“Pragmatica sperimentale” a cura di Filippo Domaneschi e Valentina Bambini

Pragmatica sperimentale, Filippo Domaneschi, Valentina BambiniPragmatica sperimentale
a cura di Filippo Domaneschi e Valentina Bambini
il Mulino

«La pragmatica si occupa del rapporto tra linguaggio e contesto, e più specificamente di come i fattori contestuali interagiscano con il significato linguistico nell’interpretazione degli enunciati. Si tratta di una disciplina sorta nell’ambito della linguistica e della filosofia del linguaggio, tradizionalmente caratterizzata da un approccio teorico basato su intuizioni e sull’osservazione del comportamento dei parlanti. Intorno all’inizio degli anni Duemila, dall’incontro tra la pragmatica teorica e la psicologia cognitiva è nata la pragmatica sperimentale, ossia l’indagine sperimentale sui processi cognitivi coinvolti nell’uso quotidiano del linguaggio. La pragmatica sperimentale è dunque un ambito di indagine interdisciplinare, che si inserisce nella cornice più ampia delle scienze cognitive, e che costituisce un punto di incontro perlomeno tra quattro prospettive di ricerca: la linguistica, la filosofia del linguaggio, la psicologia e le neuroscienze cognitive. Negli ultimi vent’anni, la pragmatica sperimentale, coniugando modelli teorici e dati empirici, ha raggiunto risultati di grande rilievo per la spiegazione dei complessi meccanismi della comunicazione umana, ed è alla descrizione di tali risultati che il presente volume è dedicato.

Lo scopo di questo manuale, infatti, è fornire un’introduzione generale alla pragmatica sperimentale nell’ambito delle scienze cognitive del linguaggio.

La parte prima, La pragmatica sperimentale, introduce i principali campi di ricerca e i metodi della disciplina. Nel primo contributo, Filippo Domaneschi ed Eleonora Marocchini forniscono una panoramica dei classici temi oggetto della pragmatica teorica e illustrano la svolta cognitiva che ha dato origine all’ambito della pragmatica sperimentale. Giorgio Arcara propone invece un’introduzione critica alle principali metodologie di ricerca sperimentale adottate nello studio dei processi mentali e cerebrali coinvolti nell’elaborazione pragmatica.

La parte seconda, Fenomeni pragmatici, è il cuore del volume e passa in rassegna i principali fenomeni pragmatici al centro della ricerca contemporanea: per ciascun capitolo, vengono illustrate le teorie e i risultati sperimentali più rilevanti ottenuti in pragmatica sperimentale. I primi tre contributi si concentrano sul linguaggio figurato. Valentina Bambini, Chiara Pompei e Biagio Scalingi affrontano uno dei più discussi temi di indagine della pragmatica sperimentale e, più in generale, della psicolinguistica: la metafora. I contributi di Francesca Panzeri e di Luca Bischetti si concentrano invece sulle più recenti ipotesi sul funzionamento, rispettivamente, dell’ironia e dell’umorismo. Segue il capitolo di Diana Mazzarella, che tratta più in generale il problema di come le parole e i significati lessicali vengano adattati e compresi nel contesto. I successivi due contributi sono dedicati al tema degli impliciti nella comunicazione: Francesca Foppolo prende in esame il fenomeno delle implicature scalari, mentre Filippo Domaneschi analizza il livello delle presupposizioni, ossia delle informazioni comunicate come date per scontate nelle conversazioni ordinarie. L’idea che l’uso del linguaggio comporti l’esecuzione di azioni che modificano il mondo è al centro del contributo di Sara Gesuato sugli atti linguistici. Due specifici risvolti perlocutori del linguaggio sono in particolare oggetto di indagini empiriche nell’ambito della pragmatica sperimentale: il linguaggio d’odio, al quale è dedicato il contributo di Bianca Cepollaro, e la persuasione tramite impliciti, tema affrontato da Edoardo Lombardi Vallauri. La seconda parte del volume si conclude con il contributo di Denis Delfitto e Gaetano Fiorin, dedicato alla questione dell’interfaccia tra sintassi e pragmatica, in cui viene messa in luce la stretta relazione tra la struttura sintattico-semantica degli enunciati e la loro interpretazione contestuale.

La parte terza, Pragmatica nell’arco della vita, dà voce alle principali prospettive di ricerca contemporanea sull’acquisizione e il decadimento delle abilità pragmatiche, in condizioni tipiche e atipiche. Allo sviluppo tipico è dedicato il capitolo di Paola Del Sette e Serena Lecce, in cui viene illustrata la stretta relazione tra le abilità pragmatiche e lo sviluppo della teoria della mente. Il contributo di Ines Adornetti si concentra invece sullo sviluppo atipico della pragmatica in popolazioni neurodivergenti, come, ad esempio, le persone con disturbo dello spettro autistico. Infine, mentre le abilità pragmatiche nell’invecchiamento tipico sono il tema del contributo di Elena Cavallini e Irene Ceccato, il capitolo di Ilaria Gabbatore e Francesca M. Bosco presenta i principali dati sul disturbo pragmatico nella patologia, fornendo una panoramica dell’ambito di studi noto come pragmatica clinica.

Gli ultimi tre contributi del manuale compongono la parte conclusiva Pragmatica, mente e cervello, dedicata alle basi neurocognitive della pragmatica. Valentina Cuccio affronta il problema dell’embodiment in pragmatica e, in particolare, delle basi sensorimotorie del linguaggio figurato. Marco Mazzone fornisce invece un’introduzione al modularismo e al problema della natura modulare della pragmatica, una delle questioni centrali nel dibattito contemporaneo in pragmatica cognitiva. Per concludere, il capitolo di Valentina Bambini e Federico Frau delinea i principali problemi e risultati nell’ambito della neuropragmatica, ovvero lo studio dei correlati neurali e dell’architettura neurofunzionale alla base dell’elaborazione pragmatica del linguaggio.»

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