“Scrittrici del Medioevo”, a cura di Elisabetta Bartoli, Donatella Manzoli e Natascia Tonelli

Prof.sse Elisabetta Bartoli, Donatella Manzoli e Natascia Tonelli, Voi avete curato l’edizione del libro Scrittrici del Medioevo. Un’antologia pubblicato da Carocci. Il Medioevo è diventato proverbiale per la sua attitudine misogina: in che modo, in tale contesto, le donne riescono a farsi soggetto di scrittura?
Scrittrici del Medioevo, Elisabetta Bartoli, Donatella Manzoli, Natascia TonelliÈ certamente vero che la società medioevale possa apparire misogina, e per certi versi lo fu.

Il Medioevo ereditò dall’antichità classica e dal cristianesimo dei Padri un’attitudine misogina per la quale è diventato proverbialmente famigerato, di fatto salvando – dell’universo femminile – solo la triade virgo, vidua, mater, e condannando le altre donne come proiezione di Eva. Eppure, fu proprio il Medioevo cristiano a trovare elementi per un antidoto a quell’arcaica patologia, come la parità tra uomo e donna – in quanto per­sone – proclamata dalla Genesi e ribadita da Gesù, insieme alla larga e sentita diffusione del culto di Maria che, a partire dall’XI secolo, costituì una vera svolta culturale contribuendo all’idealizzazione della donna quale si incontrerà poi nella poesia cortese del XII secolo: grazie al culto mariano e anche in virtù delle riflessioni sull’amore per la donna, nel pieno e tardo Medioevo, in lati­no e nei volgari, si giunge dunque alla fondazione di una letteratura – e, cioè, di una cultura – anche profana, dove alla donna spetterà addirittura il compi­to di essere beatrice dell’uomo che vuole trascendere sé stesso. Nel Medioevo le donne sono protagoniste e oggetto di scrittura ma, come dimostra la nostra antologia e studi appena avviati per la letteratura mediolatina, sono state anche parte attiva del processo culturale e in numero considerevole sono state anche autrici.

A scrivere sono sia le religiose nei monasteri sia le laiche, in prevalenza nobili, ma non mancano – nel basso Medioevo – anche donne borghesi.

Quali dimensioni assume il patrimonio letterario femminile medievale?
Questa antologia porta alla ribalta quarantacinque autrici che si esprimono in mediolatino, in bizantino e nei volgari italiano, francese e provenzale, medio-tedesco e medio-olandese, lingue ibero-romanze, arabo, ebraico.

Ma questa è stata solo una severa selezione in un panorama fino a ora insospettato che palesa un esercito di scrittrici ancora da scoprire.

La mappa dei paesi in cui furono atti­ve le autrici mediolatine disegna i contorni di quasi tutta quella che è la nostra Europa: Francia, Italia, Inghilterra, Irlanda, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Ungheria, Svezia, Slovenia, Croazia; giungono testimonianze letterarie femminili anche da Gerusalemme e Tripoli.

Per quanto concerne la letteratura mediolatina, Bartoli e Manzoli hanno elaborato un censimento di quasi 350 autrici, di prossima pubblicazione: un numero impressionante che, già si intuisce, è destinato a crescere.

Quali sono le autrici più significative della letteratura femminile mediolatina?
Bisognerà innanzitutto specificare che la scelta antologica operata nel volume non corrisponde a una valutazione di merito. Abbiamo volutamente deciso di affiancare alle superstar (Duhoda, Eloisa, Roswita, Ildegarda) autrici poco o per niente note, alcune mai tradotte in italiano, ma del tutto degne di avere un posto sul proscenio letterario. Al riguardo tuttavia riteniamo che sia improprio parlare di autrici maggiori o minori; piuttosto esistono autrici più o meno conosciute. Infatti quelle meno note sono penalizzate dall’assenza di studi se non addirittura di edizioni: un auspicato nuovo interesse scientifico verso le autrici più appartate potrebbe riservare inattese soprese e rivelare scrittrici di tutto rispetto, come per esempio è il caso, proprio nell’antologia, di Erchenefreda, Ugheburga, Gisla, Rotrude, le anonime di Tegernsee.

Questa operazione di scavo è destinata a ridisegnare il canone della letteratura mediolatina.

Quali sono le voci femminili più rappresentative delle letterature nell’area germanica e romanza?
Anche per le lingue volgari vale il principio sopra enunciato. Ma, sicuramente, ci sono voci che risuonano con forza straordinaria. Fra le mistiche, ad esempio, quella di Mechthild di Magdeburgo che, dal 1250 e per trent’anni, si dedica a un’opera mista di meditazioni in prosa, preghiere, visioni, inserti lirici anche in rima che rappresenta uno dei vertici della mistica medievale. La luce fluente della divinità, una sorta di biografia intima sui generis, ha segnato in modo decisivo la storia della letteratura e della lingua tedesca moderna. Grandissima anche Christine de Pizan, o da Pizzano, giacché, figlia di bolognesi e nata a Venezia, si era trasferita con la famiglia a Parigi, dove ha poi sempre vissuto potendo godere di una formazione laica. La città delle dame è l’opera più famosa della sua vastissima produzione, intesa con grande determinazione e coerenza a ridefinire il ruolo delle donne, per le quali Cristina rivendica una serie di diritti, su tutti quello all’istruzione e alla presenza autorevole nella vita pubblica. Nel nostro ‘volgare di sì’ invece le autrici sono davvero rare fino al Quattrocento avanzato: abbiamo dato spazio alla prima testimonianza lirica con i sonetti duecenteschi della Compiuta Donzella, cui faranno seguito le formidabili lettere di Caterina da Siena e poi alcuni altri nomi rappresentativi del Quattrocento.

In quali altri aree geografiche e linguistiche fiorisce la produzione letteraria femminile nel Medioevo?
Le aree dell’estremo est, con le poetesse bizantine e con i loro ingenti poemi, e dell’estremo ovest, del sud della penisola Iberica. Di grandissimo impatto sono le liriche delle poetesse arabo-andaluse. A tutti gli effetti voci dell’Europa medievale, sono portatrici di valori culturali e di temi letterari che ora hanno la forza di farci sobbalzare, e che allora coabitavano in terra di Spagna con la tradizione occidentale cristiana e con quella ebraica, pure rappresentata nella nostra antologia. Spesso gli intellettuali erano bilingui o trilingui, sapendosi esprimere per scritto in latino, ebraico e arabo. Proprio nella produzione araba ardite metafore espressione di un esplicito desiderio erotico si uniscono alla più sapida e puntuta satira sociale.

Quali sono i generi maggiormente praticati dalla produzione letteraria femminile nel Medioevo?
Le numerose scrittrici sono impegnate in svariati generi letterari: in primo luogo, com’è comprensibile, l’epistolografia, per la sua impre­scindibile funzione comunicativa; ma ben rappresentati sono pure l’agiografia, la storiografia, la manualistica, il teatro, l’epica, la poesia, l’autobiografia, la trattatistica medica e filosofica.

Quali temi abbraccia la produzione letteraria femminile nel Medioevo?
Nell’antologia abbiamo scelto di suddividere i passi selezionati in sei sezioni tematiche: L’e­ducazione, Il sé e il mondo, La maternità, L’amo­re, Il corpo e il sesso, La mistica e il sacro. Ciascuna sezione rispecchia una realtà letteraria diacronica e plurilinguistica. Naturalmente questi temi non esauriscono gli ambiti della produzione letteraria fem­minile nel Medioevo, ma bene lasciano intendere la trasversalità di un comune sentire.

Elisabetta Bartoli è professoressa associata di Letteratura latina medievale e umanistica all’Università degli Studi di Siena; è tra le fondatrici del Centro MedioEvA (https://medioeva.unisi.it/). Si occupa di retorica, epistolografia, bucolica mediolatina, letteratura femminile e d’amore.

Donatella Manzoli è professoressa associata di Letteratura latina medievale e umanistica alla Sapienza Università di Roma. Si occupa di poesia mediolatina, umanistica e rinascimentale, agiografia e letteratura femminile mediolatina. Dirige la collana Magazzino Mediolatino (ed. Spolia).

Natascia Tonelli è professoressa ordinaria di Letteratura italiana all’Università degli Studi di Siena. Tra i suoi libri Fisiologia della passione. Poesia d’amore e medicina da Cavalcanti a Boccaccio (Firenze, 2015)

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