
di Robert Greene
Baldini + Castoldi
«Ad alcuni, l’idea di mettere consapevolmente in atto giochi di potere — per quanto indiretti — sembra immorale, antisociale, un retaggio del passato. Sono convinti di poter scegliere di non partecipare a quei giochi semplicemente adottando comportamenti che nulla hanno a che fare con il potere. In realtà, occorre diffidare di simili individui, perché mentre esprimono queste opinioni a parole, in molti casi sono proprio tra i più abili a tessere trame a proprio vantaggio. Essi infatti ricorrono a strategie che celano abilmente la vera natura della manipolazione in atto. Spesso, ad esempio, esibiscono la loro debolezza e il fatto di non detenere alcun potere come se si trattasse di altrettante virtù morali. Ma la vera assenza di potere, quella che non è dettata in alcun modo dall’interesse personale, non ostenta la propria fragilità per guadagnarsi comprensione o rispetto. Mostrarsi deboli in realtà è di per sé una strategia molto efficace, subdola e ingannevole, nel gioco del potere.
Un’altra strategia adottata dal sedicente outsider consiste nel chiedere a gran voce parità e uguaglianza in ogni sfera dell’esistenza umana. Tutti, dunque, debbono essere trattati allo stesso modo, quale che sia il loro status e la loro forza. Ma se, per evitare il marchio disonorevole del potere, cerchiamo di comportarci con tutti quanti con la stessa equità e correttezza, ci troviamo di fronte a un problema: alcuni fanno determinate cose meglio di altri. Trattare tutti in modo paritetico significa ignorare le differenze, elevare i meno capaci e tarpare le ali di chi eccelle. Ancora una volta, molti di coloro che adottano questo approccio in realtà mettono in atto un’ennesima strategia di potere che consiste nel ridistribuire i riconoscimenti alle persone secondo criteri soggettivi che essi stessi hanno stabilito.
Esiste poi un altro modo per evitare di entrare in gioco: adottare un comportamento improntato alla massima sincerità e schiettezza, visto che le tecniche fondamentali utilizzate da chi mira al potere sono invece l’inganno e l’abitudine a tramare nell’ombra. Tuttavia, volendo essere sinceri sempre e comunque, si finisce inevitabilmente per ferire e offendere moltissime persone, alcune delle quali possono poi ripagarci con la stessa moneta. Nessuno considererà la vostra franca affermazione come totalmente obiettiva e scevra da motivazioni dettate dall’interesse personale. E a ragione: in realtà, il ricorso alla sincerità è di per sé una strategia di potere, tesa a convincere gli altri che siamo di animo nobile, buono e altruista. È una forma di persuasione, addirittura una sottile forma di coercizione.
Infine, può accadere che chi si chiama fuori dal gioco ostenti un’aria di falso candore per difendersi dall’accusa di essere assetato di potere. Di nuovo, guardiamoci da chi assume un simile atteggiamento, perché l’ostentazione di una presunta ingenuità può essere un valido strumento per ingannare il prossimo (cfr. Legge 21: Fingetevi sciocchi per mettere nel sacco gli ingenui). Ma neppure il candore autentico è al riparo dalle insidie del potere. Nei bambini esso può manifestarsi in molti modi, tuttavia spesso scaturisce dall’esigenza primaria di acquisire il controllo su coloro che li circondano. […] In sintesi, può accadere che anche le persone autenticamente innocenti siano in corsa per il potere: spesso la loro azione risulta terribilmente efficace, in quanto non si scontra con l’ostacolo della riflessione. Ancora una volta, chi ostenta o esibisce la propria innocenza è il meno innocente di tutti. […]
Se il mondo è paragonabile a una gigantesca corte attraversata da infinite trame e maneggi nei quali noi ci troviamo intrappolati, non ha senso cercare di chiamarsi fuori dal gioco. Un simile tentativo non fa che accrescere la nostra impotenza e questa a sua volta ci fa sentire più infelici. Anziché combattere contro l’inevitabile, anziché discutere e lagnarsi e sentirsi in colpa, è molto meglio eccellere nel potere. Anzi, meglio riuscirete a gestire il potere, migliori diventerete come amici, amanti, mariti, mogli e, più in generale, persone. Seguendo il percorso del cortigiano perfetto, imparerete a far sì che gli altri si sentano meglio con se stessi e diventerete per loro una fonte di piacere. Essi svilupperanno una sorta di dipendenza dalle vostre capacità e desidereranno costantemente la vostra presenza. Imparando alla perfezione a mettere in pratica le 48 leggi illustrate in questo libro, risparmierete agli altri la sofferenza che deriva dall’armeggiare goffamente con il potere — giocando cioè col fuoco senza conoscerne le proprietà. Se al gioco del potere non è possibile sottrarsi, è meglio esserne un artefice che rifiutare di cimentarvisi o adottare un approccio dilettantesco.
Per cimentarsi con successo nel gioco del potere, è necessario innanzitutto acquisire una certa visione del mondo, cambiare prospettiva. […] Sono dunque necessarie alcune capacità di base; una volta acquisite queste ultime, sarete in grado di applicare le leggi del potere con maggiore facilità.
La più importante di queste abilità, e il fondamento primo del potere, è il saper governare le proprie emozioni. Una reazione emotiva a una data situazione costituisce in assoluto il maggior ostacolo all’acquisizione del potere, un errore che vi potrà costare molto di più di qualunque temporanea soddisfazione possiate ricavare dal manifestare i vostri sentimenti. Le emozioni ottenebrano la ragione e se non siete in grado di vedere la situazione con chiarezza, non potete prepararvi ad affrontarla né reagire a essa con un minimo di controllo.
L’ira è la più distruttiva delle reazioni emotive in quanto è quella che più di tutte offusca la nostra capacità di guardare le cose con lucidità. Inoltre, essa innesca una reazione a catena che rende invariabilmente più difficile controllare la situazione e accresce la determinazione dell’avversario. Se state cercando di distruggere un nemico che vi ha fatto del male, anziché manifestare apertamente la vostra collera, è molto meglio che lo incoraggiate a tenere abbassata la guardia ostentando un atteggiamento amichevole.
Anche amore e affetto possono rivelarsi distruttivi, in quanto vi impediscono di capire come dietro le azioni di coloro che meno di tutti sospettereste impegnati in un gioco di potere stia spesso nascosto l’interesse personale. […]
Per padroneggiare le proprie emozioni occorre anche essere capaci di prendere le distanze dal presente e di considerare passato e futuro con obiettività. […]
Per quanto concerne il domani, il motto è: «Siate sempre vigili». Nulla dovrebbe cogliervi di sorpresa, perché cercherete sempre di anticipare i possibili problemi prima che si presentino. Anziché passare il tempo a fantasticare sul felice esito dei vostri progetti, dovrete darvi da fare per calcolare qualsiasi imprevisto e qualsiasi insidia possiate incontrare sul vostro cammino. Più lontano riuscirete a spingere lo sguardo, più numerose saranno le fasi del processo che sarete in grado di pianificare, maggior potere potrete acquisire. […]
Metà del gioco consiste proprio nell’imparare a dimenticare gli eventi il cui ricordo ci divora interiormente e offusca la nostra razionalità. Il vero scopo della riflessione su ciò che è stato è educare se stessi, costantemente […]. Poi, dopo aver meditato sul passato, rivolgiamo la nostra attenzione più vicino a noi, alle nostre azioni e a quelle dei nostri amici. È soprattutto da questa scuola che possiamo trarre gli insegnamenti più preziosi, perché essa si fonda sull’esperienza personale.
Cominciate dunque col prendere in esame gli errori che avete commesso in passato, quelli che hanno più dolorosamente ostacolato il vostro cammino. Potete analizzarli in base alle 48 leggi del potere e trarre da essi un insegnamento e l’incentivo a sottoscrivere un impegno: «Non ripeterò mai questo errore; non ricadrò mai in questa trappola». Se riuscirete a esaminare e analizzare voi stessi in questo modo, potrete imparare a infrangere gli schemi del passato — una capacità di valore incalcolabile.
Il potere esige anche di saper giocare con le apparenze. In questo senso, dobbiamo imparare a indossare tante maschere diverse e a tener sempre pronta un’abbondante riserva di tranelli e stratagemmi, Inganno e finzione non debbono però essere considerati qualcosa di ignobile o di immorale. Tutte le interazioni umane impongono l’inganno a molti livelli, e sotto certi aspetti ciò che ci distingue dagli animali è proprio la nostra capacità di mentire e di raggirare i nostri simili. […] L’arte dell’inganno è andata sempre più sviluppandosi con l’evolvere della civiltà e rappresenta l’arma più potente nel gioco del potere.
È tuttavia impossibile riuscire a padroneggiare quest’arte se prima non si prendono per così dire le distanze da se stessi — se cioè non si è capaci di essere molte persone diverse, indossando di volta in volta la maschera che quel dato giorno e quel preciso momento ci impongono. Con un approccio così flessibile a tutte le apparenze, compresa la propria, si perde gran parte della pesantezza interiore che generalmente ostacola e limita le persone. Rendete la vostra faccia duttile come quella di un attore, sforzatevi di celare agli altri le vostre reali intenzioni, esercitatevi ad attirarli nelle trappole che voi stessi avete predisposto. Giocare con le apparenze e padroneggiare le arti dell’inganno sono due dei grandi piaceri della vita che appagano il nostro senso estetico. Ma sono anche due componenti chiave del processo di acquisizione del potere.
Se l’inganno è l’arma più potente del vostro arsenale, la pazienza in ogni situazione sarà il vostro scudo più importante. Essa infatti vi impedirà di commettere errori grossolani. Al pari della capacità di controllare le proprie emozioni, anche la pazienza è un’abilità che si acquisisce – non è una dote connaturata all’essere umano. […] Tutto quanto andrà bene — l’erba tornerà a crescere, se le darete il tempo e se sarete capaci di spingere lo sguardo molto in là nel futuro. Per contro, l’impazienza non otterrà altro scopo che farvi apparire deboli. Essa rappresenta un ostacolo fondamentale alla conquista del potere.
Il potere è essenzialmente amorale: una delle capacità più importanti che occorre acquisire è proprio quella di saper valutare le circostanze anziché leggere ogni cosa in termini di bene e male. Il potere è un gioco — non lo ripeteremo mai abbastanza — e nei giochi gli avversari non si giudicano certo dalle loro intenzioni ma dagli effetti delle loro azioni. Valutate la loro strategia e il loro potere a seconda di ciò che vedete e percepite. Quante volte concentriamo l’attenzione sulle intenzioni di una persona perdendo di vista l’inganno che vi sta dietro! Che importanza ha se un altro giocatore, non importa se un vostro «socio» o un avversario, era in buona fede e aveva a cuore solo il vostro interesse, se poi gli effetti delle sue scelte portano a tanta rovina e confusione? È naturale per le persone mascherare il reale intento delle loro azioni con ogni genere di giustificazione, partendo sempre dal presupposto di aver agito in buona fede. Dovete imparare a ridere dentro di voi ogni volta che vi sentite dire qualcosa del genere e non dovete mai lasciarvi indurre a giudicare i propositi e le azioni di una persona in base a criteri di ordine morale: in realtà si tratta solo di scuse dietro le quali si cela il desiderio di accrescere il proprio potere. […]
Metà della vostra maestria nel gioco del potere deriva da ciò che non fate, da quello in cui non vi lasciate trascinare. Per acquisire questa abilità, dovete prima di tutto imparare a valutare ogni cosa in base a quanto vi costa. […] Forse raggiungerete il vostro obiettivo e magari sarà anche un obiettivo importante, ma a quale prezzo? Applicate questo criterio sempre e comunque, anche quando dovete scegliere se collaborare con gli altri recando loro il vostro aiuto. In ultima analisi, la vita è breve, le opportunità sono poche e voi avete a disposizione un quantitativo ben definito di energia alla quale attingere. E in questo senso il tempo diviene un fattore di assoluta importanza. Non sprecate mai tempo prezioso, o la pace dell’animo, a causa dei problemi altrui — è un prezzo troppo alto da pagare.
Quello del potere è un gioco di società. Per imparare a giocare, dovete sviluppare la capacità di studiare e capire gli altri. […] Per essere abili giocatori, dovete dunque diventare anche grandi psicologi. Dovete saper riconoscere le reali motivazioni delle persone e vedere al di là della cortina di nebbia nella quale avvolgono le loro azioni. Capire le motivazioni recondite di chi avete di fronte è in assoluto il tipo di conoscenza più significativo del quale poter disporre nella conquista del potere. […]
Infine, dovete imparare a imboccare sempre la via meno diretta al potere. Dissimulate la vostra astuzia. Come una palla da biliardo che carambola più volte prima di colpire l’obiettivo, pianificate e sviluppate le vostre mosse nel modo meno ovvio. Allenandovi all’ambiguità, potrete prosperare nella corte del mondo moderno: apparirete come un modello di correttezza, mentre in realtà sarete un abile manipolatore.
Considerate questo libro come una sorta di manuale sulle arti della mistificazione. Le 48 leggi elencate traggono spunto dagli scritti di uomini e donne che hanno studiato e imparato alla perfezione il gioco del potere. Questi scritti coprono un periodo di oltre tremila anni e videro la luce presso le civiltà più diverse, dall’antica Cina all’Italia del Rinascimento; tuttavia, essi hanno in comune temi e argomentazioni e nel loro insieme alludono a un’essenza del potere che a tutt’oggi non è stata ancora analizzata e descritta nella sua interezza.
Le 48 leggi del potere sono il distillato di questa sapienza accumulata, ricavato dagli scritti dei più illustri strateghi (Sun Tzu, Clausewitz), statisti (Bismarck, Talleyrand), gentiluomini di corte (Castiglione, Gracián), seduttori (Ninon de Lenclos, Casanova) e artisti dell’inganno («Yellow Kid» Weil) mai apparsi nella storia.
Le 48 leggi muovono da una semplice premessa: nella quasi totalità dei casi, certe azioni accrescono il potere di una persona (Osservanza della Legge), mentre altre lo riducono o addirittura portano alla rovina (Trasgressione della Legge). Nel corso del libro, i concetti di Osservanza e Trasgressione vengono chiariti mediante esempi tratti dalla storia. Le 48 leggi sono definitive e senza tempo. Quelle qui elencate possono essere utilizzate in diversi modi. Leggendo il libro da cima a fondo, imparerete una serie di cose sul potere in generale. Anche se avrete la sensazione che molte delle leggi citate non abbiano alcun legame diretto con la vostra vita, col tempo probabilmente vi accorgerete che tutte quante possono trovarvi applicazione e che anzi tutte sono tra loro interconnesse.»