“Manuale di danza dell’800. Passi e figure delle danze di società” di Fabio Mòllica

Dott. Fabio Mòllica, Lei è autore del libro Manuale di danza dell’800. Passi e figure delle danze di società edito da Dino Audino: qual era la funzione delle danze di società nell’ottocento?
Manuale di danza dell’800. Passi e figure delle danze di società Fabio MòllicaLa danza di società nell’800 era il luogo e il tempo dell’incontro in società. Era il momento, l’unico momento, in cui ragazzi e ragazze, uomini e donne potevano incontrarsi, stare insieme, toccarsi, abbracciarsi nelle danze di coppie, corteggiarsi senza infrangere le rigide regole di separazione che improntavano i rapporti tra i sessi nell’800. Naturalmente all’interno di un preciso corpus di regole di etichetta. Non bisogna dimenticare che parlare dell’800 significa considerare un secolo lungo, che ha inizio con la Rivoluzione Francese e scompare nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. Un secolo che vede la lenta, ma inarrestabile caduta dell’aristocrazia come classe dirigente e l’affermarsi in campo sociale e politico prima della borghesia produttiva e poi del proletariato. Una fase storica di continui cambiamenti. Di conseguenza le regole di etichetta, cioè le modalità di comportamento nel condividere i luoghi e gli eventi tra appartenenti allo stesso gruppo sociale o tra gruppi sociali diversi, cambiarono, anche di molto. Non solo un problema di evoluzione attraverso i decenni del secolo, ma anche la diversificazione connessa con le peculiarità regionali. L’ottocento parigino non è l’ottocento berlinese, che è diverso a sua volta da Londra o da Napoli. Ma la cultura occidentale, strettamente interrelata, significa anche parlare di New York, San Pietroburgo, Vienna e Madrid. O di città come Lipsia e Boston, entrambe luoghi centrali della produzione intellettuale, quindi della vita di società. Significa trattare di periferie geo-politiche, come Edimburgo, ma che hanno segnato con forza la cultura della danza in occidente. La danza di società era, dunque, il luogo laico dell’incontro in società. Di conseguenza le autorità di polizia tennero sempre sotto controllo diretto ogni forma organizzativa connessa ai Balli. Inoltre, il Ballo si giustapponeva alla Chiesa, intesa come luogo religioso dell’incontro in società. Motivo per cui le autorità ecclesiastiche ebbero un atteggiamento di controllo o censura: il tempo del Ballo minacciava il tempo della Chiesa. In sintesi, possiamo parlare di funzioni, al plurale, della danza di società nel fluire del secolo, nell’evoluzione delle relazioni tra gruppi sociali e nel rapporto tra culture nazionali e regionali: un universo in continua evoluzione.

Quali erano le danze di società più diffuse nell’800?
Dobbiamo pensare alle danze di società dell’Ottocento come ad un grande sistema composto da danze di gruppo e danze di coppia. Possiamo parlare di sistema in quanto l’insieme dei passi, delle figure, dei tempi musicali e delle tecniche di composizione erano in continua relazione organica. Musicisti e maestri di ballo creavano all’interno delle regole del sistema, che si autoriproduceva in un meccanismo di continua variazione, ma nel rispetto delle norme strutturali.
Le danze di gruppo ottocentesche hanno radici nei secoli precedenti, ma ricevano una nuova forma e modalità di esecuzione nell’800. Sono le country dance inglesi, conosciute in occidente come Anglaise, che consistono in due file parallele di dame e cavalieri che si fronteggiano; le contredanses francesi che prenderanno il nome di Quadriglie, che consistono in carrré di quattro o più coppie che si fronteggiano in quadrato; i Cotillon o The German le danze gioco che utilizzando passi di valzer, polka e mazurka animeranno tutte le feste da ballo con la logica dello scambio continuo del partner e dell’improvvisazione giocosa. Alla base delle danze di gruppo c’è sempre la coppia, ma si tratta di danze che possono essere realizzate solo in presenza di due o più coppie, in genere un numero pari superiore a quattro. Le danze di coppia in senso stretto sono quelle che possono essere realizzate anche dalla singola coppia, senza che vi sia alcun bisogno di altre coppie in azione. Sono il valzer, la mazurka, la polka, il galop e lo schottisch e tutte le danze che ne derivano (polka-mazurka, varsovienne, redowa, two-step…). Il minuetto, danza di corte dei secoli precedenti, aleggia per tutto il secolo nei manuali di ballo, ma non appare quasi mai nei programmi dei Balli.

Quali sono le fonti per lo studio della danza dell’Ottocento?
Le fonti sono diverse e soprattutto implicano diversi approcci metodologici. Per conoscere le danze del tempo la fonte principale sono i manuali di ballo prodotti dai maestri di danza. A seguire bisogna considerare i vademecum degli stampatori o editori. Si tratta di Manualetti prodotti in tutte le lingue occidentali che copiavano, spesso in maniera inappropriata, talvolta fino al ridicolo, i manuali dei maestri a scopo divulgativo. Quindi bisogna considerare le raccolte di musiche e danze. Si trattava sempre di opere prodotte da stampatori o editori a scopo divulgativo che contenevano musiche e figure specifiche per quella data musica. Un filone, in realtà una vera miniera, è costituito dai fogli prodotti dai musicisti e dai maestri di ballo, le due figure professionali agenti insieme o separatamente, contenenti musiche e descrizione di una singola danza. Quest’ultima è di certo la fonte più numerosa, in quanto la stampa del singolo foglio permetteva un impegno tipografico minore a fronte di un ritorno economico maggiore, ma al contempo la più difficile da conservarsi nel tempo.
Lo studio della danza nel suo aspetto di storia sociale implica un approccio ben più ampio. Ma il mio libro si limita all’aspetto tecnico del sistema ottocentesco di danza di società.

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