“La vita segreta dei libri fantasma” di Andrea Kerbaker

La vita segreta dei libri fantasma, Andrea KerbakerLa vita segreta dei libri fantasma
di Andrea Kerbaker
Salani Editore
 

Il nuovo libro di Andrea Kerbaker racconta le storie di libri fantasma, libri che, «dopo una vita più o meno effimera, spariscono dalla circolazione per non riapparire mai più»: «librini in tirature basse basse pubblicati in genere a proprie spese da autori non canonizzati» ma anche testi dei caposaldi dei canoni letterari della contemporaneità, come Pound, Salinger, Bassani, spariti e occultatisi tra le pieghe di peripezie editoriali più o meno intricate.

Di particolare interesse la vicenda di Dieci piccoli indiani, il bestseller della regina del giallo, Agatha Christie, che originariamente recava, già nel titolo, la parola negro: come sottolinea Kerbaker, «all’epoca non c’era nulla di offensivo, anzi; ci sarebbe stato ancora qualche caso, anche nel dopoguerra, per esempio Ragazzo negro, titolo usato nel ’47 per tradurre un libro tutt’altro che razzista: Black Boy, l’autobiografia impegnata di Richard Wright. Ma si sarebbe sempre trattato di casi sporadici e sempre più rari, in base alle logiche dominanti del politically correct

Il titolo originale del libro, pubblicato nel Regno Unito nel 1939 da Collins, infatti, è Ten Little Niggers. «C’è una logica, del resto: così si chiama la filastrocca in base alla quale i personaggi del giallo vengono uccisi, uno per uno; una vecchia canzoncina del secolo precedente, molto popolare nel Regno Unito, che la Christie, come tutti gli inglesi, conosceva e canterellava fin da bambina:

Ten little nigger boys
went out to dine;
One choked his little self
and then there were Nine.

Nine little nigger boys
sat up very late;
One overslept himself
and then there were Eight.

E così via, i dieci muoiono man mano, fino a che non ne rimane nessuno (and then there were None). Ma al tempo della stesura del romanzo nigger è già parola molto scorretta; se non in Inghilterra, certamente negli Stati Uniti, dove da molto tempo viene evitata in quanto dispregiativa. […]

D’altronde che sì tratti di una rarità è un assoluto: quel titolo verrà usato solo nel Regno Unito. L’editore americano, Dodd, Mead and Company, che pubblica il libro l’anno successivo, modifica il titolo, riprendendo la parte finale della stessa filastrocca, And Then There Were None, da cui deriverà anche la prima traduzione italiana, …E poi non rimase nessuno. Mentre il film che nel 1945 ne trasse il grande René Clair, primo di una lunga serie, si chiamò Dix petits indiens, con gli indiani chiamati a sostituire i neri come molte delle versioni italiane degli anni a venire.

Ma la Christie non era certo una scrittrice da compro- messi; per lei il titolo originale era il solo che andasse utilizzato. E quello fu in tutte le edizioni britanniche fino al 1976, anno della sua morte […]. Comunque la fiera posizione della giallista più popolare del mondo resiste solo quattro anni dopo la sua morte: nel 1980 i suoi eredi cambiano il titolo anche all’edizione londinese. Da allora, con quella dizione, rimane un libro fantasma, se non nei pochi Paesi che hanno mantenuto l’originale.»

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