“Lineamenti di letteratura neogreca” di Maria Angela Cernigliaro Tsouroula

Lineamenti di letteratura neogreca, Maria Angela Cernigliaro TsouroulaLineamenti di letteratura neogreca. Correnti, autori e testi dalle origini ai giorni nostri
di Maria Angela Cernigliaro Tsouroula
Hoepli

Le origini della letteratura neogreca risalgono all’XI secolo, «quando comparvero le prime opere in lingua δημώδη (volgare). Tra queste la più importante è considerata il ciclo-epico di Διγενής Ακρίτας (Dighenìs Akrìtas), sul modello dei poemi epici europei, dove è già presente l’incontro-scontro tra la civiltà cristiana e musulmana.» Con la caduta di Bisanzio in mano crociata, nel 1204, «dal punto di vista letterario, si ebbero conseguenze rilevanti»: i crociati, infatti, ebbero «un’influenza decisiva sulle lettere», come, ad esempio, quella esercitata dal romanzo cavalleresco europeo, «che, però, nel mondo greco assunse caratteristiche particolari, essendo innestato sulla tradizione del romanzo tradizionale greco-bizantino».

Dopo secoli di dominazione ottomana, il desiderio di liberazione dal giogo turco animò il risveglio nazionale greco e portò infine alla Rivoluzione: «il 25 marzo del 1821, scoppiò la Rivoluzione greca che, dopo alterne vicende […], portò alla nascita del primo nucleo di Stato Nazionale Greco indipendente. Si trattò di un evento straordinario paragonabile per importanza a quello dell’Unità d’Italia (1861). Nel 1827, dunque, fu proclamata la Repubblica Ellenica con capitale Nauplio, presieduta dal conte e diplomatico corfiota Ioànnis Kapodìstrias (Ιωάννης Καποδίστριας), riconosciuta a livello internazionale con il trattato di Londra (1830).»

La questione della lingua ha caratterizzato la storia della letteratura neogreca, al pari di quella italiana: «Nello stesso modo in cui nell’Europa medievale persiste il latino come lingua della cultura per molti secoli dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, ugualmente nei territori bizantini, dopo la caduta dell’Impero romano d’Oriente, continua a esistere la koinè ellenistica, seppure arricchita e semplificata dal greco dei Vangeli, che si distanzia sempre più dalla lingua parlata, la δημώδη (volgare), anch’essa in evoluzione.» Anche nell’Ellade, dunque, «si manifesta un contrasto tra lingua scritta e lingua parlata, tra greco bizantino e greco volgare» tanto da parlare di “diglossia”, «due lingue diverse: una dotta e appresa dagli intellettuali e dagli studiosi, e l’altra appresa come “lingua materna”. Tuttavia, mentre nei paesi europei le lingue romanze iniziano a far decadere la supremazia del latino già agli inizi dell’XI-XII secolo, in Grecia questo passaggio avviene molto lentamente, a causa del sopraggiungere del dominio turco che rallenta ogni tipo di evoluzione, anche quella linguistica. Bisogna, infatti, arrivare alla ricostituzione dello Stato greco (1830) perché venga riproposta la questione linguistica» che si trascina per oltre un secolo e vede contrapposti i fautori del ritorno alla lingua classica (kathareusa) e i sostenitori della lingua demotica.

Tra alterne vicende il dibattito si protrae sino ai giorni nostri: è infatti solo nel 1976 che si assiste «all’epilogo di questa annosa vicenda, allorché il ministro della Pubblica Istruzione Gheòrghios Ràllis (Γεώργιος Ράλλης, 1918-2006) propone un disegno di legge, approvato dal governo di Kostantìnos Karamanlìs (Κωνσταντίνος Καραμανλής, 1907-1998): si tratta della nota legge 309, votata il 30.4.76, grazie alla quale viene stabilito l’uso ufficiale della lingua demotica nelle scuole di ogni ordine e grado e nella redazione di tutti i documenti ufficiali.»

È però solo agli inizi del Novecento che la letteratura neogreca riesce a travalicare i confini ellenici: «nel primo decennio del XX secolo, si affacciarono sulla scena letteraria dei poeti e prosatori i quali, pur non appartenendo a nessuna corrente, rinnovarono la tradizione. Tra loro un posto a parte occupano tra i poeti Kostantìnos Kavàfis (Κωνσταντίνος Καβάφης) e, tra i prosatori, Nìkos Kazantzàkis (Νίκος Καζαντζάκης). Sia Kavafis, nato ad Alessandria d’Egitto, un centro di cultura ellenica, sia il fiero cretese Kazantzakis influenzeranno le generazioni a venire, entrambi di una tale levatura artistica da oltrepassare i confini greci ed essere riconosciuti a livello internazionale.»

L’Autrice, laureata in Lettere Classiche e in Storia e Filosofia, vive ad Atene dove insegna la lingua italiana ai greci e il neogreco agli italofoni e lavora come traduttrice e autrice di manuali e romanzi, sia in greco che in italiano.

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