
Quale riflessione svolse Giacinto Menotti Serrati circa la condizione dei partiti operai di fronte alla guerra?
Secondo Serrati, un partito che ha nel suo DNA costitutivo il perseguimento della pace, la tutela delle classi popolari e la solidarietà di classe tra gli operai di tutte nazioni non poteva di per sé accettare e tantomeno partecipare alla guerra. Per questo la sua azione, anche dopo l’apertura delle ostilità, fu improntata a ricostituire l’Internazionale operaia e a conseguire la pace tra i popoli.
In che modo Maria Montessori cercò la mediazione tra il regime fascista e la pedagogia liberale?
La mediazione fra le due parti doveva conseguire vantaggi reciproci. Montessori adulò il regime, al momento della fondazione della sua Scuola, regime che di fatto contraccambiò tutelando l’Opera Nazionale Montessori, presieduta dallo stesso Giovanni Gentile. La pedagogista girò indisturbata mezzo mondo, dove il regime esaltò e fece proprio il metodo della Montessori.
Come si sovrappongono, in Luigi Cortesi, l’impegno comunista e la professione dello storico?
A questa osservazione, Cortesi, che ho frequentato, rispondeva provocatoriamente che lo storico non è obiettivo, per sua natura e per formazione scientifica e politica. Del resto, se è pur vero che il suo magistero e la sua produzione si svilupparono tra il ’68 e il 1998, nel periodo di massima partecipazione studentesca e tensione politica, non possiamo ignorare oggi, col dovuto equilibrio, che, ad esempio, un conto è l’interpretazione della storia d’Italia del Croce, e un altro è quella di Procacci, di Chabod, di Ragionieri o Castronovo. Ognuno ha una sua formazione e soggettività. Lo statuto dello storico impone anzitutto la veridicità e sacralità delle fonti.
In che modo il percorso universitario di Sandro Pertini testimonia la battaglia, gli scontri e le sconfitte culturali dell’antifascismo militante?
La formazione di Pertini è tutta fatta di battaglie e scontri. Da quando si batte contro la guerra a quando si candida con successo nelle liste socialiste del suo paese. Da quando sostiene i portuali liguri in sciopero fino ai primi attacchi squadristi; dall’iscrizione a “Italia Libera” alla discussione della tesi di laurea presso il “Cesare Alfieri” di Firenze, allorché il giovane “sovversivo” era già schedato dalla polizia fascista. Risultato fu che, presentato alla Commissione con una media di 102/110, fu laureato con 94/110, otto punti sotto la media.
Come si articolava il progetto di trasformazione di Roma dell’ingegner Paolo Orlando?
Paolo Orlando, con moderna visione innovatrice e sulla scorta di quanto era già stato fatto in altre città europee ed italiane (Ravenna), progettò di costruire un Canale di una ventina di km che collegasse il mare di Ostia con Roma, fino a S. Paolo, dove immaginò la futura Darsena. Un progetto che si scontrava con l’idea di collegare i due centri con una ferrovia che Mussolini inaugurò pomposamente nell’agosto 1924, pochi giorni dopo la scoperta del cadavere di Matteotti.
Fabio Fabbri, già professore ordinario di Storia contemporanea all’Università Roma Tre, è autore di Le origini della guerra civile. L’Italia dalla Grande Guerra al fascismo. 1918-1921 (Utet, 2009) e L’Italia cooperativa. 1861-2011. Centocinquant’anni di storia e di memoria (Ediesse, 2011). Ha curato l’Introduzione all’edizione critica della tesi di laurea di S. Pertini, La cooperazione (AMES, 2013). Per le edizioni Castelvecchi ha diretto l’opera Storia del Lavoro in Italia, in 6 volumi (2015-2018) e ha curato Maria Montessori e la società del suo tempo (2020).