
di Luigi Borriello
San Paolo
«L’opera è suddivisa in otto capitoli, che nel loro insieme consentono di avvicinarsi a questa disciplina, da me denominata sin dall’inizio “teologia della vita spirituale”, dal momento che ho cercato di reperire i fondamenti teologici di essa, al fine di meglio evidenziare la sua funzione nel complesso delle discipline teologiche.
Nel primo capitolo si afferma che, essendo la teologia spirituale una disciplina teologica specifica, il suo oggetto è l’esperienza cristiana, concretizzata sia nella propria personale esperienza che in quella altrui e in particolare nel vissuto dei santi. Ebbene, poiché l’esperienza cristiana ecclesiale forma appunto il contenuto specifico della storia della spiritualità cristiana, questa s’impone come fonte privilegiata per lo studio della spiritualità. Per potermi introdurre, dunque, in questa vera e propria disciplina teologica, mi s’impone descrivere brevemente l’evoluzione storica del termine “spiritualità” e più ancora dell’appropriazione personale della fede e di ciò che essa comporta, ossia il “vissuto”, la vita spirituale del credente, che implica esperienza e riflessione.
Nel secondo capitolo si tratta dell’unità nella distinzione, ossia della divisione tra teologia speculativa e spiritualità, quale vissuto cristiano, problema ancora attuale, sebbene non sia di oggi, anzi, attraversa da secoli la storia della teologia. Alla luce dei recenti studi, va rivisitato il binomio teologia, quale “scienza della salvezza”, e vita secondo lo Spirito, come un «camminare secondo lo Spirito» (Gal 5,18). La teologia è allo stesso tempo sacra doctrina, formula in cui prevale il carattere scientifico, e, legata com’è alla condizione terrestre, è scientia viatorum, sapienza spirituale del camminare nella fede verso la patria beata dei Tre. A questo riguardo ho precisato i concetti di teologia e di spiritualità che oggi s’incrociano e interagiscono nel ventaglio delle scienze teologiche.
Nel terzo capitolo affronto il tema fondamentale della vita secondo lo Spirito che si svolge nell’esistenza teologico/spirituale. Più concretamente affermo che la teologia spirituale è la disciplina teologica che si occupa della vita spirituale, della sua dinamica, dei suoi processi, in relazione alla teologia sistematica sintetica generale, e legge quest’ultima nell’ottica della vita spirituale, cioè dell’appropriazione che ne fa il credente. In breve, la teologia della vita spirituale, che intendo qui proporre nelle sue linee essenziali, prende in considerazione, da un punto di vista teologico, la vita cristiana, intimamente segnata dallo Spirito, che porta i fedeli alla loro piena configurazione a Cristo.
Nel quarto capitolo passo a trattare della vita teologale nell’esistenza cristiana, ossia della funzione delle virtù teologali nella vita del cristiano. La vita di Dio in noi, alla quale ho fatto riferimento nel capitolo precedente, è la stessa vita intratrinitaria comunicata all’uomo. È la vita teologale, struttura fondamentale della vita della grazia, che rende partecipi della vita intima di Dio Trinità d’amore. Con la grazia, il battesimo infonde le virtù teologali della fede, della speranza e della carità, principi di ogni vita cristiana e di cui la virtù della religione è come la preparazione. Hanno per oggetto Dio stesso in quanto è verità – la fede –, in quanto è bene per noi – la speranza –, in quanto è bene in sé – la carità – e per origine sempre Dio stesso, in quanto è verace, fedele e buono. I tre atteggiamenti teologali sono semplici espressioni della vita divina in noi e perciò quello che si dice di una si predica delle tre. La vita teologale sta nell’essenza del nostro essere interiore. La presenza di Dio in noi porta, di conseguenza, il dono della vita teologale, che è il mezzo più immediato dell’unione con lui.
Espressione eminente della vita teologale, la preghiera cristiana partecipa dello stesso amore intratrinitario. In essa il cristiano vive la sua dignità di figlio di Dio, manifesta il suo essere creaturale, aperto, nel suo abbandono fiducioso, al Padre della vita. Da pratica spirituale più o meno assidua, si tramuta in centro focale dell’esistenza cristiana, come risposta d’amore al Tu di Dio, come viene detto e sviluppato nel capitolo quinto.
La spiritualità di cui si parla è una spiritualità incarnata, come viene affermato nel capitolo sesto. Nella sfida della svolta antropologica contemporanea, la teologia spirituale è chiamata a sviluppare un’antropologia teologica rinnovata, unendo alla preoccupazione per l’identità cristiana, che ha Cristo quale norma normante dell’uomo, quella incisività della stessa sulla realtà esistenziale, antropologica, culturale ed esperienziale dell’essere umano. È qui che l’antropologia si riannoda alla teologia del vissuto spirituale, poiché la dimensione spirituale non è qualcosa di aggiunto dall’esterno all’essere umano, ma è la dinamica che permette all’essere umano di aprirsi oltre se stesso.
Nel capitolo settimo cerco di chiarire la distinzione tra spiritualità e mistica. Non è difficile oggi trovare sotto l’ombrello generico del termine “spiritualità” un miscuglio di realtà molto diverse tra loro, effervescente come un fenomeno carsico, fatto di interiorità, di spiritualismo, di devozionalismo, di facile e ingenuo pietismo, di rivelazioni stimolanti e persino di magia e di esoterismo, generato dalla scarsa conoscenza dello statuto specifico di tali realtà. A fronte di tale cultura spiritualeggiante, nell’intreccio delle discipline teologiche, dotate di un loro metodo epistemologico, si va sviluppando sempre più la spiritualità, quale orizzonte appunto spirituale che ha una sua fisionomia tipica e che sta andando verso la “mistica”, da non confondere però con il “misticismo”. Essa, infatti, è retta da una sua “grammatica” ideale, oggetto di molteplici analisi, che vanno dalla teologia all’antropologia, dalla psicologia alla letteratura.
Se la questione epistemologica è sempre viva, nel dibattito tra “teologia dell’esperienza cristiana”, “teologia mistica” o “della mistica”, “teologia della vita cristiana”, il riferimento esplicito va all’esperienza. Anche nel primo decennio del terzo millennio cristiano, la mistica continua a esercitare il suo fascino e a suscitare nuovi ed entusiasti amanti, che meritano più attenta indagine. Secondo teologi competenti in materia, la riflessione teologica sul vissuto cristiano va confluendo in un progetto di teologia mistica, o tout court della vita mistica. Abbondanti studi appaiono sul rapporto tra la vita mistica intesa come incontro personale e trasformante con Dio e le “esperienze mistiche” o i “fenomeni mistici”, di cui parlo in questo capitolo.
Nel capitolo ottavo, all’interno della comunione dei santi, colloco la spiritualità tra la Gerusalemme terrena e la Gerusalemme celeste. Tra le tematiche emergenti dell’antropologia e della teologia spirituale occupa un posto rilevante la ferma asserzione della reciprocità nelle relazioni interpersonali, fondata su quel rapporto innato dell’uomo con il Cristo che collega ciascuno a tutti gli altri, in quanto lo congiunge al Figlio incarnato e visibilizzato efficacemente dall’appartenenza alla Chiesa quale famiglia di Dio. Questo statuto d’essere contraddistingue altresì la vita spirituale, conferendole un carattere di interpersonalità diffusa, o di ecclesialità, che emerge in tutti i suoi aspetti.
Per darne una descrizione adeguata occorre rivisitare i contenuti della spiritualità nell’ottica di una teologia della vita spirituale in chiave ecclesiologica e, più ancora, riprendere i dati della dimensione storica della vita spirituale, nell’angolazione di una teologia spirituale nella Chiesa che va dalla Gerusalemme storica a quella celeste. […]
Nella conclusione finale riassumo i contenuti dei vari capitoli e apro la teologia ai nuovi orizzonti verso i quali sta andando secondo gli attuali studiosi di spiritualità. I temi ricorrenti da essi individuati sono i punti cruciali di più accesa passione dialettica, come ad esempio la questione epistemologica della teologia spirituale, il rapporto tra teologia e spiritualità, il tema dell’esperienza cristiana e, da ultimo, la interdisciplinarità, a testimonianza dello sforzo che questa disciplina sta compiendo per reclamare un posto originale nel contesto del sapere teologico. E proprio nell’ambito del rapporto con le altre discipline, è stato mio principale intento riattivare la funzione della teologia spirituale, che consiste nel ricondurre a unità i frammentati interessi degli insegnamenti teologici, colmando quel divario che spesso si frappone tra il tema di studio e l’esperienza concreta. Da questo punto di vista, la teologia spirituale si presenta come vertice e sintesi della scienza teologica, o meglio come collante che interseca e congiunge in unità le diverse discipline teologiche. A tale scopo qui tento di articolare e giustificare i fondamenti epistemologici di un progetto di teologia spirituale, pensato e insegnato da anni, che alla fine approda nell’esperienza vissuta, quale terreno di incontro con le altre discipline teologiche, nonché punto focale della propria specializzazione.
Di tutto ciò il presente studio fa una specifica analisi e sistematizzazione, di questa disciplina teologica che, denominata un tempo “ascetica e mistica”, oggi è definita normalmente “teologia” o, meglio ancora, “teologia della vita spirituale”.»
Padre Luigi Borriello, carmelitano scalzo, è stato docente di Teologia Spirituale presso la Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) e la Pontificia Facoltà Teologica Teresianum. Attualmente è professore ordinario, emerito, di Teologia spirituale e mistica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi – Napoli. È autore di numerosissime opere sui temi della mistica e della spiritualità, tra le quali: Conoscere Dio è la vocazione dell’uomo. Antropologia mistica in san Giovanni della Croce (con Giovanna della Croce, San Paolo, 1991); San Giovanni della Croce. Opere complete, a cura di L. Borriello – Giovanna della Croce (San Paolo, 2001); La mistica parola per parola (con M.R. Del Genio e T. Špidlík, Ancora 2007); Esperienza mistica e Teologia mistica (LEV, 2008); Breve storia della spiritualità cristiana (con Raffaele Di Muro, Ancora, 2013); Dizionario dei fenomeni mistici cristiani (Ancora, 2014); Nuovo Dizionario di Mistica (in collaborazione, LEV, 2016); Fratel Charles di Gesù. Pellegrino dell’Assoluto (San Paolo, 2021).