“Paolo. L’uomo che inventò il Cristianesimo” di Corrado Augias

Paolo. L'uomo che inventò il Cristianesimo, Corrado AugiasPaolo. L’uomo che inventò il Cristianesimo
di Corrado Augias
Rai Libri

«A Paolo di Tarso, san Paolo per la Chiesa, è stato meritatamente attribuito il titolo impegnativo di “Apostolo delle genti”. Non tutti sanno però che cosa voglia dire in concreto, a quali innovazioni dottrinali rimandi una denominazione di tale importanza. Un fatto certo è che il cristianesimo deve molto a quest’uomo, anzi, secondo alcuni, gli deve praticamente tutto.

Friedrich Nietzsche ha espresso su di lui un giudizio netto (Aurora, I, 68): “Senza la storia singolare dell’apostolo Paolo, senza i turbamenti e le tempeste di un tale cervello, di una tale anima, non esisterebbe una cristianità, avremmo avuto appena notizia di una piccola setta giudaica il maestro della quale era morto sulla croce”.

Sulla situazione così descritta esiste un notevole accordo, con l’eccezione ovviamente, dei circoli di più stretta obbedienza dogmatica. Storicamente, però, è verosimile credere che, senza di lui, i pochi seguaci di un profeta di nome Yehoshua, figlio di Giuseppe, giustiziato per attività sediziose dalle autorità romane, sarebbero rimasti un’oscura setta annidata in alcuni villaggi della Giudea.

Paolo è colui che ha diffuso nel mondo, elaborandola e adattandola per l’appunto al mondo, la dottrina che sarà chiamata cristiana; questo aspetto è indiscutibile. […]

Su Paolo disponiamo comunque di alcuni dati certi. Sappiamo che la sua azione si svolge nel corso di un trentennio, dal 30 al 60 circa della nostra era. Sappiamo che è il solo a prendere la penna e a scrivere numerose lettere di rivelante contenuto intellettuale e teologico, alcune delle quali arrivate fino a noi. Né Gesù né alcun altro degli apostoli, probabilmente analfabeti, avrebbero potuto farlo e in ogni caso non l’hanno fatto. […]

Le notizie su Paolo invece vengono direttamente dalle sue lettere e dal testo chiamato Atti degli apostoli in gran parte dedicato ai suoi viaggi, alle peripezie e ai pericoli che dovette affrontare. Delle dodici lettere a lui attribuite, sette sono giudicate autentiche, le restanti cinque invece di mano dei suoi discepoli. La sua data di nascita viene fatta oscillare in un periodo compreso tra il 2 e il 12 della nostra era. Poiché Gesù era nato tra il 5 e il 4 dell’era precedente, si può stabilire una maggiore anzianità di Gesù rispetto a Paolo di circa 10-12 anni. […]

Secondo l’autorevole storico del cristianesimo Rudolf Bultmann, Paolo avrebbe ellenizzato l’originale giudeo-cristianesimo sotto l’influenza delle religioni misteriche. […] Inoltre, lo studioso (più volte citato da papa Ratzinger) ritiene che Gesù non può essere considerato il vero fondatore della religione cristiana, appartenendo invece alle premesse del cristianesimo. La nuova religione non nasce né dal suo messaggio né dalla sua vita bensì dalla proclamazione di coloro che lo hanno ritenuto Figlio di Dio. Il primo, o comunque uno dei primi, è stato appunto lui: Paolo. […]

Paolo nasce a Tarso nella regione della Cilicia, oggi lo definiremmo un turco. In origine il suo nome era Shaul, Saul (primo re d’Israele), latinizzato in Paulus dopo che ebbe iniziato a predicare anche fuori dell’ambito ebraico cioè presso i “gentili”, i goyim. La sua famiglia, probabilmente originaria della Galilea, si diceva della tribù di Beniamino, aderiva alla setta dei farisei come la gran parte delle buone, antiche famiglie ebraiche. Paolo vantava cittadinanza romana venutagli da suo padre per diritto di sangue. […]

Verso quale fine quest’uomo indirizzò le sue enormi energie? Un fine inaudito, un nuovo inizio nei rapporti tra gli uomini e la divinità. Paolo s’impadronì della figura di un profeta di cui si vociferava che fosse risorto, per trasformarla in quella del fondatore di una nuova religione che lui, per mandato di Dio stesso, era stato incaricato di portare fuori d’Israele per diffonderla nel mondo. Poco importa che abbia ripreso, elaborato, elementi già diffusi presso alcune comunità; come già detto, è possibile che quel Gesù giustiziato su un patibolo romano fosse già venerato come l’atteso messia in piccole cerchie ristrette.

Di quell’embrione di culto, Paolo s’impadronisce con l’abituale veemenza, persuaso che tocchi a lui annunciarlo al mondo. Forte di questa convinzione, concepì e in una certa misura riuscì a imporre, una variante ellenistica dell’ebraismo. Nessuno dei protagonisti pensò mai, peraltro, di doverla chiamare cristianesimo.

Faccio mio il giudizio che su Paolo molti hanno dato, dal Nietzsche citato in apertura, allo scrittore israeliano Amoz Oz che, nel suo romanzo Giuda, scrive: “È stato Shaul a fondare il cristianesimo, Gesù non ha mai pensato di fondare una nuova religione. ‘Non sono venuto per cambiare la Torah’ ha detto. Se gli ebrei l’avessero accolto la storia sarebbe stata completamente diversa, la chiesa non sarebbe mai esistita. Forse l’Europa intera avrebbe accolto una forma di ebraismo ammorbidito e così ci saremmo risparmiati la Diaspora, le persecuzioni, i pogrom, l’Inquisizione, le espulsioni e pure la Shoah”. […]

Passione e contrasti, rischi e tensioni imprimono alla vita di Paolo un andamento avventuroso, ricco di colpi di scena, intuizioni brillanti, passi falsi, astuzie “politiche” e tentativi senza esito chiusi dal finale enigma degli Atti con il quale, come vedremo, si conclude la sua esistenza.

Vita eccezionale la sua, prodotto di una eccezionale personalità. È davvero curioso che molti fedeli sappiano così poco di lui.

Spero che il racconto contenuto nelle pagine che seguono aiuti a conoscerlo meglio.»

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Non perderti le novità!
Mi iscrivo
Niente spam, promesso! Potrai comunque cancellarti in qualsiasi momento.
close-link