“La comunicazione pubblica dell’Europa. Istituzioni, cittadini e media digitali” di Lucia D’Ambrosi

La comunicazione pubblica dell’Europa. Istituzioni, cittadini e media digitali, Lucia D'AmbrosiDott.ssa Lucia D’Ambrosi, Lei è autrice del libro La comunicazione pubblica dell’Europa. Istituzioni, cittadini e media digitali edito da Carocci: quale ruolo riveste la comunicazione pubblica nel processo di costruzione della governance comunitaria?
In uno scenario europeo in cui sono presenti problematiche difficili e preoccupanti quali la crescente pressione migratoria, la precarizzazione del lavoro, le misure di austerità, comunicare l’Europa appare un obiettivo strategico e sempre più funzionale a ridisegnare il futuro equilibrio della sfera sovranazionale. Ciò anche a fronte dell’emergere di sentimenti antieuropeisti e nuovi nazionalismi che minano le basi dell’identità politica europea e di un progetto democratico condiviso. L’Italia, più di altri contesti in Europa, paga il prezzo di un ritardo nel coinvolgimento, nella trasparenza e fiducia dei cittadini rispetto alle opportunità offerte dall’Unione europea. Un prezzo che si trasforma in un boomerang fatto di traguardi mancati, frutto anche dell’incapacità di saper tradurre in azioni concrete il valore aggiunto di essere “europei”. Le notizie che provengono da Bruxelles sono spesso percepite come informazioni, lontane, difficilmente comprensibili, poco funzionali a costruire una maggiore consapevolezza dei diritti e dei doveri che derivano dalla cittadinanza europea.

Come comunicano oggi le istituzioni europee?
Nell’ambito delle diverse azioni quadro avviate dalla Commissione europea per migliorare l’attività di informazione e comunicazione si ribadisce oggi la necessità di rendere la comunicazione più vicina alle molteplici sfere locali, ricorrendo a un linguaggio semplice e chiaro che tenga conto della diversità culturale e linguistica dei suoi pubblici e, al tempo stesso, che sia capace di raccontare l’Europa nella sua prospettiva di politica transnazionale, in uno spazio unificato di dibattito dei diversi Stati membri. La comunicazione è, infatti, funzionale alle esigenze di informazione e alla richiesta di trasparenza avanzata dai cittadini ma è anche necessaria alla promozione una comunicazione di servizio, tesa a garantire efficienza ed efficacia dell’azione promossa dalle Istituzioni europee. Altresì, essa è indispensabile per valorizzare la cittadinanza europea, sensibilizzando ed educando la collettività al senso civico e ponendosi come obiettivo la realizzazione dell’interesse generale.

Che ruolo svolgono i media digitali?
I media digitali consentono alle Istituzioni europee di individuare nuove opportunità di dibattito pubblico, puntando ad un sistema integrato di contenuti e di canali comunicativi conformi alle priorità e agli orientamenti generali del progetto comunitario. Il portale web “Europa” offre ad esempio molte informazioni utili per conoscere meglio l’UE, le sue istituzioni, i programmi e le opportunità offerte.

Inoltre, la presenza delle Istituzioni europee sui canali social ha favorito lo sviluppo di spazi di mediazione fra gli Stati membri e i diversi attori della sfera pubblica, consentendo una più ampia e diffusa partecipazione dei cittadini nella sperimentazione di un approccio dal basso verso l’alto.

Al contempo, aumentando gli spazi informativi e di partecipazione diretta dei cittadini, questi ambienti interattivi sono divenuti un canale critico di riferimento nell’amplificazione del conflitto e della protesta rispetto alle principali tensioni sociali e agli appelli populisti.

Con quali modalità si esprime la partecipazione dei cittadini nello spazio comunitario?
Oggi si assiste ad una limitata partecipazione del cittadino alla governance comunitaria, con un conseguente disinteresse verso le politiche europee. Appare evidente la necessità di riconfigurare il progetto europeo promuovendo un metodo comunitario che grazie al ruolo del Parlamento Europeo e con il responsabile e attivo contributo di tutti gli Stati Membri, possa realizzare appieno l’integrazione culturale e europea. Le nuove tecnologie hanno contribuito a favorire l’iniziativa diretta del cittadino, occorre tuttavia stimolare luoghi di discussione e partecipazione pluralistica alla formulazione di opinioni, tenendo conto dei molteplici livelli di interazione nazionali e sovranazionali e degli strumenti di accesso al dibattito.

Come va ripensata l’informazione europea nell’era digitale?
Le opportunità offerte del web 4.0 e dagli sviluppi tecnologici hanno incrementato la quantità e qualità dell’informazione europea, favorendo il ricorso a siti, blog, banche dati di approfondimento, oltre che agevolando una più attiva partecipazione dei lettori, grazie alla natura interattiva dei nuovi media e alla possibilità degli utenti di profilarsi come produttori e distributori di contenuti online.

Permangono, tuttavia ancora molte difficoltà da parte delle redazioni giornalistiche di adeguare il più possibile l’informazione ai tempi decisionali delle diverse sfere pubbliche (europea e nazionale) e alle sue ricadute sull’informazione locale. Comunicare l’Europa significa, oggi, saper informare i cittadini con notizie vicine ai territori e alle necessità dei singoli, promuovendo dinamiche discorsive capaci di riportare il dibattito europeo nell’alveo della dialettica politica nazionale.

Lucia D’Ambrosi è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relazioni internazionali dell’Università di Macerata, dove insegna Comunicazione pubblica e open government. I suoi interessi di ricerca sono rivolti allo studio dei rapporti tra cittadini e Istituzioni in Italia e in Europa, in una prospettiva di valorizzazione della dimensione partecipativa. Tra le sue ultime pubblicazioni: Giovani oltre la Rete (Bonanno, 2012), Dal comunicare al fare l’Europa (a cura di, con A. Maresi) (Eum, 2016). Per Carocci editore ha pubblicato Amministrazione pubblica e Partecipazione (2006).

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