“Le muse ermetiche. Esoterismo e occultismo nella letteratura italiana tra fin de siècle e avanguardia” di Mauro Ruggiero

Dott. Mauro Ruggiero, Lei è autore del libro Le muse ermetiche. Esoterismo e occultismo nella letteratura italiana tra fin de siècle e avanguardia pubblicato da Jouvence: quale valore culturale riveste nelle società occidentali l’esoterismo?
Le muse ermetiche. Esoterismo e occultismo nella letteratura italiana tra fin de siècle e avanguardia, Mauro RuggieroL’esoterismo riveste nella società occidentale un valore considerevole, e questo è stato ampiamente dimostrato da vari e importanti studiosi come Antoine Faivre; Frances Amelia Yates; Brian J. Gibbons; Nicholas Goodrick-Clarke, Marco Pasi ecc. che ormai da qualche decennio si stanno occupando o si sono occupati in modo scientifico di questo argomento che troppo a lungo è stato considerato non scientifico e, in Italia, addirittura un tabù.

Ma per rendere l’idea di quanto importante e fondante sia la presenza del pensiero esoterico nella nostra società, basti citare come esempio gli studi di Wouter Jacobus Hanegraaff, professore presso l’Università di Amsterdam di “Storia della Filosofia Ermetica e Correnti Affini”, che ha affermato che accanto ai tre pilastri dell’identità culturale europea, e cioè la tradizione religiosa giudaico- cristiana, la filosofia razionalista e la scienza moderna, ve ne è un altro che, molto spesso, viene quasi completamente ignorato. Questo quarto pilastro sarebbe proprio il pensiero esoterico o, com’è stato definito più di recente in ambito accademico: l’ “Esoterismo occidentale”.

Possiamo dire senza timore di essere smentiti che dall’età ellenistica, attraverso la cabala e la magia in epoca rinascimentale, proseguendo con la naturphilosophie tedesca, Paracelso e l’alchimia, passando per la mistica e i movimenti rosacrociani del XVII secolo, la massoneria e gli ordini iniziatici del XVIII secolo, fino ad arrivare ai più moderni fenomeni dello spiritismo e delle Società Teosofica e Antroposofica, e addirittura alla New Age dei nostri giorni, le idee di scuole, movimenti esoterici e personalità a questi legate hanno esercitato molta influenza sulla società e nei diversi campi del sapere praticamente, anche se con diversa intensità, in tutte le epoche della storia dell’Occidente e senza dubbio la esercitano ancora oggi.

Questo, sia chiaro, non solo in ambito culturale e letterario nello specifico, come riportato in “Le muse ermetiche”, ma anche, è bene ripeterlo, in tutti gli altri ambiti del sapere umano, anche al di fuori di quello umanistico.

Che rapporti esistono tra l’occultismo e la letteratura italiana?
Dalle ricerche condotte da studiosi che si interessano proprio del rapporto tra esoterismo/occultismo e letteratura italiana, risulta chiara e ben documentata anche in questo contesto la frequentazione di alcuni scrittori, pensatori e poeti della nostra migliore letteratura, di ambienti legati allo spiritismo, alla magia e all’occultismo che sono sempre stati più o meno presenti e radicati nella società italiana, e non solo a cavallo tra Ottocento e Novecento come riportato in questo libro. D’altra parte gli studi italiani su questo tema si inseriscono in un ambito più ampio che riguarda i rapporti tra letteratura ed esoterismo nel contesto europeo e americano. Proprio perché il fenomeno è riscontrabile in tutte le letterature dei paesi occidentali spesso in maniera di gran lunga superiore al contesto italiano. Forse potrà sorprendere, ma per quanto riguarda l’indagine sulle relazioni tra letteratura italiana e pensiero esoterico, uno dei primissimi studiosi ad affrontare l’argomento in Italia fu Giovanni Pascoli che, tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento, diede una interpretazione controcorrente e in chiave esoterica della “Divina Commedia” di Dante negli scritti di critica dantesca “Minerva Oscura”, “Sotto il Velame” e “La Mirabile Visione”. Questi studi di Pascoli sono da considerarsi pionieristici e, sebbene non ebbero fortuna, perché la critica non ha mai rivolto loro la giusta attenzione, aprirono la via ad alcuni studiosi che da allora cercano di portare alla luce questi rapporti tra la produzione letteraria italiana e il pensiero esoterico. C’è tutto un filone molto interessante di lettura in chiave esoterica della “Divina Commedia” di Dante, che da Pascoli, passando per Luigi Valli e arrivando fino ai nostri giorni, mette in evidenza il sapere esoterico presunto o vero che si trova alla base di questa opera straordinaria, patrimonio della letteratura mondiale. L’interesse in Italia per lo studio accademico del pensiero esoterico nacque anche grazie all’attenzione verso l’ermetismo rinascimentale da parte di alcuni studiosi come Ferdinando Gabotto (1866-1918), Paul Oscar Kristeller (1905-1999), ed Eugenio Garin (1909-2004) sulle base delle cui ricerche, nel 1964, Frances A. Yates pubblicò il suo “Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica” che portò questo genere di studi all’attenzione dei ricercatori internazionali. Bisogna però sottolineare come in Italia l’interesse per quello che riguarda nello specifico i legami tra letteratura e pensiero esoterico, nonostante l’abbondanza di materiale e le numerose evidenze, siano stati a lungo ignorati, e i primi studi sull’argomento devono essere considerati in parte pionieristici ed “eretici”, al contrario, invece, di quanto accaduto in altri paesi in cui il tema è studiato da più tempo e senza pregiudizi. Le ragioni di questa mancanza di interesse sono state sia di tipo metodologico (non dimentichiamo, ad esempio, che già Giovanni Gentile aveva ignorato le opere magiche di Giordano Bruno e, più in generale, la componente magica del suo pensiero), sia di tipo – se possiamo dire così – “politico”, ma da quando qualche studioso ha scoperchiato il “vaso di Pandora”, non è stato più possibile ignorare questo aspetto della cultura e della letteratura che mette in discussione molti vecchi stereotipi e concezioni che per troppo tempo hanno impedito una presa di coscienza totale del fenomeno anche in Italia. Crediamo di poter affermare, ormai senza temere di cadere in errore, che l’esoterismo e l’occultismo abbiano dato un impulso particolarmente importante alla produzione letteraria italiana soprattutto in quel contesto sociale e culturale in cui era sentito forte il bisogno di un umanesimo alternativo a quello di stampo prettamente cristiano che dalla nuova generazione di intellettuali italiani era percepito spesso come inadeguato e limitante. La presenza importante del pensiero esoterico nella poesia, nella narrativa e persino nelle riviste letterarie, che molto impulso diedero alla diffusione di nuove idee in ambito filosofico e alla divulgazione di tanta letteratura straniera in Italia, è forse l’aspetto più interessante di questo fenomeno e testimonia una rivoluzione culturale i cui effetti sono, per certi aspetti, visibili e in atto ancora oggi.

In che modo, nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento, si ebbe in Italia un intreccio particolarmente fecondo tra letteratura e pensiero esoterico?
Per quanto riguarda nello specifico la letteratura a cavallo tra Ottocento e Novecento, c’è da dire che anche in Italia le avanguardie letterarie e artistiche avevano cercato ispirazione nel mondo delle scienze occulte e nelle idee promosse in particolare dalla teosofia, dall’antroposofia, dalla massoneria, dal martinismo ecc., dottrine e organizzazioni particolarmente attive e influenti nella vita culturale del tempo. In un momento di profondi cambiamenti sociali e culturali, gli intellettuali italiani si sentirono chiamati a un impegno maggiore all’interno della società per favorire l’affermazione di nuovi valori, diversi da quelli che avevano caratterizzato la cultura europea fino a tutto il secolo precedente. Questi ideali miravano ad aprire all’uomo una dimensione nuova dell’essere che permettesse, oltre che a svincolarsi dai moralismi e dalla cultura del passato, anche uno sviluppo di quelle potenzialità latenti dell’essere umano, di quelle facoltà che tendevano a sfuggire alle indagini della scienza classica e che potremmo definire “magiche”. Il pensiero esoterico, pur non negando necessariamente il cristianesimo, metteva in risalto l’idea dell’essere umano come un essere non compiuto, che porta nella sua essenza la possibilità di uno sviluppo ulteriore; una evoluzione in potenza capace di condurlo a un livello superiore di coscienza nel quale si avrebbe accesso a facoltà nuove e speciali poteri della mente latenti allo stato di sviluppo attuale. Non ci vuole molto dunque a capire da dove, ad esempio, un movimento come il Futurismo abbia potuto attingere alcune delle sue idee fondamentali. E ricordiamo, a tal proposito, uno studio importante di Simona Cigliana “Futurismo Esoterico” (La Fenice 1996) che è una delle prime ricerche sistematiche su questo argomento in Italia. La presenza dell’esoterismo, dell’occultismo e del fantastico nella letteratura italiana sono probabilmente la prova più evidente di quel passaggio epocale che interessò tutti gli ambiti del sapere, in Italia e non solo, nel periodo esaminato; quel passaggio cioè da una visione del mondo di tipo teocratica a una di matrice antropocentrica che mise in discussione ancora una volta il posto dell’uomo nell’universo e che manifestò i suoi effetti nella società e nella cultura dell’epoca. Se dunque l’Esoterismo Occidentale è parte del patrimonio culturale della nostra civiltà, essendo la letteratura da sempre espressione tra le più immediate e dirette della cultura di una società e di un’epoca, ne deriva necessariamente che letteratura ed esoterismo debbano inevitabilmente entrare in contatto in qualche momento del loro sviluppo storico. Naturalmente lo stesso discorso vale anche per le altre branche del sapere, e anche su queste, infatti, esiste ormai una non trascurabile e interessante letteratura scientifica.

Gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento costituiscono, come era già accaduto in altri momenti nella storia del pensiero in Italia, proprio uno di quei punti di intreccio tra cultura esoterica e cultura “ufficiale” i cui effetti è possibile oggi analizzare senza pregiudizi. Un intreccio tra questi due rami del grande albero della conoscenza umana il cui contatto ha generato stimoli nuovi sia in ambito culturale sia sociale e che hanno dato nuova energia allo sviluppo del pensiero e all’evoluzione culturale dell’essere umano.

Quali autori e intellettuali si interessarono alla dimensione occulta della realtà e con quali esiti?
Moltissimi, alcuni dei quali “insospettabili”, visto che a scuola non ce lo aveva detto mai nessuno. Tra gli autori più noti basti citare Luigi Capuana che da subito si interessò al dibattito scientifico sui fenomeni medianici che giocarono un ruolo molto importante nell’ambito della sua produzione letteraria. Capuana fu assiduo lettore di Kardec e dell’occultista Eliphas Lévi e partecipò spesso agli eventi organizzati dalla Società di Studi Psichici di cui fu membro onorario. Amico di Capuana e conoscitore di “cose occulte” fu Luigi Pirandello che risentì delle suggestioni occultiste, soprattutto dello spiritismo e della teosofia, nella sua produzione artistica; suggestioni particolarmente chiare in molte delle sue opere. Negli scritti pirandelliani, infatti, abbondano fantasmi, fenomeni inspiegabili, strane presenze e molti altri elementi attinti sia dal giacimento della cultura popolare e dal folklore della sua terra, la Sicilia, sia dai suoi studi e dalle esperienze personali riguardo le caratterizzazioni che l’Esoterismo Occidentale assunse nel periodo in cui lo scrittore operò e cioè, in modo particolare, lo spiritismo e la teosofia di matrice blavatskyana. Poi c’è Antonio Fogazzaro che è stato il primo ad introdurre in un romanzo italiano il tema della reincarnazione, e che fu considerato dalla chiesa alla stregua di un eretico per via della sua apertura verso il mondo occulto che non solo non vedeva in contraddizione con l’insegnamento cristiano, ma addirittura considerava un completamento di questo. Possiamo poi menzionare Matilde Serao che è stata tra le prime a rendersi conto dell’apertura di alcuni intellettuali del suo tempo a una visione metafisica della realtà, in un’epoca dominata dal positivismo anche in ambito letterario. Tutti quelli menzionati, e molti altri, furono intellettuali coinvolti in quel fenomeno di “Rinascenza dell’anima” che, nato in opposizione alla cultura positivista, può essere riconosciuto come un punto essenziale per lo studio dell’influenza del sapere esoterico sulla cultura letteraria del tempo. Una prova molto importante dell’influenza dell’esoterismo sulla letteratura italiana dell’epoca va poi ricercata nell’editoria, soprattutto, nelle riviste letterarie fiorentine del primo Novecento, dove la presenza della cultura esoterica è particolarmente chiara. Riviste come “Leonardo”, “La Voce”, “Lacerba” e “L’Italia futurista”, tanto per fare qualche nome. Poi c’è la presenza del pensiero esoterico nella poesia, visibile nella poetica crepuscolare, in Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio, Trilussa, Quasimodo… e in poeti considerati minori come Girolamo Comi, Arturo Onofri e Nicola Moscardelli tre scrittori uniti tra loro da legami sia intellettuali sia “esoterici” per via delle frequentazioni comuni di gruppi e circoli esoterici presenti in Italia in quegli anni. Ma l’elenco non finisce di certo qui, e potremmo menzionare ancora scrittori e artisti come Raoul Dal Molin Ferenzona, Gian Pietro Lucini, Enrico Cardile… tutte personalità legate al mondo dell’esoterismo, nelle cui opere vi è traccia chiara di questa influenza. C’è poi tutto un discorso da fare sui molti autori legati più o meno direttamente all’ambito della massoneria, e all’aspetto di questa che si rifà al pensiero esoterico, e nel libro ci si è soffermati su Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Giuseppe Chiarini, Salvatore Quasimodo, Ulisse Bacci… la cui iniziazione è documentata, ma anche su autori per i quali, sebbene non esistano prove certe della loro appartenenza alla massoneria, è possibile tuttavia rintracciare nelle loro opere elementi di chiara ascendenza massonica, come nel caso di Gabriele D’Annunzio, Carlo Collodi ed Edmondo De Amicis.

Mauro Ruggiero (Salerno, 1979) è saggista, giornalista e scrittore. Si è laureato in Filosofia presso l’Università degli studi di Salerno e ha conseguito poi un’altra laurea in Lingua e Cultura Italiana per Stranieri a Pisa. Vive a Praga dove ha ottenuto un PhD in Lingue e letterature romanze all’Università Carlo IV. In Repubblica Ceca ha insegnato nei licei e all’università e lavorato a lungo come bibliotecario dell’Istituto Italiano di Cultura (Ufficio culturale dell’Ambasciata d’Italia). Attualmente è l’amministratore dell’Istituto e si occupa anche dell’organizzazione di eventi culturali per la promozione della cultura e della lingua italiana, e per lo sviluppo dei rapporti culturali tra l’Italia e la Repubblica Ceca. Inoltre è consulente accademico della “Czech Academic City” di Erbil, nel Kurdistan iracheno, dove si reca spesso per tenere seminari e per la supervisione del progetto di realizzazione della biblioteca universitaria del campus. È fondatore e direttore della rivista di cultura online www.cafeboheme.cz

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