
Altri studi invece mettono in evidenza il ruolo svolto da alcune variabili organizzative ed istituzionali che tendono a modificare l’analisi costi-benefici sottostante alla decisione di voto. Alcuni lavori esaminano l’effetto prodotto da diversi sistemi di voti, ad esempio sistemi di voto tradizionali oppure sistemi che permettono ai cittadini di votare per posta o di esprimere le proprie preferenze attraverso l’uso dell’e-mail.
Infine, un’ultima branca della letteratura si è focalizzata sulle caratteristiche individuali dei candidati. In particolare, è importante partecipare alle campagne elettorali al fine di ottenere maggiori informazioni sulle caratteristiche e sulle qualità dei possibili candidati, specialmente in contesti con un livello informativo molto scarso: avere un set informativo più ricco spinge i cittadini a partecipare attivamente durante le elezioni.
Quali fattori influenzano il tasso di partecipazione al voto in Italia?
Dalle analisi empiriche preliminari, condotte su un campione di 6,960 comuni osservati in media per 3 elezioni durante il periodo 1993-2011, emerge che tra le caratteristiche della popolazione il livello di istruzione incide in misura positiva e significativa sulla partecipazione elettorale. Tale risultato è in linea con la letteratura economica, secondo cui essere più istruiti rende più semplice l’elaborazione di informazioni anche a livello politico, spingendo individui con tali caratteristiche ad esercitare il voto. Anche se tale effetto tende a scomparire quando si analizzano separatamente il Sud e il Nord Italia.
Al contrario, la dimensione della popolazione ha un impatto negativo sulla variabile di interesse. Ciò è giustificabile sulla base dei lavori di Grofman (1984) e Mueller (2003), secondo cui all’aumentare della dimensione della popolazione, il singolo elettore razionale si rende conto che da solo non è in grado di modificare i risultati elettorali: ciò riduce l’utilità attesa legata all’esercizio del voto ed è più probabile che un cittadino si astenga dall’esercizio di tale diritto. Tale effetto tende ancora ad essere statisticamente significativo solo per i comuni appartenenti al Nord Italia.
Per quel che riguarda le variabili istituzionali, i risultati mostrano che non esiste alcuna differenza significativa in termini di partecipazione al voto tra i comuni che adottano un sistema maggioritario con doppio turno e non. Inoltre, anche il numero delle sezioni elettorali non incide in maniera significativa sulla partecipazione elettorale.
Infine, per quanto concerne le caratteristiche dei candidati, si può notare come avere candidati più istruiti in media attira i cittadini alle urne. Questo significa che gli elettori sono spinti a votare se i candidati vengono considerati qualificati sulla base del titolo di studio conseguito. Inoltre, candidati anziani tendono ad accrescere il livello di partecipazione: l’età del candidato potrebbe offrire segnali positivi circa l’esperienza maturata sul campo.
Aver ricoperto la carica di sindaco nel passato sembra non avere alcun impatto sulla partecipazione al voto. Inoltre, i risultati mostrano che avere almeno una donna come candidato a sindaco in lista produce un effetto significativo negativo sulla nostra variabile dipendente.
Cos’è l’incumbency e come influenza il tasso di partecipazione al voto?
Incumbent è colui che ha svolto lo stesso incarico in passato. Nel manuale incumbent è il candidato presente in lista che ha svolto le mansioni di sindaco durante la legislatura precedente. Le analisi mostrano che essere stato incumbent nel passato produce un effetto negativo e significativo sulla partecipazione al voto indipendentemente dalla specificazione utilizzata. Questo risultato è giustificabile sulla base di diverse argomentazioni. Primo, se il sindaco ha operato male nel passato, gli elettori per protesta potrebbero decidere di non recarsi alle urne. Secondo, avere notizie sulla ricandidatura del sindaco incide sulla decisione di voto da parte degli elettori, i quali essendo sicuri della vittoria dell’incumbent, soprattutto in contesti non competitivi, non partecipano attivamente alle elezioni. Quest’ultima motivazione, tuttavia, è rigettata poiché i risultati restano validi anche se tra i regressori si include la percentuale di distacco tra i due candidati con la migliore performance in termini di voti ottenuti.
In che modo il livello medio di istruzione del pool di candidati a sindaco influisce sul tasso di astensionismo?
In letteratura, è stato dimostrato che la presenza di candidati con elevate qualità incide sul successo dei partiti politici e in generale aumenta la competizione delle elezioni. Misurando la qualità dei candidati come livello medio di istruzione tra i candidati in lista, percentuale di candidati a sindaco laureati in lista e massimo livello di istruzione raggiunto tra i candidati è stato mostrato che indipendentemente dalla proxy usata la qualità dei candidati a sindaco assume una rilevanza fondamentale nello spiegare la variazione nel livello di partecipazione al voto ed in particolare, la relazione causale tende ad essere positiva, in linea con i risultati trovati in letteratura. Di conseguenza, all’aumentare della qualità del pool di candidati riduce il tasso di astensionismo.