A Lamporecchio, in provincia di Siena, viveva Masetto, contadino muscoloso e di bell’aspetto. Egli venne a sapere dal suo amico Benvenuto che si era reso vacante il posto di giardiniere in un convento della zona. Masetto aveva una gran voglia di assumere quell’incarico ma il problema era che, vedendolo così giovane e così ben messo, difficilmente lo avrebbero fatto entrare. Alla fine gli venne un’idea: si sarebbe fatto passare per muto, visto che il monastero era piuttosto lontano e laggiù non lo conosceva nessuno. Quelle pie donne non erano certo insensibili alle disgrazie umane e dunque lo avrebbero accolto di sicuro.
Così fece: si recò al monastero dove, un giorno, per caso, la badessa vide il nuovo arrivato e, avutane pietà, lo assunse.
Masetto accudiva bene al suo lavoro ma le monache avevano preso a infastidirlo e a canzonarlo, come spesso fa la gente con i sordomuti. Gli dicevano le peggiori parole del mondo, le più cattive e maliziose, convinte che lui non capisse. E la badessa, pensando forse che a lui, oltre che la lingua, non funzionasse anche qualcos’altro, lasciava correre e non ci faceva quasi caso.
Un giorno, dopo aver faticato parecchio, Masetto si stava riposando, quando due suore molto giovani gli si avvicinarono e, convinte di non esser udite, si rivelarono l’un l’altra le loro fantasie sul bel contadino organizzandosi al contempo di darvi sfogo.
Così, una notte, una delle due suore lo svegliò e, mentre lui rideva come un vero demente, lo condusse in un capanno, dove non le ci vollero tanti inviti per fargli fare quel che voleva lei.
Dopo aver avuto quel che desiderava, la monaca lasciò il posto all’altra e anche con questa Masetto, sempre fingendosi scemo, fu quanto mai arrendevole. La sua disponibilità era tale che, prima di andarsene da lì, ciascuna volle provare più di una volta come quel sordomuto sapesse cavalcare. Quando finalmente furono soddisfatte, parlando fra loro, espressero tutto il loro entusiasmo per quell’esperienza.
Così, trastullarsi con il sordomuto diventò in seguito un’abitudine per loro, negli spazi di tempo che sapevano opportunamente ritagliarsi, specialmente di notte.
Anche le rimanenti tre giovani suore del convento, in momenti e occasioni diverse, si aggregarono alle altre, per non venir meno allo spirito di gruppo.
La badessa non si era mai accorta di nulla, finché un giorno, che faceva molto caldo, mentre passeggiava tutta sola per il giardino, trovò Masetto placidamente addormentato all’ombra di un mandorlo: le troppe cavalcate notturne lo avevano reso molto meno resistente alle fatiche del giorno.
Il vento gli aveva sollevato i panni sul davanti e così se ne stava tutto scoperto. La donna non distolse certo lo sguardo, anzi, vedendo che nei paraggi non c’era nessun altro, cadde nella medesima tentazione in cui erano cadute le sue monache.
Svegliato il tentatore, lo portò con sé in camera sua, dove lo trattenne per parecchi giorni, con grandi lamentele da parte delle altre: ma come? Il giardiniere non veniva più a lavorare l’orto?
A un certo punto, però, quell’indefesso lavoratore si rese conto che non avrebbe potuto soddisfare tante femmine ancora per molto e che, se avesse continuato a fare il muto, la cosa avrebbe finito per danneggiarlo seriamente. Perciò, rivelò tutto alla badessa.
Le suore, allora, accordatesi fra loro e con l’interessato, misero in giro la voce che, grazie alle loro preghiere e all’intercessione del santo a cui il convento era intitolato, era avvenuto un grande miracolo: il loro giardiniere, dopo essere rimasto per tanto tempo muto, aveva riacquistato la favella. La gente dei dintorni ci credette senza ombra di dubbio e così Masetto poté essere nominato nuovo amministratore e le suore poterono continuare a spartirsi le sue fatiche, in modo tale, però, che lui potesse sopportarle.
Fatiche che finirono con il generare parecchi monachelli, ma la cosa fu sempre gestita con tale astuzia e discrezione che non se ne venne mai a sapere nulla, se non dopo la morte della badessa.
Masetto era ormai avanti con gli anni. Aveva accumulato un discreto gruzzolo e voleva solo rivedere casa sua. Cosa che poté fare facilmente, dato che, nelle alte sfere, tutta la faccenda era venuta fuori e lui, principale testimone, prima si toglieva di mezzo, meglio era.
Così, dunque, se ne tornò là da dove era partito. Era vecchio, benestante e pure padre, ma senza aver dovuto sobbarcarsi le fatiche e le spese della paternità.