“Questioni private. Vita incompiuta di Beppe Fenoglio” di Piero Negri Scaglione

Dott. Piero Negri Scaglione, Lei è autore del libro Questioni private. Vita incompiuta di Beppe Fenoglio edito da Einaudi: quale importanza riveste, per la letteratura del Novecento, l’opera di Beppe Fenoglio?
Questioni private. Vita incompiuta di Beppe Fenoglio, Piero Negri ScaglioneSono un umile biografo, non vorrei uscire dalla mia area di competenza, però credo sia corretto affermare che oggi Beppe Fenoglio è unanimemente considerato uno dei più significativi autori del secondo Novecento, alla pari con altri grandi, quasi suoi perfetti coetanei, e cioè Leonardo Sciascia, Primo Levi, Pier Paolo Pasolini, Luigi Meneghello, Mario Rigoni Stern (e sono i primi che mi vengono in mente). Sarebbe interessante analizzare e confrontare le loro storie e le loro opere, e capire perché l’Italia ha avuto in una sola generazione una tale quantità di autori notevolissimi, per di più molto diversi tra di loro. Per rimanere a Fenoglio, Maria Corti diceva che era “un creatore di lingua” e credo che questa sia la misura della sua grandezza. Fenoglio ha cercato per tutta la sua breve vita (è morto a 40 anni) di inventare una lingua nuova e giusta dal punto di vista letterario e anche civile. Una lingua che rispecchiasse il nuovo mondo e la nuova Italia che stavano nascendo dalle rovine della guerra.

Quali tappe hanno segnato la vicenda umana e intellettuale dello scrittore di Alba?
Fenoglio stesso diceva che il Liceo e la guerra erano state le esperienze che l’avevano formato. Poi aggiungeva la paternità, che però è arrivata nella sua vita, a soli due anni dalla morte. Il Liceo Classico per lui, figlio di un macellaio di provincia, fu una conquista insperata: aprì una finestra su mondi lontanissimi, l’Inghilterra di Shakespeare e Milton, la grande letteratura, che divennero il centro del suo immaginario, così insolito per l’Italia di quegli anni. La guerra, che attraversò la sua vita intorno ai vent’anni, gli diede invece il materiale narrativo di cui sono fatte alcune delle sue opere maggiori.

Quali sono le sue opere più significative?
Certamente “Una questione privata”, romanzo breve che uscì poco dopo la sua morte e a cui lavorò negli ultimi anni di vita. È anche il testo che consiglio sempre a chi si accosta per la prima volta Fenoglio e il suo lavoro. Poi anche “La paga del sabato”, storia del difficile reinserimento di alcuni ex partigiani nella vita civile, scritto negli anni quaranta e uscito solo nel ’69, e naturalmente “Il partigiano Johnny”, che però è un gesto complesso e sperimentale, non concluso. Direi che è esplosivo, e va maneggiato con cura. Straordinari sono molti racconti, di ambientazione partigiana (“I ventitre giorni della città di Alba”) e contadina (“Un giorno di fuoco”, “Ma il mio amore è Paco”, anche “La malora”, che è un romanzo breve). Meraviglioso “Il gorgo”, racconto brevissimo che si legge in cinque minuti e non si dimentica più.

Quali temi caratterizzano la sua produzione letteraria?
Il tema dei racconti e dei romanzi di Fenoglio è la solitudine dell’uomo di fronte alle durezze della vita, alle scelte esistenziali, alla natura ostile e alla società violenta. I suoi eroi sono sempre antieroi alle prese con un destino spesso soverchiante.

Quale influenza ha avuto su Fenoglio la sua terra di origine, le Langhe?
Le Langhe, terra d’origine del ramo paterno della sua esistenza, sono state importantissime per la vita di Fenoglio e per il suo lavoro di scrittore. Sono la terra degli avi, lo sfondo dei suoi racconti contadini e delle sue storie di guerra. Senza le Langhe, è impossibile anche solo immaginarlo come scrittore, anche se ovviamente lui ha trasfigurato quel territorio, l’ha fatto diventare letteratura, sull’esempio di un autore da lui amato, ovvero William Faulkner, che scrivendo di una sola contea degli Stati Uniti per tutta la vita giunse a essere premiato con il Nobel. Che, scherzando ma non troppo, anche Fenoglio diceva di voler un giorno ottenere.

Quale ricezione ha avuto l’opera di Fenoglio?
Fenoglio, come si diceva, è morto a 40 anni, con tre soli libri pubblicati in vita. Fu attaccato da sinistra per “I ventitré giorni della città di Alba”, che avevano un punto di vista ironico e apparentemente distaccato delle vicende resistenziali della sua città. Poi fu attaccato da destra per “La malora”, che raccontava la storia di un povero contadino figlio di contadini con durezza e accenti tragici. Però è importante dire che, purtroppo solo dopo la morte, con l’uscita del “Partigiano Johnny” e prima ancora di “Una questione privata” Fenoglio è stato protagonista di una scoperta (non riscoperta, direi proprio scoperta) che non ha eguali in Italia. Oggi è molto letto, più di tanti autori della sua generazione, ed è apprezzato anche da molti giovani, che in “Una questione privata” si ritrovano e riconoscono. Il centenario che si sta svolgendo nella sua città, Alba, e in altre località italiane, non è una celebrazione del passato, ma la testimonianza viva dell’affetto per un autore che tante persone sentono vicino, contemporaneo.

Piero Negri Scaglione (Alba 1966) ha studiato Letteratura anglo-americana. Giornalista, è stato caporedattore dell’edizione italiana di «Rolling Stone», vicedirettore del mensile «GQ» e giornalista de «La Stampa». Con Einaudi ha pubblicato: Questioni private. Vita incompiuta di Beppe Fenoglio (2006 e 2007), Rock! Come comporre una discoteca di base (2008) e Che hai fatto in tutti questi anni. Sergio Leone e l’avventura di C’era una volta in America (2021).

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