Quanti libri sono stati scritti?

Quanti libri sono stati scritti? Una risposta sensata ce la fornisce direttamente Google attraverso uno dei responsabili del progetto Google Books. Bene, il calcolo dei libri che sono stati scritti nella storia umana ammonta a 129.864.880!

Come si è giunti a questo numero?

Col progetto Google Books l’azienda californiana si è posta l’ambizioso obiettivo di digitalizzare tutti i libri del mondo. L’ultimo dato disponibile (ottobre 2019) relativo alla quantità di libri effettivamente scansionati indica in 40 milioni i libri disponibili online.

Il primo ostacolo da superare per stimare quanti libri siano mai stati scritti è definire cosa debba intendersi esattamente per “libro”. Non quelle che gli esperti di biblioteconomia chiamano opere, vale a dire le «distinte creazioni intellettuali o artistiche». Ha senso infatti considerare separatamente tutte le diverse edizioni di un’opera (come, ad esempio, I Promessi Sposi) in quanto è utile distinguere tra libri contenenti, ad esempio, versioni o apparati critici diversi.

La definizione di libro adottata da Google è quella di “tomo“: un ideale volume rilegato. Un tomo può contare milioni di copie (ad esempio, una particolare edizione di Origin di Dan Brown) o può esistere solo in una o due copie (come la tesi di un oscuro ricercatore che languisce in una biblioteca universitaria). Tuttavia, anche questa definizione, per quanto conveniente allo scopo, presenta degli svantaggi. Ad esempio, costituiscono due libri quelli con copertina rigida e flessibile stampati dello stesso testo ma sono trattati come un singolo libro gli opuscoli rilegati insieme.

Non è nemmeno risolutivo il semplice conteggio dei codici ISBN (International Standard Book Numbers) in quanto gli ISBN (e i loro precursori SBN) sono in circolazione solo dalla metà degli anni ’60 e sono stati ampiamente adottati solo agli inizi degli anni Settanta. Sono poi prevalentemente diffusi nei soli paesi occidentali. Ragione per la quale la maggior parte dei libri stampati in precedenza e quelli non destinati alla distribuzione commerciale o stampati in altre regioni del mondo, non hanno mai ricevuto un codice ISBN.

L’altro motivo per cui non è possibile fare affidamento sui soli codici ISBN è che da quando sono diventati uno standard accettato, sono stati utilizzati in modi non standard. A volte sono stati assegnati a più libri: in alcuni casi da due a 1.500 libri condividono il medesimo codice ISBN! Spesso sono anche assegnati a cose diverse dai libri. Anche se intendono rappresentare “libri e prodotti simili a libri”, codici ISBN unici sono stati assegnati a qualsiasi cosa, dai CD ai segnalibri, alle magliette.

Che dire di altri identificatori ben noti, ad esempio quelli assegnati dalla Library of Congress (Library of Congress Control Numbers) o OCLC (WorldCat)? Invece di identificare i libri, essi identificano i record che descrivono entità bibliografiche. Ad esempio, al record bibliografico Appunti di lezioni di matematica (una serie monografica con migliaia di volumi) viene assegnato un singolo codice OCLC. Questo ha senso quando si organizzano i cataloghi delle biblioteche, ma non ci aiuta a contare i singoli volumi. Questa pratica provoca anche la duplicazione: a un determinato libro può essere assegnato un numero se catalogato come parte di una serie o un set e un altro quando catalogato da solo. La duplicazione è ulteriormente esacerbata dalla difficoltà di aggregare più cataloghi di librerie che utilizzano regole di catalogazione diverse. Ad esempio, a un’unica edizione italiana di “Angeli e demoni” sono stati assegnati non meno di 5 numeri OCLC.

Per risolvere tali problematiche, Google raccoglie metadati da molti fornitori (oltre 150) che includono biblioteche, cataloghi nazionali e distributori commerciali. I record così raccolti (quasi un miliardo) vengono poi ulteriormente analizzati per ridurre il livello di duplicazione al loro interno, portandone il numero fino a quasi 600 milioni.

Questo significa che ci sono 600 milioni di libri unici al mondo? Quasi. Esistono tuttavia ancora molte duplicazioni all’interno di un singolo fornitore (ad es. biblioteche che contengono più copie distinte di un libro). I record duplicati vengono quindi riuniti in cluster “tomo”, tenendo conto di tutti gli attributi di ciascun record.

Leonid Taycher conclude così la sua riflessione: «Escludendo i periodici, possiamo finalmente contare tutti i libri del mondo. Ce ne sono 129.864.880. Almeno fino a ieri.»

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