
Quali sono gli elementi caratteristici dello stile di Shakespeare?
Il teatro di Shakespeare è soprattutto un teatro della parola, dove le azioni sono poche, spesso anche combinate in maniera approssimativa e contraddittoria. La particolarità sconvolgente di Shakespeare è la sua capacità, per ogni personaggio, minore o maggiore, un eroe o una comparsa, diavolo o angelo, di precipitare subito nel profondo della psiche umana e darle parola. Per Shakespeare questa rivelazione del cuore e della mente umana doveva avvenire attraverso l’arte della parola, che però non è la retorica ora ritenuta spesso sinonimo di artificiosità. La parola afferra l’idea, la mostra chiaramente al pubblico inducendolo a riconoscere la medesima passione in sé. A Shakespeare non interessa la catarsi, potremmo dire, il far provare al suo pubblico terrore e pietà, o riprovazione comica, verso le passioni dei suoi personaggi: gli interessa piuttosto che riconosciamo in noi le stesse pulsioni che hanno indotto loro a fare e a dire quello che vediamo e sentiamo. Di questa arte della parola sono sicuramente uno strumento potente le metafore, magnifiche, spesso disposte su più livelli, con quel guizzo geniale che all’epoca faceva riconoscere il vero genio. La parola è anche, per Shakespeare, un gioco continuo, come provano i frequentissimi giochi di parole. Ma non si tratta solo di artifici stilistici: la parola di Shakespeare dimostra il potere del fenomeno che più lo appassionava, la metamorfosi continua dell’essere umano e del suo cuore, a cui la mutazione perpetua della parola forniva espressione. Non a caso il libro ossessivamente più presente nella sua opera erano le Metamorfosi di Ovidio.
Dal punto di vista dell’azione teatrale, quali sono i meccanismi fondamentali dell’opera shakespeariana?
Shakespeare scriveva non per dei lettori ma per un pubblico pagante. Attore egli stesso, insieme con la sua compagnia teatrale provava quotidianamente quale delle sue battute funzionasse e quale no. Quello che scriveva doveva funzionare sulla scena, prima ancora che sulla pagina (leggendario era il suo disinteresse per la pubblicazione delle opere teatrali). Nel suo teatro, pertanto, ritroviamo semplicità e nitidezza. L’azione teatrale è chiaramente guidata da una figura trainante, in gruppi di azione spesso limitati a due o tre persone, in modo da permettere al pubblico di scorgere con chiarezza il procedere, oltre che dell’azione, dei pensieri e dei desideri dei personaggi. Le scene corali, pur presenti, sanciscono di solito momenti pubblici, per di più all’inizio o alla fine dell’opera. La vera azione è per Shakespeare quella che vede l’individuo alle prese con sé stesso, con un rivale o con un amante, e con pochi altri. Di questo accentramento sulla singola figura è insieme simbolo e strumento il monologo, portato da Shakespeare a dei vertici di profondità assoluta.
Quali sono i temi più ricorrenti nell’opera del Bardo?
In Shakespeare si trova tutto il mondo all’epoca noto, e probabilmente riusciamo anche a trovarci, quasi mirabilmente profetizzati, molti dei desideri e delle paure che noi riconosciamo nella nostra società. Dovendo però isolare alcuni temi ricorrenti, uno è sicuramente il primato e la libertà dell’individuo rispetto al sistema in cui si trova, famiglia, chiesa, monarchia antica o moderna. I suoi protagonisti analizzano i confini posti alle loro azioni dai confini religiosi, culturali e sociali dell’epoca, e anche quando non riescono ad affermare nell’azione la loro libertà, riescono sempre a scorgerla e a darle un nome. Shakespeare è ancora nostro contemporaneo per questa capacità di parlare di libertà e oppressione, individuale o sociale, a generazioni di posteri lontanissime dall’Inghilterra elisabettiana. Un altro tema ricorrente è quello della follia, che non è limitata ai lunatici ma si estende liberalmente a tutti gli esseri umani condotti dalle loro passioni: Shakespeare mostra una miriade di possibili deformazioni della ragione, e sempre senza condanne schematiche, ma con un’attenzione sapiente alla molteplicità delle forme in cui la nostra mente si manifesta. Infine, un tema davvero singolare, se paragonato a quello che si vede nei suoi contemporanei, è la figura della giovane donna: quasi sempre, quando l’ironica saggezza raggiungibile viene ottenuta, quando onesta e sincerità si manifestano, e quando la sopportazione delle avversità si esplica, è grazie a una giovane donna, incaricata di mostrare cosa voglia dire per Shakespeare essere umani – con leggerezza.