
Attraverso la sua esperienza personale e abbracciando l’affascinante filosofia buddista, l’autore vuole offrire ai lettori uno spunto per intraprendere un percorso di profondità e di leggerezza al fine di ritrovare se stessi, nel modo più semplice e indolore possibile. Tra i titoli più venduti in Italia, Profondo come il mare, leggero come il cielo è una lettura impegnativa, profonda che però aiuta a fornire nuovi e interessanti spunti per stare bene con la propria persona e, di conseguenza, anche con gli altri. “Il mondo là fuori, con il suo rumore e il suo caos, proverà sempre a entrarti dentro […] Torna all’origine: calma la mente”. Da leggere assolutamente, il nuovo libro di Gianluca Gotto può davvero cambiare la vita.
Trama
Profondo come il mare, leggero come il cielo è un viaggio introspettivo che abbraccia la filosofia zen. Il buddismo rappresenta per lo scrittore torinese un importante passo verso la guarigione, un sistema efficace in grado di rivoluzionare il modo di affrontare la vita di tutti i giorni con le sue difficoltà. Per poter cambiare il corso degli eventi è necessario cambiare il proprio io e il modo con cui ci si rapporta con gli altri e la quotidianità.
In questo libro, Gianluca Gotto condivide con i lettori storie di incontri, esperienze e insegnamenti che lo hanno salvato nel momento più difficile della sua esistenza. Una testimonianza utile per aiutare a trasformare il dolore in terreno fertile e tornare ad essere felici. “Il mio augurio è che anche tu […] possa diventare la persona che meriti di essere”.
Recensione
Profondo come il mare, leggero come il cielo è un libro generoso, intimo e ricco di saggezza millenaria. Le 445 pagine, articolate in brevi racconti, aneddoti, esperienze e riflessioni, rappresentano un dono prezioso dell’autore ai suoi lettori per aiutare a vivere meglio la vita frenetica di ogni giorno e affrontare con maggiore serenità e saggezza le tante avversità, al fine di ritrovare quella felicità che sembra ormai perduta.
Il nuovo capolavoro di Gianluca Gotto, autore del libro d’esordio Le coordinate della felicità, è il racconto di quel viaggio introspettivo intrapreso con non poche difficoltà per uscire fuori da un periodo buio della propria vita. Avvicinandosi alla filosofia buddista ha scoperto un modo differente di approcciarsi alla vita, maturando una nuova consapevolezza di sè e di conseguenza imparando a relazionarsi con gli altri. Infondo, la vita può avere dei risvolti positivi solo se ci si pone dinnanzi ad essa con un atteggiamento aperto, senza crearsi troppe aspettative per il futuro e senza rimanere troppo attaccati al passato. “Non indugiare sul passato; non sognare il futuro, concentra la mente sul momento presente”.
Molte volte ci lasciamo abbattere dagli eventi del quotidiano, perdiamo la speranza, la fiducia e quella serenità che può guidarci verso la felicità. L’obiettivo dell’autore torinese, in verità, è quello di offrire ai suoi lettori una via d’uscita alla sterilità del quotidiano. “Tu non sei le nuvole che vanno e vengono. Tu sei il cielo”. Non bisogna lasciarsi trasportare dagli eventi, ma trasformare la propria esistenza in un’inaspettata e miracolosa rinascita. “Il cielo è saggio. Sa lasciare andare ciò che lo attraversa”.
Dallo stile semplice e molto scorrevole, lo scrittore si rivolge al lettore quasi come un padre, dandogli del tu. Si mostra nella sua fragilità, aprendosi senza filtri e raccontando la propria esperienza di vita che gradualmente gli ha cambiato il modo di relazionarsi con il mondo. Nella sua complessità (non è facile comprendere e fare propria la filosofia buddista) il libro è molto illuminante e profondo al tempo stesso. Pur aiutando a riflettere, non mancano quei momenti di leggerezza che quasi fanno sorridere e divertire.
Difficile da leggere tutto d’un fiato, il libro riesce ad entrare fin dentro l’anima e a scombussolare gli equilibri precari pur operando con molta delicatezza, aiutando a mostrare un mondo diverso da quello che si è abituati a vedere quotidianamente.
In qualche modo è possibile definire questo capolavoro come uno scritto adulto, maturo, capace di parlare del buddismo con un’estrema semplicità.