
«La nostra dovrebbe essere l’epoca della scienza, ma in realtà lo è solo per le applicazioni delle scoperte scientifiche che trasformano la vita di ogni giorno, per quello che riguarda la tecnologia, insomma» – rileva Polidoro. Tuttavia, «produrre oggetti o sviluppare tecnologie non è scienza, è il modo in cui le scoperte scientifiche vengono impiegate dall’industria […]. La scienza, invece, è uno strumento per acquisire conoscenza, per capire i principi che guidano l’Universo. È un modo di pensare, insomma.»
Nella nostra società ipertecnologica, a dispetto di quanto possiamo credere però, «la mentalità scientifica è tutt’altro che prevalente. Viviamo in un mondo che è sempre più attraversato e pesantemente influenzato da falsità, bufale, teorie del complotto: no vax, negazionisti del Covid […]… Ovunque sembra diffondersi il virus dell’antiscienza, non certo quello della scienza.»
Come orientarsi dunque? Polidoro propone «di imparare a pensare come scienziati». Non si tratta, badate bene, «di accumulare nozioni e informazioni» quanto «piuttosto di imparare ad affrontare e a risolvere i problemi in maniera creativa.» Pensare come scienziati significa «coltivare dubbi, ma anche andare alla ricerca di prove che possano dimostrare (o confutare) ciò che pensiamo. E per prova non va intesa la “sensazione” che qualcosa sia vero o sia giusto, ma solo i fatti verificabili.»
Polidoro si propone di spiegare come funziona la scienza convinto che dal suo metodo si possano ricavare «preziosi strumenti che ci permetteranno di superare la nostra tendenza a subire passivamente le informazioni»: «ciascuno di noi è una parte fondamentale dell’ecosistema informativo. Ogni volta che accettiamo in maniera passiva le informazioni condividendo un post, un’immagine, un video, senza prima avere verificato, contribuiamo ad aumentare il rumore e la confusione. L’ecosistema è ora così inquinato che dobbiamo assumerci la responsabilità di controllare in maniera indipendente ciò che vediamo online.»
È fondamentale «incoraggiare sempre più una mentalità critica nelle persone e, in particolare, nei giovani. Imparare a dubitare e maturare una forma di pensiero critico e antidogmatico è, o dovrebbe essere, l’obiettivo finale della formazione scolastica attraverso il concorso di tutte le discipline.» Solo così sarà possibile formare all’atteggiamento democratico.
Bisogna però fare attenzione «a non trasformarci in dubitanti selettivi, come sono quelli che non si fidano assolutamente di nulla e vedono complotti ovunque»: come sottolinea il segretario nazionale del CICAP, «credere che tutti mentano, siano ciechi o acquiescenti al potere non significa essere liberi dubitanti, è solo un’altra forma di creduloneria.» È certamente importante «mettere in discussione l’autorità, ma bisogna farlo sulla base di fatti e prove, e non solo per dare libero sfogo alle nostre passioni, ideologie e convinzioni personali.»
Come affermò Albert Einstein: «Una cosa ho imparato nel corso di una lunga vita: tutta la nostra scienza, in confronto con la realtà, è primitiva e infantile, e tuttavia è la cosa più preziosa che abbiamo».