“Sanno di vento” di Renato De Lucia

Sanno di vento, Renato De LuciaSanno di vento
di Renato De Lucia
NeP edizioni

Sanno di vento e del vento hanno la rarefatta impermanenza, le parole dei poeti; hanno il sapore amaro della vita, nella quale l’anima si «spiaccica» in un «eterno vorticare» (Spiaccicata l’anima). Eppure il Poeta non può trattenersi, deve vergare le sue «parole / ormai stanche», anche quando in lui «esplodono dentro tristi versi» (Esplodono versi), anche quando conosce bene la vacuità del marchiare «con inutili parole / ogni pagina bianca» (Socrate e Pavese) e i suoi versi sgorgano «affilati come lacrime» (Forse è troppa la luce).

La morte incombe su «questa fraterna piccola storia» che è la nostra vita (Un cono d’ombra). Ci soccorrono l’amore, la bellezza, l’amicizia, di cui De Lucia si fa cantore; in lui si fa lirismo la «continua celebrazione / del corpo-fuoco delle donne / sempre vere sempre belle / loro sì che coltivano intelligenza e cuore fin sotto la pelle» (Come se); le donne, che in fondo «sono la vita» (Sanno di vento). La passione in cui, sola, forse, risiede un barlume di speranza tanto che l’immanente carnalità può dar forma alla domanda su «come un poeta ama il mondo»: «i nostri corpi sono la risposta / spogliano la vita e il suo mistero / altro che scienza e filosofia» (Mi chiedi).

Il bisogno di senso e l’angoscia del destino eterno alimentano lo stupore dell’essere-nel-mondo, l’In-der Welt-sein heideggeriano: «Eppure sono nato / perché si nasce senza ragione» (Eppure sono nato) e lo portano piuttosto a domandarsi «Cosa ne farò di me / quando sarà l’eterno immobile silenzio? […] Chi rammenderà le mie poesie?» (Cosa ne farò di me)

Non basta, però, a spegnere il rassegnato nichilismo della certezza che «tutto passa / e diventa passato / il futuro si spegne / si consuma il presente / Si dissolve nel niente» (Poi passa tutto).

L’Autore

Sono campano di nascita, lombardo d’adozione. Sono infatti nato in provincia di Caserta dove ho vissuto infanzia e adolescenza, ho studiato all’Università di Napoli, laureandomi in Storia e Filosofia. Nel 1983 sono venuto a Bergamo per lavorare come insegnante e qui sono rimasto con la famiglia che comprende mia moglie e nostro figlio. Da nove anni vive con noi anche un cane. Scrivo “da sempre” soprattutto poesie ma mi sono cimentato anche nella narrativa. Nel corso degli anni ho partecipato ad alcuni concorsi letterari, ottenendo anche riconoscimenti. Il riconoscimento maggiore l’ho però ricevuto dal grande Franco Loi che mi ha “laureato” poeta, incoraggiandomi a scrivere. Ho pubblicato cinque raccolte di liriche: Poesie (Gabrieli Editore, 1975), Dalla Solitudine dicendo (Eurapress, 1988), Eppure sono nato (Fondazione Mario Luzi, 2015), Mi porto dentro (Porto Seguro Editore, 2020), Sanno di vento (Nep Editore, 2023)

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