“Matematica nerd” di Emanuele Manco

Dott. Emanuele Manco, Lei è autore del libro Matematica nerd edito da Cento Autori: cosa significa essere un “matematico nerd”?
Matematica nerd, Emanuele MancoPersonalmente identifico il mio essere nerd con la costanza con la quale perseguo la mia passione per il fantastico in ogni sua forma. Questo a prescindere dall’essere un matematico di formazione. Molto spesso infatti chi si occupa, o è appassionato di scienza è ritenuto nerd. Non sono d’accordo. Non è una questione legata alle discipline. Non ritengo serva un impegno di studio maggiore a quello di altre nella matematica, disciplina che ritengo alla portata di tutti. Non tutti i matematici d’altro canto sono appassionati di cinema, giochi, videogiochi etc. Conosco appassionati di queste cose “nerd” che fanno i lavori più disparati: medici, archeologi, impiegati, commessi, artigiani etc.

Ecco perché essere “matematico nerd” significa semplicemente essere una persona che si è formato in matematica e che tratta gli interessi “nerd” con passione, quando non si occupa di matematica. Questo libro nasce dalla raccolta di tutti quegli articoli in cui unisco i due mondi: traendo spunti dal mondo nerd come occasione per spiegare concetti di matematica e altre scienze.

In che modo la statistica può risultare d’aiuto nella raccolta di figurine?
Il calcolo delle probabilità ci aiuta in generale a stabilire appunto le probabilità degli eventi, costruendo dei modelli matematici. Alcuni modelli sono semplici in realtà, ma riescono a dare informazioni molto utili sulla probabilità che un evento si verifichi. Il fenomeno al quale si riconduce l’estrazione delle figurine è di quelli “senza memoria”, ovvero ogni volta che apriamo un pacchetto, le figurine che troviamo non dipendono da quelle che abbiamo trovato nel precedente. Ma l’evento che si verifica quando posizioniamo una figurina nell’album è invece dipendente dalle precedenti. In pratica una figurina può uscire da un pacchetto anche infinite volte potenzialmente, ma troverà posto una sola volta. Il calcolo delle probabilità ci aiuta a capire quanto, man mano che posizioniamo le figurine, aumenti la probabilità di trovare doppioni, e quale sia il numero di estrazioni minime che ci consentono di completare la raccolta con certezza. Di conseguenza possiamo calcolare la spesa potenziale e cercare di ottimizzare la strategia di raccolta, magari non affidandoci solo all’acquisto dei pacchetti, ma anche a scambi tra collezionisti per esempio. L’obiettivo è quindi quello di risparmiare soldi.

Quali metodi statistici sono stati elaborati per scoprire quali personaggi della serie TV Il Trono di Spade hanno le maggiori probabilità di morire?
Quando si elabora una statistica si ragiona su vari fattori: su quanto sia rappresentativo il campione di dati rispetto a una popolazione osservata; su quali siano le grandezze su cui si misura il campione. Nel caso del Trono di spade, alcuni studi hanno considerato come campione tutti i personaggi principali apparsi nella serie che abbiano avuto almeno un dialogo; o nel caso dei libri, tutti i personaggi che sono stati protagonisti di un capitolo. Come misure si sono prese per esempio le età dei personaggi, sia di chi era in vita al momento dell’osservazione, sia di chi è morto nella narrazione, ma anche il numero di pagine, di capitoli o di scene della serie in cui sono apparsi. In altri casi si misurare le interazioni tra i personaggi, ovvero i dialoghi tra loro, per dare un valore alla loro rilevanza nella serie. Presi campioni e misure si sono applicati diversi modelli, dalle funzioni di rischio e sopravvivenza della statistica, alla teoria delle reti sociali, per stabilire le probabilità di vita o di morte nella serie e nei libri. Avere un mondo complesso come quello del mondo del Trono di spade a disposizione per analisi di questo tipo consente di affinare teorie e tecniche per applicarle in studi del mondo reale. Quindi non si è trattato di un mero divertimento in realtà, ma di un modo concreto di esercitare tecniche e “ferri” del mestiere.

Come fanno i draghi a volare secondo le leggi della fisica nel Trono di spade?
Alcuni studiosi si sono chiesti quali siano le condizioni affinché possano volare, fermo restando che le leggi della fisica nel mondo del Trono di Spade siano le stesse del nostro, e che i draghi non volino per magia. Nei telefilm abbiamo visto come tutto sembri naturale. I draghi tendono i loro muscoli, sbattono le ali e si alzano in volo. Ci sono dei modelli biologici a cui i creativi si sono ispirati, ma non è il mio campo di applicazione. Guardando le scene della serie si sono potute desumere in maniera approssimativa grandezze come peso e ed apertura alare. Stabilito che le condizioni iniziali sono le stesse, ossia che la gravità del mondo del trono di spade è la stessa del nostro, è stato fatto un ragionamento inverso sulle equazioni utilizzate per ideare velivoli, calcolando quale sia la densità dell’aria che consente a un drago di quella mole e di quella apertura alare di spiccare il volo e restare in aria. Si è scoperto che il mondo ideato da George R.R. Martin ha delle peculiarità interessanti, approfondite nel libro. Se alla fine è vero che in un mondo fittizio accade quello che vuole il narratore, trovare che il volo dei draghi sia coerente con altre caratteristiche sfruttate a fini narrativi significa che il mondo fittizio rispetta le sue logiche interne, frutto di una buona costruzione da parte dell’autore.

Di quale importanza è stato Alan Turing per la scienza moderna e come è stato celebrato il suo genio nella narrazione fantascientifica?
Alan Turing è stato tra coloro a cui si deve l’informatica. I nostri calcolatori sono basati in gran parte sul suo lavoro concettuale. È stato anche tra i primi a porsi domande su come potesse svilupparsi l’intelligenza artificiale. In tal senso molti suoi spunti concettuali sono entrati nella fantascienza, sia in modo cosciente, sia in modo molto spesso inconsapevole da parte degli scrittori. Il tema di come un calcolatore possa apprendere, diventando un’intelligenza artificiale, solo concettuale per Turing, è diventato quindi fonte d’ispirazione per tutti colori che hanno costruito narrazioni nelle quali le macchine sono senzienti e consapevoli di sé. Un’esplorazione del tema che non si è mai fermata, e che continua ancora oggi. Non sappiamo se alcune delle intuizioni di Turing, che era molto ottimista su sviluppi molto più rapidi della AI di quanto non siano stati, fossero solo convinzioni che si sarebbero infrante sulla realtà, o se veramente il suo contributo avrebbe fatto prendere altre entusiasmanti direzioni. La morte prematura di Turing ci ha privato di questa opportunità. Certo è che la fantascienza ha raccolto questi spunti, sia con ottimismo, sia con il pessimismo necessario a chi racconta delle storie basate su confitti. Le narrazioni quasi mai raccontano di eventi positivi, o se lo fanno cercano in questi delle ombre. Tutto il filone “uomini contro AI ribelli” è in un certo senso ispirato da questo principio.

In che modo la matematica è stata spesso fonte di ispirazione letteraria?
La fantascienza trae spesso spunto dagli sviluppi scientifici, quindi anche dalla matematica. Sia in racconti scritti da autentici matematici, come Lewis Carroll, sia da letterati come Borges, più interessati a porre l’uomo davanti a paradossi, compresi quelli della matematica. Anche in questo caso il percorso è pieno di esempi e di spunti, che ho cercato di raccogliere nel mio libro. Alcuni casi interessanti si verificano quando più che gli argomenti delle opere, sono le stesse strutture narrative, le trame in cui sono coinvolti i personaggi, a risultare ispirate a modelli e/o paradossi matematici, pur narrando delle storie realistiche. Alcuni autori sono stati capaci di dimostrare teoremi matematici in forma narrativa, con racconti e romanzi che riescono bene a mescolare le due cose. Spesso la matematica è un pretesto: uno scienziato scopre “la formula che cambia il mondo” e viene perseguitato. Non sono questi i casi interessanti, visto che non si entra veramente nel merito matematico. Più interessante il frangente in cui il paradosso si scatena in seguito a tali scoperte. Nel mio libro fornisco un percorso di letture e visioni per forza di cose parziale, per suscitare curiosità in merito e dare spunti per continuare a fruire storie ispirate dalla matematica.

Emanuele Manco, laureato in matematica, alterna l’attività di consulente informatico con quella di giornalista pubblicista, saggista, conferenziere e scrittore. Cura il magazine online FantasyMagazine.it

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