“La critica del testo” di Paul Maas

La critica del testo, Paul MaasEsce in una nuova edizione, tradotta e curata da Giorgio Ziffer per i tipi delle Edizioni di Storia e Letteratura La critica del testo di Paul Maas, un’opera che ha segnato la storia della filologia, ispirando numerosi autori, tra cui Giorgio Pasquali e la sua Storia della tradizione e critica del testo.

L’opera di Maas, pubblicata per la prima volta nel 1927, presenta «una teoria della critica testuale applicata soprattutto alle opere dei classici greci e latini» fissandone «una volta per tutte i principi metodici e dunque anche logici»; un’opera che in pochissime pagine condensa dottrina e «appartiene alla categoria dei libri complessi e perfetti che vogliono essere riletti e studiati.» È lo stesso Pasquali, nel 1952, a descrivere la Textkritik come una «critica textualis more geometrico demonstrata»,

Sin dalle prime righe, fondative della disciplina filologica stessa, in uno degli incipit più noti, si può cogliere lo stile limpido e asciutto di Maas: «Opere dei classici greci e latini scritte di mano degli autori (autografi) noi non ne possediamo, e non possediamo neppure copie che siano state confrontate con l’originale, bensì solo copie che sono state derivate dall’originale tramite un numero sconosciuto di copie intermedie, e che sono dunque d’incerta attendibilità. Compito della critica testuale è la restituzione di un testo il più vicino possibile all’autografo (all’originale)(constitutio textus).»

Compito del filologo è dunque di «stabilire che cosa deve o può essere considerato come tràdito (recensio), e poi occorre esaminare questa tradizione per vedere se può essere considerata genuina (examinatio); se non si rivela genuina, si deve cercare di restituire il testo originale per mezzo di una congettura (divinatio), o perlomeno cercare di localizzare il punto corrotto (corruptela).»

Paul Maas, allievo di Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff, definisce concetti e conia «termini che sono diventati gli strumenti di lavoro usuali di una moltitudine di studiosi attivi nell’ambito delle più varie filologie, e non solo di quella classica» come «eliminatio codicum descriptorum» e «eliminatio lectionum singularium», «Stemmatik» (stemmatica), «Leitfehler» (errori guida o errori significativi), ulteriormente distinti in «Trennfehler» (errori separativi) e «Bindefehler» (errori congiuntivi), «e, ultimo e non ultimo, «examinatio».»

Il filologo tedesco sottolinea come «il nocciolo di quasi ogni problema critico-testuale è costituito da un problema stilistico» della cui risoluzione «il filologo […] solo è responsabile, e durante tutta la sua vita con il più strenuo sforzo dovrà tendere a perfezionare il suo senso dello stile, pur sapendo che una vita intera non basta a far maturare in questo ambito un’effettiva conoscenza perfetta».

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