“Leggibilità e comprensibilità del linguaggio medico attraverso i testi dei foglietti illustrativi in italiano e in polacco” di Anna Dyda

Prof.ssa Anna Dyda, Lei è autrice del libro Leggibilità e comprensibilità del linguaggio medico attraverso i testi dei foglietti illustrativi in italiano e in polacco edito da Peter Lang. I foglietti illustrativi appaiono, alla maggioranza degli utenti, oscuri e indecifrabili: a cosa è dovuta l’incomprensibilità dei “bugiardini”?
Leggibilità e comprensibilità del linguaggio medico attraverso i testi dei foglietti illustrativi in italiano e in polacco, Anna DydaIl tipico aspetto che ostacola la comprensione dei testi dei foglietti illustrativi è la presenza dei tecnicismi specifici, spesso esposti in fitte reti di elencazioni, in cui si leggono espressioni come ematemesi, melena, ulcere, costipazione, stipsi eccetera. Tali nomi specifici si coprono con un ulteriore velo di oscurità se presentati sotto una veste acronimica (p.es. AGEP; GERD) oppure attraverso il ricorso alle espressioni eponimiche, come aspetto Cushingoide o sindrome di Zollinger-Ellison, indecifrabili da un comune cittadino. È proprio questo carico terminologico che fa da spaventapasseri nel primo approccio al testo del bugiardino che, al posto di garantire un sicuro utilizzo del farmaco, può creare una sensazione di ansia dovuta alla mancata comprensione e anche a un senso di insufficienti conoscenze in ambito medico. Ovviamente non si possono sottovalutare tutti i tentativi mirati alla semplificazione dei testi dei foglietti illustrativi, in quanto, nella maggior parte dei documenti da me analizzati, i termini specifici venivano accompagnati da esplicitazioni di diverso tipo. Tuttavia, anche nel caso di troppe informazioni aggiuntive, realizzate per esempio sotto forma di parentesi, esiste il rischio di non raggiungere la funzione mirata alla semplificazione dei termini specialistici, e talvolta si può parlare addirittura di offuscamento della comprensione. Un altro dato rilevante in questione è lo stile espositivo secondo il quale vengono redatti i bugiardini. Al momento in Italia si trovano due tipologie di stesura dei foglietti: da un lato ci sono gli opuscoli redatti con lo stile comunicativo che seguono lo schema domanda/risposta e sono rivolti al destinatario con un dettato semplice, e dall’altro quelli redatti con lo stile notarile che hanno un carattere formale e burocratico, sono espressi in modo più complesso e vengono caratterizzati da un alto grado di specializzazione del discorso. Ovviamente, confrontando questi due stili espositivi, i più oscuri agli utenti risultano i bugiardini “notarili”. Quello che spaventa quindi i consumatori dei farmaci nella lettura dei foglietti è la quantità di termini sconosciuti, anche se talvolta completati da esplicitazioni, ma anche la loro presentazione in lunghe frasi complesse o proprio una inaccessibilità formale del testo stesso. Qui però ci addentriamo nel concetto di leggibilità, che riporta alla decifrazione materiale del testo, e alla sua complessità “calcolabile”.

Come viene misurata la leggibilità?
La leggibilità, ossia quella caratteristica del testo che riporta le informazioni sul livello della sua complessità, dipendente da fattori puramente calcolabili, come, per esempio, la quantità delle parole in una frase o le sillabe in un certo numero di parole. Vista in questo senso, ricondotta a fattori numerici, può essere definita in base a degli algoritmi matematici. Prima di addentrarci nei calcoli, è interessante notare che i primi tentativi di misurazione della leggibilità dei testi risalgono già agli inizi del Medioevo, quando, a partire dal conteggio delle parole presenti nel testo, si cercava di rappresentare un livello approssimativo di difficoltà dello scritto. I metodi scientifici sono invece datati intorno alla seconda metà del XIX secolo, quando venne notata la relazione tra la lunghezza della frase e la difficoltà del testo. Sulla base delle ricerche sulla leggibilità e nel campo della statistica linguistica, sono stati definiti i cosiddetti indici di leggibilità, ossia formule matematiche che, in base ai fattori calcolabili di un testo, determinano la facilità della sua lettura, fra cui l’indice di Flesch, l’indice di Kincaid, la formula di Dale-Chall, l’indice di Gunning, l’indice Gulpease, l’indice di Pisarek, eccetera. In tutti i casi si tratta di metodi analitici che forniscono una valutazione della leggibilità del testo partendo dal calcolo matematico di alcune sue caratteristiche. Queste ultime possono essere molto facili da stabilire, come per esempio la percentuale di parole che rientrano nel gruppo delle 100 parole più frequenti in una data lingua, la lunghezza media delle frasi, delle parole, il numero delle sillabe, eccetera. Partendo da questi dati, che vengono configurati in svariati modi e sotto forma di diversi algoritmi, si arriva a un risultato numerico che indica il grado di leggibilità di un dato scritto. Gli indici di solito non nascono universalmente compatibili per tutte le lingue, ma per dei codici linguistici prestabiliti. In Italia, all’inizio degli anni Settanta è arrivata la formula di Flesch, che, essendo tarata sulla lingua anglo-americana ha dovuto subire l’indispensabile adattamento alla lingua italiana. Del lavoro si è occupato Roberto Vacca. Successivamente, dall’attenta osservazione dell’indice sono state create nuove formule per il calcolo della leggibilità, tarate direttamente sulla lingua italiana, come per esempio l’indice di Gulpease nato nel 1982. Esso prende il nome dal GULP, cioè dal Gruppo Universitario Linguistico e Pedagogico, presso l’Istituto di Filosofia dell’Università degli studi di Roma «La Sapienza». La formula Gulpease per il calcolo della leggibilità è la seguente:

Indice Gulpease = 89 – (Lp : 10) + (3 x Fr)

dove

Lp sta per: (il totale delle lettere del campione x 100) : il totale delle parole del campione;
Fr sta per: (il totale delle frasi del campione x 100) : il totale delle parole del campione.

La particolarità del Gulpease sta inoltre nella possibilità di leggere i valori della leggibilità di un testo prendendo in considerazione tre livelli di scolarizzazione, ossia licenza elementare, media e superiore. In questo modo il valore della leggibilità di un testo è associato al livello d’istruzione del lettore.

Anche nella storia della linguistica polacca il problema della difficoltà dei testi è stato trattato da diversi studiosi, fra i quali spiccano i nomi di Mieczysław Kreutz, Włodzimierz Szewczuk e Danuta Buttler. Una grande rivoluzione in materia è stata operata negli anni Sessanta da Walery Pisarek, che è stato l’autore del primo indice tarato appositamente per la lingua polacca. L’indice di Pisarek è rappresentato dal seguente algoritmo:

indice di Pisarek

 
 
 
 

dove:

T – difficoltà;
Ts – percentuale di parole complesse (4 sillabe e più);
Tw – lunghezza media della frase contata in base al numero di parole.

Il risultato viene espresso attraverso delle forbici con numeri compresi tra 4 e 20, ai quali corrispondono 5 tipi di scritti diversificati in base alla loro difficoltà.

In base agli indici di leggibilità otteniamo allora un dato numerico che indica il livello di leggibilità del testo in base, solamente, a elementi calcolabili. Per questa loro caratteristica, da alcuni criticata e da altri apprezzata, dovremmo forse trattarli più come una sorta di cartello indicatore, piuttosto che come un indicatore assoluto. In altre parole, per ottenere un quadro completo dell’accessibilità dello scritto sarebbe auspicabile completare gli esiti degli indici di leggibilità da altre analisi approfondite che entrino nel merito delle questioni profonde del testo e delle particolarità extralinguistiche in cui è immerso il lettore.

Quali elementi favoriscono la comprensibilità del testo?
Senza dubbi, la comprensibilità del testo viene favorita dal ricorso a diverse tecniche esplicative, quali spiegazioni, descrizioni, riformulazioni, riferimenti al linguaggio comune e scioglimenti degli acronimi. I testi dei foglietti illustrativi sono carichi di queste informazioni aggiuntive rappresentate sotto diverse forme e attraverso svariate tecniche. Fra le strategie, atte allo scopo di semplificare il significato dei termini specialistici, la tecnica più utilizzata è basata sulla presentazione dei tecnicismi accompagnati dalla loro perifrasi, di solito inserita tra parentesi, p.es spondilite anchilosante (malattia infiammatoria cronica che colpisce soprattutto la colonna vertebrale e le articolazioni del bacino). Un’altra tecnica è quella che vede l’inserimento del vocabolo più comune tra parentesi seguito dal suo sinonimo più elevato o viceversa, giusto per dare qualche esempio: cefalea (mal di testa); stipsi (stitichezza); gravi reazioni cutanee (della pelle). Le spiegazioni vengono inoltre trasmesse con l’uso degli iperonimi, rifampicina (un antibiotico), esemplificazioni, medicinali che appartengono alla classe degli antiaritmici (per esempio chinidina, idrochinidina, amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide), e tante altre.

Ovviamente, anche il ricorso allo stile comunicativo nella stesura dei foglietti illustrativi, favorisce la loro comprensione. Indubbiamente la suddivisione in paragrafi chiari costituisce uno dei fattori che aiutano il paziente nella ricerca delle informazioni necessarie. La loro distribuzione non può però rispondere per l’effettivo livello della loro difficoltà o facilità, prendendo in considerazione i fattori linguistici che possono ostacolare la comprensibilità di un testo e che sono presenti in quantità praticamente illimitata presso i testi specialistici, di cui fanno parte i foglietti illustrativi.

Cosa rivela il confronto tra le due prospettive linguistiche, italiana e polacca, su cui lo studio si muove?
Parliamo di due codici linguistici diversi, quindi il paragone fatto deve essere considerato con molta precauzione. Prima di tutto, se prendiamo in considerazione la questione della leggibilità, è quasi impossibile fare un’analisi contrastiva interlinguistica diretta, in quanto ogni lingua ha un proprio tipo di organizzazione, e in più, ogni indice prende in considerazione valori diversi: l’indice di Pisarek fornisce un numero che indica la difficoltà del testo, invece l’indice Gulpease permette di valutare la leggibilità di un testo rispetto al livello di scolarizzazione del destinatario. Vista questa divergenza sul tipo di esito, si può ricorrere a questi indici, ma soltanto per analizzare la leggibilità dei foglietti illustrativi proseguendo in modo differenziato per le due lingue. Non è stato quindi possibile paragonare le due lingue prese in esame in base agli indici nati appositamente per loro, ma l’analisi contrastiva è stata svolta grazie a un terzo indice di leggibilità, ossia quello di Robert Gunning, creato per la lingua inglese e adattato sia per l’italiano che per il polacco. Il risultato dell’algoritmo di Gunning (conosciuto anche come indice di nebbia o Fog) indica il numero di anni di istruzione formale necessaria per riuscire a leggere il testo con facilità, vuol dire che se un determinato testo ha un indice Fog pari a 12, per comprenderlo sono necessari dodici anni di istruzione formale. In base a questo esame, considerando la media dell’indice dei foglietti illustrativi, gli utenti italiani hanno bisogno di 9,62 anni e quelli polacchi di 9,97 anni di formazione. I risultati sono quindi simili.

Se invece ci addentriamo nella questione della presenza dei tecnicismi, essi risultano presenti in alto numero in tutte e due le lingue. La ricerca ha infatti confermato la presenza di un elevato gruppo di termini ostacolanti, sia in italiano che in polacco, ma ha anche rilevato un complesso sistema di strategie atte alla semplificazione dei termini specialistici. In più, all’interno dei FI redatti in lingua italiana e in lingua polacca, viene attestato il ricorso a soluzioni simili. Sia in italiano che in polacco, infatti il trattamento dei tecnicismi è fortemente orientato all’esplicitazione.

Anna Dyda è ricercatrice di linguistica italiana e docente presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università Jagellonica di Cracovia. I suoi interessi scientifici riguardano la linguistica contrastiva italiano-polacca e i linguaggi specialistici con particolare riferimento al linguaggio medico. Autrice e co-autrice di diversi articoli scientifici, tra cui: Lessico medico italiano e polacco a confronto: il caso dei sintagmi terminologici di tipo “malattia di Banti”/”choroba Bantiego” (2021).

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