“La via dell’equilibrio” di Antonella Viola

La via dell'equilibrio, Antonella ViolaLa via dell’equilibrio. Scienza dell’invecchiamento e della longevità
di Antonella Viola
Feltrinelli

«Il mondo invecchia. Nel 2018, per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero di esseri umani con più di 65 anni ha superato quello dei bambini con meno di 5 anni. L’impatto di questo cambiamento si fa e si farà sempre più sentire su molti fronti, in primis sul Sistema sanitario.

I ricercatori si domandano quale sarà l’effetto della crescente longevità della popolazione sui sistemi sanitari e, di conseguenza, sull’economia dei paesi. Il rapporto sempre crescente fra numero di pensionati e di lavoratori non potrà che causare, da una parte, un aumento della spesa per il programma pensionistico e, dall’altra, una riduzione delle entrate legate alla tassazione del lavoro. Il bilancio fra entrate fiscali e spesa pubblica è quindi destinato a cambiare. E tutto questo senza considerare la spesa sanitaria.

Secondo alcuni ricercatori, la longevità causa un aumento del numero di persone che hanno bisogno di farmaci, visite mediche, terapie e ricoveri ospedalieri: la longevità, in base a questa visione, comporta quindi un incremento della pressione e della spesa sanitaria. L’invecchiamento della popolazione – di una popolazione che vive di più ma che spende gli ultimi venti-trent’anni di vita in malattia – ha come conseguenza l’aumento di pazienti che soffrono di patologie croniche e che per questa ragione sono fragili. […]

L’Italia è il quinto paese al mondo per aspettativa di vita, con una media di quasi 82 anni per gli uomini e 86 per le donne. Questa buona notizia, quando inserita in un quadro più generale, diventa però preoccupante per la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. La longevità degli italiani, anche a causa del forte calo di natalità, si riflette in un invecchiamento generalizzato della popolazione: l’età media degli italiani è infatti di quasi 48 anni, contro i 42 della Francia o i 41 della Norvegia. E, come abbiamo discusso, una popolazione anziana ha purtroppo maggiore bisogno di medici e terapie rispetto a una più giovane. […]

L’impatto della longevità sulla sanità potrebbe essere molto diverso, molto meno drammatico di quanto appena descritto. Esiste infatti una visione più ottimista, secondo la quale, grazie a stili di vita e ambienti sempre più salutari, la popolazione potrebbe crescere in longevità senza mettere sotto pressione il Sistema sanitario. Secondo questa teoria, gli anni di malattia si andrebbero a compattare nell’ultima fase della vita, pesando quindi relativamente poco sui sistemi sanitari. […]

Diversi studi hanno dimostrato la validità degli approcci di prevenzione primaria nel mantenimento di un buono stato di salute, anche nella terza età. Di particolare importanza sono gli interventi atti a prevenire le malattie cardiocircolatorie, non solo perché rappresentano la prima causa di morte in Europa ma anche perché sono più frequenti con l’aumentare dell’età e, quando non fatali, sono una importante causa di disabilità a lungo termine. Da questo punto di vista, la prevenzione dell’ipertensione e dell’obesità attraverso gli stili di vita rappresenta una sfida importante, che dovrà essere vinta per prolungare gli anni di vita senza malattia e per tenere sotto controllo la spesa sanitaria dei paesi.»

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