“Love, Sex & Web” di Rossella Dolce, Fiorenzo Pilla e Marvi Santamaria

Dott.ri Rossella Dolce, Fiorenzo Pilla e Marvi Santamaria, Voi siete autori del libro Love, Sex & Web, pubblicato da Ledizioni: che dimensione hanno assunto, nella nostra società, fenomeni come il dating online e il virtual sex?
Love, Sex & Web, Rossella Dolce, Fiorenzo Pilla, Marvi SantamariaRossella Dolce: le app di dating e l’utilizzo del virtuale riguardano ormai tutti i campi del sociale lavorativo, familiare, interpersonale e affettivo. A secondo delle fasce di età ci sono utilizzi ed esperienze diverse e questo porta ad impatto emotivo e frequenza di utilizzo diversa. Però il ricorrere allo smartphone per ogni esigenza personale e relazionale fa parte della quotidianità delle maggior parte delle persone. Anche incontrarsi, conoscersi, emozionarsi, legarsi, passa ora dallo schermo e non ci pare strano nonostante esista ancora qualche pregiudizio sulle relazioni nate on line.

Si tratta per lo più però di pregiudizi che hanno fatto il loro tempo visto che vengono disconfermati continuamente dai dati di realtà. Riguardano soprattutto il valore e il grado di autenticità o affidabilità delle relazioni nello spazio virtuale. Sebbene sia vero che anche per la sola legge della probabilità, il poter incontrare il match perfetto tra le connessioni alle app di dating sia possibile ma più difficile da riconoscere, il mezzo digitale è comunque scelto e apparentemente irrinunciabile: per comodità, velocità, immediatezza, possibilità di raggiungere persone lontane, capacità di selezionare le caratteristiche dell’incontro e della persona che si andrà a conoscere.

Senza considerare che ormai è più comune il loro utilizzo che il rifiuto di farlo: la diversificazione delle applicazioni in grado di soddisfare ogni categoria di utenti anche per scopi precisi o per caratteristiche sociali (ad esempio la dating app rivolta alle relazioni extraconiugali) rende il mezzo appetibile per tutti.

Il virtual sex ha avuto notevole impulso nel periodo pandemico per ovvie ragioni portando forse ad un cambiamento anche del modo di approcciare ad un’esperienza di questo tipo. Il cambiamento è dovuto forse al fatto che è stata scelta da tipologie di coppie o di persone che non l’avrebbero mai preso in considerazione come opzione per giocare la propria sessualità. Nel tentativo di renderla accessibile, interessante e per lo più piacevole hanno trovato un modo forse meno sfrontato ma più libero nell’espressione delle emozioni e sensazioni sia di stranezza che di timore che di eccitazione e scoperta che sono connesse all’utilizzo del digitale in questa pratica.

Fiorenzo Pilla: Il sesso virtuale, oggi, è una realtà, sebbene si sia lontani dalle ipotesi che avevano caratterizzato i primi approcci della Rete al tema. Se torniamo indietro alla fine degli anni novanta e ai primi anni duemila, infatti, ricordiamo un immaginario costituito da tute sensoriali, visori per la realtà virtuale e appendici cyber che avrebbero dovuto rimpiazzare corpi umani, con la finalità di rendere l’esperienza sessuale quanto più vicina possibile alla realtà. Ecco, oggi è cambiato il concetto stesso di “reale”, includendo non solo quanto di tangibile ci circonda, ma anche l’universo digitale in tutte le sue parti, sia per le conseguenze che le nostre azioni digitali hanno nel mondo fisico, sia per la disponibilità continua di nuovi strumenti prima non disponibili. La prospettiva è cambiata, il rapporto tra singolo e digitale viene mediato dallo smartphone, pertanto le diverse forme di sexting e autoerotismo in video si sono diffuse in maniera esponenziale e costituiscono attuazione concreta del concetto di sesso virtuale. La pandemia, poi, ha stimolato considerevolmente questo tipo di pratica che è entrata a far parte della vita relazionale di molti anche una volta terminata l’emergenza pandemica. Quel che sarà necessario superare, a livello sociale, è la tendenza a stigmatizzare questo genere di pratiche che, ancor oggi, vengono da molti considerate aliene o semplici surrogati di una relazione fisica. In realtà dobbiamo guardare al sesso virtuale come a un’espansione delle nostre possibilità di interazione e non come a un sostituto di quanto accade nel mondo materiale. Questo cambiamento di approccio ci permetterà di fare un ulteriore passo avanti verso la consapevolezza digitale.

Quali distorsioni si osservano nelle relazioni digitali?
Rossella Dolce: le relazioni digitali hanno delle dinamiche che le individuano e caratterizzano sicuramente in maniera distintiva come più istintive, fatte di chat, più spesso seguono nei primi scambi un copione, più rapidamente diventano però molto intime dal punto vista emotivo e presenti nella quotidianità. Spesso finiscono altrettanto in fretta e le modalità del lasciarsi on line sono spietate ad esempio nelle pratiche di ghosting e orbiting. A volte però portano ad una conoscenza molto approfondita che precede quella fisica e getta le basi di una frequentazione molto intensa. Ciò che si sente più facilmente è invece sempre legato alle frequentazioni brevi e legate ad un’intimità sessuale occasionale ma non costituisce la totalità delle relazioni virtuali, anzi. L’errore che più spesso viene fatto nel pensare il mondo relazionale on line è il tentare ancora di confrontarle, paragonarle e riprodurle più similarmente possibile a quelle del mondo fisico. Con questa logica, le dinamiche del web sembrano inconsistenti, pericolose, ingannevoli e fredde, quasi mercenarie. Rilevano certo delle insicurezze, delle mancanze e problematiche relazionali, ma non in maniera più o meno importante e invalidante rispetto al passato. Conoscere le regole del dating on line, dei segnali relazionali social o via chat, aiuta di certo a orientarsi nel mondo che è ancora da scoprire specie per chi appartiene a fasce d’età uguali o superiori alla generazione Z.

Trovare il proprio modo di presentarsi e di avvicinarsi agli altri nell’on line è una sfida che stiamo affrontando come società non senza scivoloni ma con sicuro interesse.

In questo scenario, i tempi e i modi in cui condividiamo e comprendiamo le emozioni e la loro espressione sono incredibilmente diversi, la comunicazione è legata alle immagini, i pensieri sono veloci e le citazioni che spesso alleghiamo alle nostre immagini non esprimono il nostro reale modo di vivere ma sono funzionali al mood che si vuole ricreare nella comunicazione visiva data.

Le distanze sociali non sono replicabili nella distanza tenuta dallo schermo ma vengono comunque considerate nel tipo di relazione che si sta tenendo attraverso questo mezzo: si sta più o meno distanti, composti, illuminati, inquadrati a figura intera o solo per parti del corpo, si fanno vedere particolari di casa più o meno intimi e significativi o si sceglie di celarli completamente a seconda del clima della videochiamata. Insomma ci sono tanti modi nuovi per esprimere sensazioni, intenzioni relazionali ed emozioni de sempre presenti e immutati nello spettro dei bisogni interpersonali. La soddisfazione, dal punto di vista psicologico, fisico ed intellettuale che riusciamo a raggiungere attraverso di loro è ancora da misurare in effetti.

Come ha influito il Covid sul dating online?
Rossella Dolce: Si è vista una modificazione dei modi di entrare in contatto proprio durante la pandemia, dove l’impossibilità del contatto e i tempi a disposizione a volte più dilatati hanno reso praticabile una forma di appuntamenti on line più lunghi, giocosi e introspettivi.

Marvi Santamaria: questo si è tradotto ad esempio nel ritorno dell’approccio “slow dating”, ovvero più lento, nell’usare le dating app, concedendosi di conoscersi meglio e più a lungo tramite chat, telefono o videochiamata, prima di programmare un possibuile incontro non appena le restrizioni per il Covid si sarebbero allentate.

Sicuramente il fattore più importante dal punto di vista psicologico che la condizione di quarantena ha palesato è stata la necessità di contatto umano che abbiamo potuto sentire anche nella sofferenza. Certo tutte le manifestazioni di unione e vicinanza della prima fase di pandemia lo hanno dimostrato ma anche le piccole storie quotidiane e individuali che hanno portato ad esempio a parlare del più e del meno con gli operatori telefonici o a conoscere i vicini di casa e balcone dopo anni di vicinato composto e distanziato ci segnalano quanto essere in relazione sia un bisogno fondamentale per l’essere umano e quanto la sua assenza sia distruttiva per l’equilibrio psicofisico. Anche nel dating on line, questa esigenza ha portato per un periodo a far prevalere l’esigenza di parlare, giocare, confrontarsi, conoscersi, prima ancora che intrattenere una relazione sessuale.

Marvi Santamaria: Lato dating app d’altra parte, trattandosi di aziende, hanno dovuto adeguarsi alle restrizioni sociali sempre meno prevedibili e modificare in qualche modo il loro funzionamento che come sappiamo aveva come cardine proprio il passaggio dall’online all’offline, messo in discussione dal distanziamento fisico. Sono nate così nuove funzionalità, inserite dalle app più o meno in corsa man mano che la pandemia incalzava: ad esempio quella della videochiamata all’interno dell’app, che ha fatto nascere il fenomeno del “virtual dating”, per cui gli appuntamenti si sono spostati dietro uno schermo ed è stato necessario inventarsi attività più creative per condividere il tempo a distanza, come cene, musica, serie TV, ma ognuno da casa propria.

Quali sono i rischi delle relazioni digitali?
Rossella Dolce: esistono più tipologie di rischio, quelli legate al mezzo come la dipendenza, quelli relativi alla diffusione di dati personali come le truffe on line, quelli più emotivi e conosciuti nel mondo reale come la rottura relazionale, il sentirsi isolati, quelli contestuali come l’incappare in contesti bullizzanti.

Un rischio sopra tutti è il non saper gestire le dinamiche e gli spazi digitali: non riconoscere la tipologia di app che si sta usando, non fare attenzione all’esposizione di sé e alla adeguatezza di questa rispetto al luogo virtuale, la possibilità di parlare con i cosiddetti catfish, la possibilità che le intenzioni relazionali non siano reciproche.

Inoltre, tutti i fattori che noi abitualmente utilizziamo nel contesto fisico per valutare chi abbiamo di fronte e stabilire che tipo di relazione accordare non sono possibilmente replicabili nell’online: l’empatia, la fiducia, il grado di comprensione e la condivisione degli obiettivi reciproci procedono su piani diversi e su canali diversi. La possibilità di fraintendimento e di scarsa reciprocità può far sentire così meno vicinanza e autenticità di relazione. Dobbiamo esplicitare maggiormente le intenzioni comunicative e utilizzare creativamente lo spazio di chat. La mano sulla spalla nel mondo fisico come gesto in grado di sostenere, calmare, incoraggiare, ringraziare, connettere, non è replicabile certo nell’on line ma l’intenzione relazionale può trovare forma in un emoticon o in un meme scambiato in chat privata, il tono di voce di un messaggio vocale può esplicitarla e una serie di messaggi scritti può riempire questa emotività creata in differita di significato. Bisogna solo dedicarci tempo, intenzione e apertura mentale.

Fiorenzo Pilla. Classe 1972, Functional Analysis Manager in SIA S.p.A., ha da tempo esteso la propria attività di studio e di ricerca all’evoluzione della socialità via Web. Autore di Manuale per difendersi dalla post-verità, Digital Love e Webvolution, è stato fondatore dei contenitori Web “Pagine Digitali” e “Nuove Conversazioni” ed è contributor di Web magazine dedicati all’editoria elettronica.

Rossella Dolce. Psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo Cognitivo Comportamentale, specialista in sessuologia, esperto in dipendenze tecnologiche e counselor per l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Svolge attività in studio privato occupandosi prevalentemente di adulti sia in terapie individuali che di coppia. Presente nell’equipe di Psicologi in Famiglia dell’associazione Panda nell’ambito dell’assistenza e il supporto alle famiglie.

Marvi Santamaria. Siciliana, vive a Milano, Social Media Strategist e Content Creator. Dopo 7 anni in agenzie digital a Milano, nel 2021 è diventata freelance. È fondatrice della community online sul mondo dating app “Match and the City” e del Festival delle Relazioni Digitali. Già autrice di “Tinder and the City” (Agenzia Alcatraz, 2019). Scrive per Vice e Mashable.

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