
Ma va ricordato che sebbene la Relazione Finale sia un documento fondamentale per capire sul serio ciò che accadeva (e che ancora accade) nella cittadina bosniaca, essa è solo un parere. Autorevole, ma sempre un parere. Spetterà eventualmente al Papa – Francesco o ai suoi successori – esprimersi in modo formale sull’autenticità o meno di questo fenomeno.
Questo perché la Commissione Pontificia quando nel 2010 fu coraggiosamente istituita da Benedetto XVI aveva come compito quello di rispondere ad una precisa domanda: quello che accade a Medjugorje è vero o falso? Alla Commissione quindi non era richiesto di produrre un atto formale di autenticità ma semplicemente di svolgere una inchiesta per capire quello che lì succedeva e succede. E il risultato di questa inchiesta doveva essere consegnata nelle mani del Pontefice.
Quali vicende hanno segnato il dibattito intorno agli avvenimenti di Medjugorje?
Si può certamente affermare che le vicende che hanno segnato e segnano il dibattito su questo fenomeno sono molte. Apparizioni a parte, intorno a Medjugorje è molto sentito il discorso dei cosiddetti “segreti”, ovvero rivelazioni che i veggenti avrebbero ricevuto dalla Gospa (così viene chiamata in bosniaco la Madonna) che riguarderebbero eventi futuri (e apocalittici?) del mondo. Su questi segreti è in corso un dibattito molto acceso. E la stessa Commissione Pontificia più volte durante gli interrogatori ai veggenti ha cercato di conoscerne i contenuti. Ma alla fine l’indirizzo comune dei Membri è stato quello di ignorarli per non ricadere nell’errore – come accaduto nel giudizio di altre apparizioni, per esempio quelle de La Salette – di far diventare i Segreti la prova dell’autenticità delle apparizioni. Come a dire: se i segreti si verificano, necessariamente le apparizioni devono essere vere.
Altro motivo di dibattito sono le condizioni economiche dei veggenti. Per molti, infatti, alcuni veggenti vivrebbero nel lusso grazie proprio alla loro fama e agli esercizi commerciali e turistici di cui sarebbero proprietari. In realtà, come la stessa Commissione Pontificia ha chiarito, i veggenti non sono affatto ricchi ma semplicemente poco meno di benestanti.
E poi altro motivo di dibattito è il fatto che tutti i veggenti si sono sposati e hanno figli. Questo – secondo alcuni – sarebbe elemento sufficiente per bollare come fasulle le manifestazioni mistiche di cui gli stessi si dicono destinatari. Chi sposa questa teoria sostanzialmente si chiede: “Può chi ha visto la Madonna fare sesso (anche se è finalizzato alla procreazione)?
Infine, altro elemento di discussione è il fatto che ormai le apparizioni di Medjugorje durerebbero da oltre 40 anni. Quindi una Madonna che si rivelerebbe così tante volte per qualcuno non sarebbe credibile. In realtà – come ha fatto notare la Commissione Pontificia – quelle di Medjugorje non sono affatto le apparizioni più lunghe della storia. Infatti, ad oggi, le apparizioni mariane più lunghe (sono state riconosciute ufficialmente qualche anno fa) sono quelle di Laus, in Francia.
In che modo, intorno al fenomeno di Medjugorje, si scontrano giudizi opposti e quali rischi esso sottende per la Chiesa cattolica?
Uno dei problemi fondamentali e ancora irrisolti del fenomeno di Medjugorje è la cosiddetta Questione Erzegovinese. Cioè i presunti fenomeni soprannaturali si inseriscono in un duro braccio di ferro (che ancora oggi non si è risolto) tra la diocesi di Mostar –Duvno e i cosiddetti frati disobbedienti. Per “caso erzegovinese” si intende la distribuzione delle parrocchie tra il clero regolare francescano e quello diocesano nella Diocesi di Mostar-Duvno. Su richiesta della Santa Sede sia il vescovo del tempo sia il provinciale francescano fecero una divisione delle parrocchie, approvata dalla Sede Apostolica, nel 1899. La Congregazione de Propaganda Fide nel 1975 emanò un Decreto secondo il quale i francescani dovevano mettere alla libera disposizione del Vescovo 8 parrocchie (decise già nel 1899), e permettere, inoltre, lo smembramento della parrocchia affidata loro a Mostar, perché si erigesse la parrocchia della Cattedrale. La nuova parrocchia fu eretta nel 1980 e due francescani di Mostar crearono tanti ostacoli, sobillando il popolo, per bloccare la vita pastorale della cattedrale.
Attenzione, saranno proprio questi due religiosi a segnare l’inizio delle violente reazioni dei due vescovi di Mostar – prima mons. Pavao Žanić e poi Ratko Perić contro la Gospa che proprio nel giugno del 1981 comincia ad apparire a Medjugorje. E secondo i vescovi di Mostar-Duvno dal dicembre di quell’anno la Gospa si sarebbe schierata apertamente dalla parte dei due frati disobbedienti.
Questo è il punto più delicato, origine di ogni polemica: può una Gospa che appare prendere le parti e difendere quei religiosi che non obbediscono al proprio vescovo che – seppure indegnamente – rappresenta in quel territorio l’autorità della Chiesa? Una Madonna che si presenta ai veggenti con messaggi di difesa dei frati quanto può essere affidabile?
In una visione più ampia possiamo affermare quindi che nessun altro evento come quello che sarebbe accaduto (e che accadrebbe ancora oggi) a Medjugorje appassiona e divide la stessa Chiesa universale. I due fronti – a favore e contrari –non solo sono composti da esponenti autorevoli ma sono anche ferocemente combattivi. Tanto che più di qualcuno mi fa notare come sulla veridicità o meno di Medjugorje si rischia uno scisma all’interno della Chiesa. E questo perché i due fronti considerano questo fenomeno alla stregua di uno stendardo da innalzare in cui sono rappresentate due visioni opposte: la prima, sorretta da chi approva Medjugorje, ci vede un rinnovamento totale della stessa chiesa. L’altro – dove ci sono gli accaniti accusatori del fenomeno – vede in Medjugorje una colossale ribellione all’autorità della Chiesa.
Quale nuovo corso inaugurano, rispetto alla modalità tradizionale della Chiesa di affrontare fenomeni come questi, i documenti pubblicati?
I documenti che pubblico inaugurano una nuova fase per chi dovrà studiare e decidere sulla veridicità di apparizioni e fenomeni mistici.
Fino a prima del lavoro svolto dalla Commissione Pontificia si utilizzavano le procedure emanate nel 1978 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni). Norme che saranno aggiornate nel 2012 ma che in effetti ancora non sembrano del tutto efficaci a fare chiarezza su questi accadimenti.
Ecco perché il lavoro della Commissione Pontificia è la prova documentale di un nuovo modo di affrontare – per la Chiesa cattolica – fenomeni come questi. Si passa cioè da un modo antiquato di valutare apparizioni e veggenti – costruito molte volte sulla base di pregiudizi e senza competenze specifiche e allargate – a un metodo moderno che prevede gli strumenti tipici dell’inchiesta processuale. Con l’ausilio anche di esperti in psicologia e in altre discipline.
Mi auguro che questi documenti siano studiati nelle università per metodologia e per il rigore scientifico.
David Murgia è giornalista professionista e lavora a TV2000. È autore e conduttore di programmi televisivi di successo come “Vade retro” e “Indagine ai Confini del Sacro”. Collabora con la Rai e con testate straniere. È Membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI). Grazie alle sue inchieste giornalistiche, sono stati smascherati e assicurati alla giustizia sedicenti maghi e falsi veggenti. Tra le sue ultime pubblicazioni, Vade retro: inchiesta sul maligno (Oscar Mondadori, 2017). È stato vaticanista per il quotidiano “Il Tempo”. Il suo blog è www.ilsegnodigiona.com