Credo che abbiano un ruolo di fondamentale importanza. Di fatto hanno potenziato il classico meccanismo del “passaparola” che ha sempre avuto un ruolo incisivo nella divulgazione dei libri. Attraverso i social network un consiglio di lettura che in passato poteva arrivare a una cerchia di persone più ristretta adesso può raggiungere un numero enorme di potenziali lettori. Tuttavia c’è un rovescio della medaglia che è bene mettere in rilievo. Se da un lato i social network favoriscono il cosiddetto “passaparola”, dall’altro c’è il rischio che stando troppo tempo online il tempo libero da destinare alla lettura si riduca in maniera significativa (per non dire critica). La parola magica è equilibrio…
I dati Istat evidenziano come oltre il 60% degli italiani non legga: quali a Suo avviso le cause e quali le possibili soluzioni?
Purtroppo in Italia si è sempre letto meno rispetto ad altri paesi europei, per esempio. C’è un problema culturale di fondo (di disabitudine alla lettura, direi). Per cercare di invertire la tendenza bisogna continuare a puntare sulle varie iniziative già in campo (come quelle adottate dal Centro per il Libro e la Lettura, per esempio) cercando di migliorarle privilegiando il ruolo di scuole, biblioteche e gruppi di lettura.
Può dare a chi non legge una ragione per farlo?
Chi legge vive più vite, oltre la propria. Ha la possibilità di vedere il mondo sotto svariati punti di vista (quelli dei vari personaggi che si incontrano nelle storie). La lettura consente di viaggiare nel tempo e nello spazio. E consente di farlo in maniera attiva. Quando leggiamo è come se noi lettori fossimo i registi della storia narrata dallo scrittore. Siamo noi lettori che creiamo volti, paesaggi, suoni, colori, odori partendo dallo stimolo fornito dalla parola scritta. È quel che definisco lettura creativa.
E comunque, leggere è divertente.
È possibile educare alla lettura? Se sì, come?
Sì, è possibile. Chi non legge magari può sentire il peso della disabitudine… ma non sa cosa si perde rinunciando a leggere (mi rifaccio a quanto riferito nella mia risposta precedente). L’educazione alla lettura deve partire dalla scuola… ma non come imposizione… come attività creativa, appunto.
Viene prima la passione per la lettura o quella per la scrittura?
La lettura viene prima di tutto. A mio modo di vedere è impensabile cimentarsi con la scrittura senza aver letto. È come voler partecipare a una competizione sportiva senza essersi allenati. Chiunque scriva è prima di tutto un appassionato lettore.
Il Suo ultimo libro, edito da La Nave di Teseo, si intitola Il sangue della Montagna; sullo sfondo dell’Etna e delle sue violente eruzioni, confluiscono tematiche come il rapporto uomo-natura, la crisi economico-finanziaria, la visione di un nuovo sistema capace di mettere l’uomo, e non il mercato, al centro: nella società attuale, che ruolo deve svolgere la letteratura?
In primo luogo la letteratura deve essere in grado di intrattenere il lettore. E poi, come accennato, deve consentire di svolgere viaggi nel tempo e nello spazio, sperimentando vite diverse dalla propria. I lettori de “Il sangue della Montagna”, per esempio, avranno – tra le altre cose – la possibilità di sperimentare cosa può significare vivere sopra un vulcano in quasi perenne stato di attività. Almeno, spero…
Quali provvedimenti andrebbero a Suo avviso adottati per favorire la diffusione dei libri e della lettura?
Come accennavo in precedenza, bisogna continuare a puntare sulle iniziative già in campo… puntando a implementarle.