“M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati: riassunto trama e recensione

M. Il figlio del secolo, Antonio Scurati, trama, recensioneQuesto chiacchieratissimo ed attesissimo romanzo, M. Il Figlio del Secolo, nasce dalla penna di Antonio Scurati; edito da Bompiani, si è da subito imposto ai vertici delle classifiche di vendita vincendo anche il premio Strega 2019.
Gli anni raccontati sono quelli tra il 1919 e il 1924. M. il protagonista altri non è che Benito Mussolini, ex leader del partito socialista e direttore del giornale Il Popolo d’Italia. Il libro, un mix di biografia dettagliata e romanzo, parte descrivendo l’atmosfera in Italia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale da cui il Paese è uscito vincitore, nonostante le centinaia di migliaia di vite perse sui campi di battaglia. Mussolini, cacciato dal suo partito, ha da poco fondato il movimento dei Fasci di Combattimento, che prende ispirazione dall’esperienza della guerra appena conclusa; i suoi seguaci sono pochi, a causa dei suoi progetti che richiamano a grandi linee molte idee rivoluzionarie della sinistra. Il Mussolini di quegli anni raccontato dall’autore Antonio Scurati è un uomo solo, senza amici, dall’animo maschilista che ha poca considerazione delle donne e le usa solo per soddisfazione fisica. Un uomo misterioso dalle mille facce, un volta bandiera che si allea con l’una o l’altra parte a seconda delle occasioni; un esempio dei suoi frequenti voltafaccia è l’episodio in cui esprime a D’Annunzio tutta la sua partecipazione durante la crisi di Fiume e lo fa platealmente, sia sul giornale che dirige, il Popolo d’Italia, sia a voce. In realtà sta solo bluffando, perché alle sue spalle prende accordi con Giolitti per far saltare il progetto.

L’ostacolo più grande da superare per l’ascesa al potere in quegli anni era il partito socialista ma Mussolini, da uomo scaltro e senza scrupoli, riesce a portare dalla sua squadristi agrari che si mettono in conflitto con i sindacati. Dalla sua parte ha anche la media e grande borghesia, terrorizzata dalla rivoluzione bolscevica che avviene in quegli anni in Russia.
Il Fascismo diventa ufficialmente un movimento politico di destra, in prima fila nella lotta contro la sinistra; il partito socialista si trova impreparato ad affrontare la violenza degli squadristi fascisti ed inizia lentamente la sua scissione; espelle i riformisti di Turati che insieme fonderanno il Partito Socialista Unitario con segretario Matteotti. In soli pochi anni il fascismo arriva in parlamento e Mussolini ottiene la piena fiducia di vecchi militanti politici come Giolitti, incapaci di gestire il rapido cambio di rotta della politica. Da abile stratega, dà il suo consenso alla marcia su Roma e ne affida il comando a Balbo, De Vecchi, De Bono e Bianchi; inizia così la sua battaglia finale contro il governo e la monarchia. Nel finale del romanzo viene raccontata la vera e propria presa di potere di Benito Mussolini e l’inizio della dittatura fascista; l’episodio scatenante è il rapimento e successivo assassinio di Matteotti.

Tra i protagonisti di spicco troviamo Margherita Sarfatti, da lui definita come mentore, colei che l’ha spinto all’ascesa politica e Giacomo Matteotti, uomo politico coraggioso ma troppo paranoico ed ossessivo per affrontare la politica spietata di quel periodo.
Nel libro niente viene inventato, niente del dramma di cui viene raccontato solo l’inizio, è frutto della fantasia dello scrittore; la vita, l’uomo, l’ascesa politica di Mussolini e il fascismo vengono raccontati liberamente senza nessun tipo di censura, come se questo fosse un romanzo frutto della fantasia.
La similitudine con l’attuale periodo storico è disarmante e incontestabile: «E quel che fiuta è un Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici».

L’uomo Mussolini viene raccontato in modo minuzioso «intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo nella vita sentimentale»; un protagonista indiscusso di anni terribili vissuti dal nostro Paese.
M. Il Figlio del Secolo descrive l’atmosfera in Italia in quegli anni, racconta le speranze e le aspettative che gli italiani hanno riposto in Mussolini, il tutto narrato in modo semplice e scorrevole, con un’attenta descrizione di paesaggi e luoghi. Un romanzo biografia racconto di un passato estremamente e pericolosamente attuale; anche chi conosce alla perfezione la storia di quel periodo potrà scoprire fatti e avvenimenti nuovi, che nei libri di scuola non vengono raccontati.
Un libro romanzo ben scritto che mantiene alta l’attenzione e la curiosità del lettore dall’inizio alla fine e di cui si aspetta con ansia l’uscita del secondo capitolo di quella che si preannuncia essere una trilogia.

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