“Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all’amore per i libri” di Antonio Ferrara

Antonio Ferrara, Lei è autore del libro Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all’amore per i libri edito da Interlinea: qual è la lezione più importante che ha tratto dalla sua esperienza di laboratori di scrittura per emozioni?
Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all'amore per i libri, Antonio FerraraL’aver scoperto che adulti e ragazzi, una volta abbassate le difese circa la presunta “difficoltà” di scrivere, scrivendo e poi leggendo ad alta voce, danno volentieri la stura alla narrazione scritta delle loro emozioni, spesso precisa, struggente e puntualissima. Rivelando per l’occasione a sé stessi e agli altri materiale inedito e incandescente, eventualmente buono per subire un trattamento che lo renda vera letteratura.

«Le parole sono come addormentate dentro i libri, finché qualcuno non si decide a leggerle, risvegliandole così dal loro sonno misterioso»: di quale utilità è la lettura ad alta voce?
Leggere ad alta voce – con una certa competenza – in presenza di un gruppo di persone, rende quel gruppo coeso, improvvisamente orientato a una meta comune. Come fare tutti insieme un viaggio in un territorio misterioso e affascinante, al ritorno del quale difficilmente riuscirai a spiegare quell’avventura a chi non c’era.

«Leggere è sexy» afferma nel libro: quale ruolo svolge il corpo nella lettura?
Un ruolo decisivo, è per questo che le audio letture sono in fondo sempre letture azzoppate. La postura del lettore, i suoi sguardi, i suoi movimenti improvvisi hanno il potere di arricchire il contenuto del testo mettendo in scena tutta una serie di segnali coerenti o contraddittori rispetto al contenuto medesimo. Una frase affermativa pronunciata scuotendo la testa, ad esempio, rende mille volte più ambigua e complessa la percezione, e dunque la espande.

Cosa significa scrivere per bambini?
Scrivere per bambini e ragazzi significa praticare una disciplina più faticosa e bella che scrivere per adulti, anche solo perché chi scrive per bambini di solito è un adulto.

Non tutti i buoni libri per adulti possono essere dati in mano a un bambino, ma tutti i buoni libri per bambini e ragazzi dovrebbero essere letti dagli adulti.

“Scrivere per bambini è come scrivere per adulti”, diceva Dino Buzzati, “è solo molto più difficile”.

«La scrittura non è autocompiacimento, non è mettere in fila parole belle e complicate, la scrittura è come fare l’amore: è una relazione» scrive nel libro: quali suggerimenti si sente di dare ad un aspirante scrittore?
Certi autori alle prime armi, da me invitati a mettersi in gioco provando a inviare i propri testi a un editore, si schermiscono affermando di scrivere solo per sé, a prescindere da eventuali lettori.

Niente di più assurdo.

Sempre si scrive per raggiungere qualcuno, per provare a stabilire un legame affettivo. Parola viene da “parabola”, dunque sempre la parola parlata o scritta è un appello, un tentativo di incidere nelle vite altrui, un tentativo di chiamare gente a raccolta.

«Non possiamo obbligare nessuno a leggere. Però possiamo incuriosirlo circa la lettura»: è possibile educare alla lettura? Se sì, come?
Certo che è possibile. Intanto con una propria, sincera passione per il libri. Passioni fasulle non si possono trasmettere. Conosco diversi docenti di ogni ordine e grado rassegnati al fatto che i loro allievi non leggano. Quei docenti sono spesso adulti non lettori, che non sono per nulla incuriositi dalla letteratura per ragazzi.

Conosco invece pochi docenti che hanno allievi forti lettori, ragazzi che leggono una ventina di romanzi all’anno e se li scambiano pure tra loro. I docenti di questo secondo tipo sono aggiornatissimi, frequentano assiduamente la narrativa per ragazzi, ne leggono ogni giorno ad alta voce assaggini in classe e poi si interrompono sul più bello, scatenando così la curiosità dei loro studenti. E dopo non interrogano su quel libro, non ne chiedono il riassunto, non l’analisi del testo. Non disinnescano la potente polvere da sparo nascosta nei romanzi.

Ah, io, per esempio, leggo un assaggino ai ragazzi e poi dico loro che quel libro alla loro età è ancora proibito, perché sono ancora piccoli.

I dati Istat evidenziano come oltre il 60% degli italiani non legga: quali a Suo avviso le cause e quali le possibili soluzioni?
Leggere non è un’attività naturale, spontanea, per il nostro cervello. Comporta connessioni complesse tra diverse sue aree. Come d’altra parte scrivere, soprattutto a mano, in corsivo. Diventare lettori all’inizio comporta fatica, allenamento, determinazione. Capacità di isolarsi e di rinunciare alle sirene delle notifiche dei nostri device. Leggere è sempre rubare tempo al diavolo, dedicare tempo alla costruzione di senso. Ma è anche dare senso al tempo, uno splendido senso.

Può dare a chi non legge una ragione per farlo?
Tante ce ne sarebbero, ma ne suggerirò una per tutte: leggere, soprattutto per un ragazzo, è coltivare la propria educazione sentimentale, è imparare a nominare e a condividere le proprie emozioni e a riconoscere quelle altrui. E quindi è anche vivere per finta tutte le esperienze che non abbiamo ancora fatto e che perfino non faremo mai.

La tecnologia fatta di tablet ed e-book reader insidia il libro cartaceo: quale futuro per i libri?
“Non riuscirete a liberarvi dei libri”, diceva Umberto Eco. In ogni caso non è mai stato importante, il supporto. Una volta si incideva una tavoletta d’argilla con uno stilo, poi si cominciò a tracciare lettere su una pergamena, poi Gutenberg inventò i caratteri mobili, poi la macchina per scrivere e infine (per ora) la scrittura digitale.

Ma la sostanza è sempre la stessa; sempre gli esseri umani avranno bisogno di ascoltare storie che contengano i tre ingredienti che tutte le narrazioni contengono: ricordo, esperienza e speranza.

Quali provvedimenti andrebbero a Suo avviso adottati per favorire la diffusione dei libri e la lettura?
Formazione a tappeto e lungo il corso della vita (raccomandata dalle direttive UE) per i nostri insegnanti, i lettori meno assidui d’Europa. Perché a loro volta i docenti possano formare nuovi lettori appassionati.

Si dice spesso che i Paesi del nord Europa leggano di più perché sono più ricchi. È vero il contrario: diversi studi hanno dimostrato che i Paesi del nord Europa sono più ricchi poiché da tempo investono in cultura, istruzione, educazione della lettura, ricerca e formazione.

Marchionne, amministratore delegato dell’allora Fiat, diceva spesso di aver conseguito due lauree, una in economia e una in filosofia e che sempre, nei momenti più difficili, era stata la seconda a cavarlo d’impaccio. Leggere ci aiuta ad affrontare la complessità del mondo.

Antonio Ferrara è nato a Portici, in provincia di Napoli, dove ha vissuto fino all’età di vent’anni. Da allora vive a Novara, dove ha lavorato come educatore in una comunità alloggio. È scrittore e illustratore per ragazzi, poeta e formatore. Come autore per ragazzi ha pubblicato diversi libri e ricevuto diversi premi, tra i quali nel 2012 il premio Andersen come autore e nel 2015 come illustratore. È convinto che scrittura, lettura e illustrazione costituiscano un dirompente e proficuo mezzo per fare educazione sentimentale, prevenzione del disagio.

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