Oltre l’inverno: il nuovo capolavoro di Isabel Allende
Brooklyn, ai giorni nostri. Non è un caso che a fare da sfondo al nuovo libro di Isabel Allende, dal titolo Oltre l’inverno, sia la più popolosa tra le cinque suddivisioni della città di New York. I circa tre milioni di persone che la popolano e le intense migrazioni avvenute nel corso dei decenni a partire dalla Grande Guerra l’hanno resa un crocevia nel quale si incontrano le più disparate umanità che, pur nella diversità di fondo che caratterizza le culture di tutti i suoi abitanti, condividono valori, storie, il raggiungimento dello status quo di chi insegue disperatamente il sogno americano, o quanto resta della sua illusione. I personaggi del romanzo raccontano storie di emarginazione e di violenza ma, come in molti altri lavori della scrittrice, i significati di cui tutta la storia è permeata sono positivi, testimoni indelebili dell’aspirazione umana al raggiungimento di crismi universali come la tolleranza, l’ascolto e la comprensione; fino a comprendere l’amore, che nel romanzo prende una forma più rarefatta e concettuale, ed alla capacità, anch’essa tutta umana, di aiutare chi ne ha bisogno anche a costo di mettere a rischio la propria vita.
I personaggi principali della storia
Al di là degli aspetti vagamente autobiografici di cui il romanzo è disseminato, la storia si incentra sui profili di tre personaggi principali – Lucia, Richard e Evelyn – che si ritrovano insieme a vivere un’esperienza al limite del surreale, accomunati dalla voglia di riscattare un destino a tratti ingiusto e dall’esigenza di rimettere insieme alcuni pezzi delle proprie vite.
Lucia è una donna nata in Cile e trasferitasi in Canada per sfuggire alle violenze e alle angherie della dittatura di Pinochet. Nonostante la sua grande cultura e lo spirito affabile, i suoi sessant’anni sono costellati da una serie di eventi negativi che la segneranno profondamente. Questo personaggio è l’alter ego della Allende che, come Lucia stessa, conosce perfettamente le condizioni di difficoltà in cui versa il suo paese e decide di allontanarsene; dalle parole della scrittrice traspare tutta la brutalità e il dolore del distacco, ma nonostante questo Lucia è una donna che cerca la spinta giusta per reinventarsi – Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate.. -; la volontà di riprendere possesso della sua vita traspare in tutte le fasi del racconto motivata da un’incrollabile consapevolezza di se stessa e dalla voglia di riconquistare il suo posto nel mondo e la sua dimensione. Lucia ha già affrontato e vinto molte battaglie personali: un matrimonio fallito, la perdita del lavoro, un cancro aggressivo col quale ha dovuto combattere. Il messaggio positivo e lo schema valoriale di questo personaggio si innestano perfettamente nella trama del testo. Lucia Voleva approfittare di ogni singolo giorno, perché ormai erano contati e sicuramente erano meno di quelli che lei sperava. Non c’era tempo da perdere.
Richard è un professore universitario di ruolo a New York. Dei tre personaggi che animano la storia è sicuramente quello con il passato più inquietante ed irrisolto. Non ha vissuto le angherie della guerra, né la fame di potere della politica eppure la sua vita è sferzata da avvenimenti così dolorosi da gettarlo in un baratro dal quale riuscirà ad uscire solo grazie all’incontro con le due donne del romanzo. Anche lui come Lucia, ha sessant’anni, ma una carriera professionale meglio avviata di lei. È conosciuto e rispettato nel suo ambiente ma combatte per cercare di superare un dolore immenso, dovuto alla perdita di due figli e al suicidio della moglie. Dapprima la soluzione migliore gli era sembrata rinunciare a tutto e annegare le sue sofferenze nell’alcol poi, dopo aver toccato il fondo, reagisce al dolore come se ne fosse anestetizzato e ripiega su uno stile di vita schivo ed ombroso, supportato da una ferrea routine e da un incrollabile autocontrollo. La conoscenza di Lucia porterà uno spiraglio di luce nella sua esistenza e lo convincerà che, nonostante le tante amarezze, la vita offre anche a lui degli scorci di una felicità che non credeva più possibile da raggiungere.
Evelyn Ortega è una ragazza immigrata negli Stati Uniti clandestinamente dal Guatemala per sfuggire ad una pericolosa banda criminale con cui era entrata involontariamente in contatto. Al suo arrivo negli USA, la guatemalteca trova lavoro presso una facoltosissima famiglia americana che, a dispetto della fortunata posizione sociale, vive una situazione interna di profondi squilibri, con un padre-monarca coinvolto in traffici piuttosto loschi ed incapace di accettare ed amare suo figlio disabile ed una madre alcolista, che subisce continuamente violenze e vessazioni dal marito. Dei tre personaggi è quella più timorosa, anche per via della sua condizione di immigrata irregolare; la sua comparsa nel romanzo segnerà il punto di svolta delle vite di Richard e Lucia, oltre che di tutta la narrazione.
La trama del romanzo
Tutto inizia tre settimane dopo Capodanno. Una bufera di neve di quelle che non si vedevano da molti anni si abbatte furente su Brooklyn costringendo le persone a rintanarsi in casa. Richard, di ritorno dall’Università, poco prima di arrivare al palazzo che ospita casa sua tampona un SUV dal quale esce Evelyn, decisamente spaventata per l’accaduto. Cerca di spiegarsi, di far capire alla ragazza – che ha difficoltà a parlare in inglese – che va tutto bene e le porge il suo biglietto da visita; la ragazza lo afferra di fretta e scappa via.
Richard aveva poco prima subaffittato il seminterrato di casa sua ad una collega proveniente dall’Università del Canada – Lucia – finita a Brooklyn perché vincitrice di un contratto da visiting professor per un semestre. I rapporti tra loro due sono cordiali e distaccati sino al momento in cui, in serata dopo il tamponamento, Evelyn, la ragazza del SUV che Richard ha tamponato poco prima si presenta sulla porta di casa e cerca di far capire al professore che ha un problema. A causa delle difficoltà a comprendere la ragazza e del suo evidente stato di agitazione, Richard non ha di meglio da fare che coinvolgere Lucia chiedendole di aiutarlo a venire a capo del problema: l’unica cosa che gli era venuta in mente fosse stata di chiamare la cilena del piano interrato.
Il racconto parte da lì. La bufera di neve in cui affonda il quartiere ha l’effetto di cristallizzare la narrazione al momento subito prima dell’inizio della storia. Il freddo, l’impossibilità ad uscire di casa, hanno un significato allegorico che riflette la natura e il destino dei protagonisti. La storia si tramuta in un thriller quando si scopre che Evelyn in realtà ha preso di nascosto il SUV della padrona di casa e ci ha trovato dentro un cadavere, che i tre si adopereranno per far sparire, dimostrando una comunanza di intenti che solo le persone in condizioni precarie sono in grado di avere, che sublima nell’atteso ma forse un po’ affrettato finale felice di Oltre l’inverno.