“Quantum” di Patricia Cornwell: riassunto trama e recensione

Quantum, Patricia Cornwell, riassunto, trama, recensioneCon il suo ultimo thriller, Quantum, l’autrice di best seller Patricia Cornwell porta i suoi lettori nello spazio, inaugurando una nuova serie e presentando un’insolita eroina femminile.

La protagonista, nonché la narratrice della vicenda, è Callisto “Calli” Chase, esperta di crimine informatico e pilota presso il Langley Research Center, il più vecchio dei dieci siti nazionali della NASA. Calli ha una sorella gemella, Carme, come lei intelligente e brillante, e anche lei impiegata all’Ente spaziale. Figlie di veterani della NASA, lo spazio ce l’hanno entrambe nel sangue da sempre: “Abbiamo sempre avuto un piede in acqua e l’altro in cielo, e miravamo alla Luna e oltre” racconta Calli, “Il nostro campo giochi durante l’infanzia erano 310 ettari di edifici governativi numerati, collegati da tunnel che formavano un labirinto di misteriose camere, incubatori, laboratori e strutture per i test infestati da leggende e abitati da geni”.

Il libro si apre alla vigilia di un lancio di rifornimento verso la Stazione Spaziale internazionale dove sta per essere installato il cosiddetto LEAR (Lettore di atmosfera dell’orbita terrestre bassa). All’installazione è stato dato grande rilievo mediatico, tutti ne sono entusiasti ma “non lo sarebbero, se sapessero la verità”, come confessa Calli che sa invece che si tratta di una copertura per una missione top secret: “il LEAR non è il LEAR, e non osserverà né misurerà nulla della Terra, della Luna, dello spazio profondo né di nient’altro. Non proprio.”

La situazione si fa subito complessa: sta arrivando una tempesta che rischia di mettere in forse il lancio, si verifica un guasto ai sistemi di sicurezza della sezione più importante del centro di ricerca della NASA, un tunnel sotterraneo chiamato in codice “Yellow Submarine”, facendo sospettare un sabotaggio e un dipendente viene trovato morto per un apparente suicidio che però assomiglia più a un omicidio. Calli si trova così ad indagare su questi misteri, e la sua è da un lato una corsa contro il tempo per impedire un sabotaggio che sarebbe disastroso per la NASA, e dall’altro un disperato tentativo per scagionare Carme, scomparsa in missione da giorni, su cui sembrano convergere tutti i sospetti.

Alle indagini partecipano anche la maggiore della polizia della NASA Fran Lacey, fidata amica di Calli, e il generale Dick Melville, comandante della Space Force ed ex capo e mentore di Calli. Dick sembra sapere qualcosa che però non vuole o non può condividere con Calli, tanto che lei non è in grado di capire se può fidarsene completamente o meno: “Dick continua a tacere, non una parola o un sospiro. Niente, in un senso o nell’altro, su dove Carme possa essere, né se sia ragionevolmente al sicuro. Non mi dice di sapere dove si trova, ma nemmeno di non saperlo.”

Calli è una donna meticolosa e razionale a cui è stato insegnato a valutare attentamente strategie e tattiche, tenendo per sé i sentimenti e gli slanci emotivi. Per indagare è necessario mantenersi vigile, avere più dubbi che pregiudizi e lasciarsi guidare unicamente dall’obiettività. “Se me lo chiedete” riflette Calli “la criptonite dell’umanità è il fanatismo, il pregiudizio, il “noi contro di loro”. Persone benintenzionate accecate da rivalità e ambizione, o dall’amore e dai legami di sangue. Ti sopraffanno, e sono loro a decidere chi è dentro e chi è fuori, a dividere le persone in gruppi, a fare elenchi e supposizioni, a dire che io vado bene e tu no.”

Attraverso una serie di flashback e attraverso le riflessioni di Calli, la Cornwell arricchisce la trama di dettagli del passato delle due sorelle e insinua nel lettore dubbi su come tali eventi abbiano potuto influire sull’intrigo in corso. Benché abbiano personalità estremamente diverse, quasi opposte, Calli e Carme sono da sempre molto legate e la lealtà verso la propria famiglia, oltre che verso la NASA stessa, è uno dei tratti caratteriali più forti della protagonista.

Più che un’investigatrice, Calli ricorda però un supereroe. Senza battere ciglio si infila tuta anticontaminazione e maschera integrale per proteggersi da antrace, ricina, sarin e carfentanil, maneggia sfere di fibra di carbonio come fossero palloncini, ha in dotazione gadget degni di James Bond (chi non vorrebbe un analizzatore di spettro portatile? O una penna realizzata con una lega aerospaziale che scrive in ogni condizione, con una punta in carburo di tungsteno in grado di incidere il vetro?), ed è intelligente in modo talvolta irritante (“Diciamo che il computer pesa 2,04 chili e cade da un’altezza di 1,52 metri: calcolo che l’energia all’impatto sarebbe di 30,39 joules”). Inoltre, chi non è un fan sfegatato delle missioni spaziali può trovare eccessiva la quantità di dettagli tecnici, oltre che acronimi e sigle, di cui è disseminato il romanzo. Aiuta però sapere che neanche per la Cornwell è stata una passeggiata entrare nel mondo astruso dei “quanti”. Per poter padroneggiare la materia, non soltanto ha visitato le strutture della NASA e i centri di addestramento per astronauti disseminati negli Stati Uniti, ma ha anche avuto colloqui diretti con la famosa astronauta Peggy Whitson e ha lei stessa imparato a camminare nello spazio. E in ogni caso, come ci ricorda il fisico Niels Bohr nella citazione in apertura al romanzo, “Quelli che non rimangono scioccati la prima volta che si imbattono nella meccanica quantistica, non possono averla compresa”.

Silvia Maina

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