggia siano nascosti chissà quali segreti. In verità, è un archivio preziosissimo dal punto di vista storico, ma che non cela complotti o cospirazioni globali come alcuni amano fantasticare. Tra i suoi tesori si trovano le 80 pergamene relative al processo ai Templari del 1308-1310, il “Sommario del processo contro Giordano Bruno” del 1597, riemerso nel 1940, e un “Estratto degli atti del processo di Galileo Galilei”. La leggenda della sua fama tra i cultori del mistero nasce da quell’aggettivo “segreto”, ma in realtà, nell’italiano del Cinque-Seicento questa parola voleva dire semplicemente “privato”, personale, cioè affidato al secretarius del sovrano.

Quali inaudite storie sul Vaticano racconta inoltre il libro?
La bellezza di un libro di queste dimensioni è proprio la possibilità che ha l’autore di scoprire storie insolite e approfondirle in un modo davvero unico. Si può dire che in ogni pagina c’è qualcosa di curioso e di sorprendente. Tra le tante che mi hanno colpito, per esempio, c’è la storia secondo cui le meravigliose Logge dipinte da Raffaello nel Palazzo Apostolico folgorarono Caterina la Grande, la zarina di tutte le Russie, succeduta al marito, lo zar Pietro III, a tal punto da volerle trasportare nel Palazzo d’inverno a San Pietroburgo. Resasi conto che sarebbe stato impossibile, ordinò che fossero ricreate identiche e incaricò l’architetto bergamasco Giacomo Quarenghi di accontentarla. Persino Goethe, che si trovava a Roma mentre i pittori di Caterina ricopiavano le decorazioni di Raffaello, rimase sbalordito dall’eccezionale impresa. E oggi, il paradosso è che per vedere l’opera di Raffaello bisogna andare all’Ermitage di San Pietroburgo, dove si trova il clone, poiché l’originale a Roma non è aperto al pubblico.

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